ROMA - Fra gli argomenti trattati la riforma dei Comites e del Coniglio Generale, distribuzione delle risorse agli Enti gestori, campagna informativa per il referendum costituzionale e riforma della scuola italiana all’estero Nel corso del recente Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è stata illustrata ai consiglieri la relazione del Governo sulle politiche per gli italiani all’estero. Nel documento viene in primo luogo auspicato “che la riforma dei Comites e del Cgie consenta a questi organi di aggiungere al proprio tradizionale compito di tutela delle esigenze dei connazionali all’estero un sostanziale supporto alle attività di promozione del Sistema Italia nel mondo, attraverso le comunità italiane d’oltreconfine da loro rappresentate”. A tal proposito nel testo si rileva anche la necessità che la riforma dei Comites modifichi i requisiti di consistenza numerica della collettività per l’istituzione del Comitato; riveda i criteri e le modalità di designazione dei componenti dei Comites, in modo da consentire la più ampia rappresentanza dell’emigrazione italiana, incluse le varie componenti della “nuova emigrazione”; e modifichi il sistema di verifica delle condizioni di incompatibilità e ineleggibilità dei membri dei Comites, in modo da correggerne il carattere decisamente a autoreferenziale. Auspicato inoltre un miglioramento del sistema previsto dal comma 4 dell’articolo 8 della legge 286 del 2003 in caso vi siano gravi motivi che richiedano lo scioglimento dei Comites, così da disincentivare il sorgere di ingiustificabili situazioni di impasse e rendere gli eletti maggiormente responsabili verso i propri elettori. Ipotizzato anche un aggiornamento dei criteri per la concessione dei contributi ministeriali (di cui al comma 6 dell’articolo 3 della Legge sui Comites), perché facciano essenzialmente riferimento al numero dei connazionali, all’estensione della circoscrizione e agli indici del costo della vita nei Paesi di riferimento e la destinazione di una quota predeterminata, e non residuate, dello stanziamento annuale in favore dei Comites per la realizzazione di specifici progetti di interesse per i nostri connazionali all’estero. Ribadita infine l’importanza del ricorso al “fundraising”, per stimolare i Comites a ottimizzare la gestione delle risorse disponibili per le proprie attività e, soprattutto, acquisire più elevata visibilità presso le comunità di riferimento Per quanto poi riguarda la riforma del Cgie nel documento del Governo si sottolinea la necessità di una riflessione sia sulla composizione del consiglio e l’articolazione dei lavori dei propri organi interni, sia su come valorizzare il ruolo di quest’organo, nell’elaborazione delle attività a favore delle comunità all’estero, in sinergia con i parlamentari eletti all'estero e con le altre competenti istituzioni a livello centrale e locale. Sul fronte dei servizi e delle politiche per gli italiani nel mondo nel documento viene ricordato come al momento si stia lavorando per portare avanti il progetto di affidamento delle postazioni mobili per il rilevamento delle impronte digitali per i passaporti ai consoli onorari, al momento ne sono state distribuite 36, ma l’obiettivo è quello di aggiungerne a regime altre 75. Per i Comites si registra poi l’erogazione, al 14 ottobre 2016, di 1.125.264 euro di contributi ordinari per il corrente esercizio finanziario, pari al 79,33% dell’assegnazione annuale complessiva (1.418.41,6 euro). Sono inoltre disponibili 224.451euro per i contributi integrativi. In questo ambito saranno privilegiati i progetti specificamente rivolti all’inserimento nei contesti locali dei componenti dei nuovi flussi migratori italiani e le iniziative di approfondimento delle vicende storiche dell’emigrazione italiana, in particolare quelle che presentino ancora forti elementi di attualità. Per quanto poi concerne l’assistenza ai nostri connazionali dal documento viene segnalato come a tutt’oggi per l’assistenza diretta siano stati stanziati 5.248. 780 euro, pari al 90% della dotazione annuale, mentre per quella indiretta sono stati impegnati 388.500 euro in favore di 38 enti. Sul fronte dei contributi agli enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana dal testo viene rilevato come, dopo un lungo iter fatto di tagli e recupero delle risorse in fase di assestamento di bilancio, la disponibilità sul capitolo 3153 sia oggi equivalente a quella del 2015 (11.918.796 euro) . “Sappiamo – si legge nel testo - che questa situazione di incertezza rende particolarmente difficile la programmazione dell’attività didattica da parte degli enti, delle autorità consolari e dello stesso ufficio ministeriale che amministra il capitolo. Gli enti gestori, in particolare, incontrano sempre maggiori difficoltà nel rispettare gli impegni assunti, non solo nei confronti degli studenti, ma anche degli insegnanti, anche alla luce delle previsioni sugli stanziamenti nel prossimo triennio, che dovrebbero subire un’ulteriore, drastica riduzione”. Dopo aver ribadito l’impegno del Maeci a lavorare per mantenere nel 2017 almeno invariati i capitoli di bilancio per le attività in favore degli italiani all’estero e per far sì che una quota adeguata dei 50 milioni stanziati dal Governo per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero siano destinati ai corsi, nel testo si precisa come la Farnesina abbia avviato sin dall’indizione del referendum costituzionale una campagna di comunicazione basata su un mix di mass media tradizionali (Tv e radio) e di nuovi media (pagine web dedicate sui siti istituzionali del Maeci e delle sedi estere; campagna di messaggi via Twitter; pagine e link dedicati su Facebook e Youtube). Una campagna informativa che in questa prima parte ha prestato particolare attenzione agli elettori temporaneamente all’estero e agli elettori iscritti all’Aire che abbiano optato per il voto in Italia. Nella fase successiva la campagna informativa si focalizzerà invece su modalità e scadenze previste dalla legge sul voto per corrispondenza all’estero. Nel documento viene anche analizzata la dislocazione della rete diplomatica consolare che dispone all’estero di 298 strutture: 124 ambasciate, 8 rappresentanze permanenti, 80 uffici consolari, 83 istituti di cultura, 1, delegazione diplomatica speciale e 2 sezioni distaccate di ambasciata. A questi numeri vanno aggiunti i 542 uffici consolari onorari distribuiti nelle differenti aree geografiche, di cui 395 attualmente operativi, ossia con titolare nell’esercizio delle funzioni. “Conclusa la fase di adempimenti dettati dalla spending review, il processo di riorganizzazione della rete all’estero – si legge nel documento - resta una necessità operativa per assicurare l’adeguamento della rete stessa, che è stata costituita in contesti storici profondamente diversi dall’attuale, ai nuovi scenari internazionali e al mutato contesto geopolitico in cui opera il paese. Il Maeci intende proseguire nella direzione di progressivo rafforzamento della nostra presenza in Paesi prioritari sul piano della sicurezza e, proprio in tale ottica, il Consiglio dei Ministri ha approvato, nella seduta del 4 ottobre, l’istituzione di nuove ambasciate in Niger e Guinea Conakry (Paesi strategici per il contrasto all'immigrazione clandestina). Contestualmente, al fine di assicurare un’adeguata difesa dei nostri interessi nella regione caraibica e rispondere alle richieste di servizi della crescente collettività italiana in loco, si è deciso anche di riaprire l’Ambasciata d’Italia nella Repubblica Dominicana, soppressa dal 31 dicembre 2014”. Nel documento del Governo viene anche ricordata sia la prosecuzione del piano di dismissione del patrimonio immobiliare all’estero del Maeci, nel 2016 è previsto un versamento al bilancio di 20 milioni di euro, sia l’importanza che riveste per la nostra politica estera la diffusione della lingua italiana nel mondo. “ Le ultime rilevazioni relative all’anno scolastico 2074/2015, - precisa il testo - indicano la presenza di 2.233.373 studenti di italiano, distribuiti in 116 paesi. La realizzazione del Portale della Lingua Italiana risponde all’esigenza di sistematizzare e rendere accessibili al pubblico tutte le informazioni sullo studio della lingua italiana nel mondo. Vi sono accessibili informazioni, indirizzi, notizie e approfondimenti utili provenienti dalla galassia dei soggetti attivi nell'ambito della promozione dell’italiano all’estero”. Per quanto concerne infine l’attuazione della delega per la riforma della scuola italiana all’estero si evidenzia come questa sia ispirata a specifici principi generali: aggiornamento degli ordinamenti per rispondere in maniera flessibile alla realtà socio-economica di ciascuno dei paesi esteri in cui si opera; rafforzamento della missione di promozione della cultura italiana all’estero e suo coordinamento con le iniziative dell’intero sistema paese; razionalizzazione delle norme sul personale all’estero, eliminando le maggiori criticità finora riscontrate nella prassi. “Il Maeci – si spiega nel documento - vorrebbe superare l’impostazione tradizionale, prevista dal vigente articolo 625 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, e risalente alla legge 153/1971, che aveva come finalità l’assistenza scolastica agli emigranti e ai loro famigliari, puntando invece sul sempre maggior inserimento dei corsi di italiano nei percorsi scolastici locali. Coerentemente con l’evoluzione socio-economica degli ultimi 50 anni, i destinatari di questi corsi non verrebbero più individuati soltanto tra gli italiani all’estero: la nuova tipologia di intervento intende rispondere a finalità più ampie di promozione della lingua e della cultura italiana, come nei fatti già avviene: ricordiamo che più dell’80% dei corsi offerti dagli enti gestori è inserito nei curricula delle scuole locali”. (Inform/Eminews)