Il punto del segretario generale, Michele Schiavone.(foto accanto)
Alla Farnesina la riunione del Comitato di presidenza del Consiglio Generale. Tra i temi affrontati la riforma della rappresentanza degli italiani all’estero, promozione di lingua e cultura, partecipazione dei connazionali al voto referendario dal prossimo 4 dicembre, rapporto con le Regioni, coinvolgimento dei giovani. Dopo una consultazione allargata, è in fase di elaborazione una bozza di riforma che sarà al centro dei lavori della prossima assemblea plenaria del Cgie, prevista nella seconda settimana di dicembre. Schiavone: “Il sistema di rappresentanza è obsoleto nella sua applicazione, ma non nell’architettura; i livelli devono restare tre: parlamentare, intermedio (Cgie) e di base (Comites)”. “Riteniamo che la partecipazione al referendum costituzionale sarà altissima e compenserà i momenti oscuri che hanno caratterizzato alcuni altri passaggi elettorali” ROMA – Riforma della rappresentanza degli italiani all’estero, promozione di lingua e cultura, partecipazione dei connazionali al voto referendario dal prossimo 4 dicembre, rapporto con le Regioni sono i temi che hanno dominato la riunione del Comitato di presidenza del Consiglio generale degli italiani all’estero che si è conclusa oggi alla Farnesina e su cui il segretario generale, Michele Schiavone, a margine dei lavori, ha fornito alcuni aggiornamenti. Continua dunque il “protagonismo” del Cgie sulle questioni che riguardano da vicino le collettività, stimolato anche da “una rinnovata attenzione del Maeci nei confronti delle politiche migratorie”, “in un momento in cui l’Italia sta vivendo profonde trasformazioni in parte volute e in parte determinate dalla globalizzazione – afferma Schiavone, segnalando come “il cambio di passo” sia necessario anche per rispondere alla complessità del fenomeno, che include la componente tradizionale dell’emigrazione italiana ma anche i nuovi flussi, decisamente numerosi, come testimoniano i dati dell'ultimo Rapporto Migrantes recentemente presentato (vedi http://comunicazioneinform.it/presentata-oggi-lxi-edizione-del-rapporto-italiani-nel-mondo-promosso-dalla-fondazione-migrantes/). Una delle principali questioni in cui il Cgie è stato coinvolto è la riforma degli organismi di rappresentanza – Comites e Cgie, appunto, – modifica “necessaria a 10 anni dall'ingresso nel Parlamento italiano degli eletti nella circoscrizione Estero” e sulla quale il Cgie ha promosso nei mesi scorsi una consultazione con i diretti interessati – Comites, associazioni, soggetti, anche singoli, attivi nei diversi Paesi. “Ci sono giunti 60 documenti diversi di proposta di riforma – segnala Schiavone, evidenziando come sia ora in corso un lavoro di discussione e di “sintesi” che confluirà nella stesura di una bozza che sarà vagliata dall’assemblea plenaria straordinaria del Cgie che “dovrebbe tenersi, fatta salva la copertura finanziaria, nella settimana del 12-17 dicembre prossimi”. In questo modo la discussione potrà tener conto anche dell’esito del referendum sulla riforma costituzionale, che, nel caso di vittoria del sì, escluderebbe la presenza di parlamentari eletti all'estero nel nuovo Senato delle Regioni. Per quanto riguarda l’attuale sistema, Schiavone tiene a precisare come esso sia giudicato “quasi obsoleto nell’applicazione, ma non nell’architettura”, sottolineando la validità dei tre livelli di rappresentanza previsti – parlamentari, Cgie, per la rappresentanza intermedia, e Comites, per quella di base, - che rendono il nostro “un modello da tutelare e che è stato additato come esempio anche da altri Paesi”. Segnala inoltre “elementi innovativi” che verranno introdotti e “che dovrebbero assicurare maggiore rappresentatività”, “fermo restando il rispetto dell’autonomia dei parlamentari”. La bozza, frutto di sintesi, “resterà comunque aperta a proposte e suggerimenti” e la riforma verrà elaborata “tenendo presente una prospettiva di medio e lungo periodo”. Il segretario generale aggiunge come siano sino a qui “emersi spunti che ci permettono di essere soddisfatti, rispondenti alle necessità dell’oggi ed anche alle istanze e al protagonismo delle nuove mobilità”. Sottolinea, inoltre, come, pur accogliendo alcuni aspetti suggeriti dal sottosegretario agli esteri Vincenzo Amendola, il lavoro sia stato fatto in autonomia e attraverso un metodo – quello della consultazione allargata sopra richiamata – che verrà ripetuto anche per la definizione di proposte relative ad altri temi di interesse per i connazionali. Sul fronte della promozione di lingua e cultura italiane all’estero, egli segnala come alcuni rappresentanti del Cgie abbiano partecipato alla seconda edizione degli Stati generali sulla lingua italiana svoltasi ad inizio settimana a Firenze, rilevando come sul tema influisca ora anche la riorganizzazione di competenze interna al Maeci, riordino che consentirà di legare più strettamente la promozione culturale a quella del sistema Paese nel suo complesso, nella consapevolezza delle ricadute di tale promozione anche a livello economico. “ Occorre tenere comunque presente che l’obiettivo prioritario è mantenere vivo il legame con gli italofoni e con i connazionali – rileva il segretario generale, ricordando poi le difficoltà che i ritardi nell’erogazione di contributi agli Enti gestori dei corsi di lingua e cultura italiana hanno causato a questi ultimi in termini di programmazione delle attività, una questione aggravata dalla progressiva riduzione dei fondi a disposizione e la cui soluzione è tra le priorità del Cgie. Anche in questo caso, si sottolinea come la normativa in vigore, la legge 153 del 1971, sia da rivedere alla luce del “cambiamento profondo avvenuto nel mondo della scuola, e non parlo solo della didattica – afferma Schiavone, rilevando i molteplici strumenti forniti dalla tecnologia e della rete, ma che devono essere ricompresi in un quadro normativo il cui impulso deve arrivare dalla politica e dal riconoscimento delle potenzialità e dalle logiche, non solo economiche, che un investimento in questo settore assume. Un riconoscimento – rileva - cui è mancata “attenzione” da parte nostra e invece già compiuto in altri Paesi, più forti sul “mercato delle lingue”, come la Gran Bretagna, la Spagna o la Francia. L’occasione per il rinnovamento arriva oggi con la legge sulla “Buona scuola”, cui il Cgie guarda con attenzione, ribadendo la sua volontà a contribuirvi; con altrettanta attenzione verrà seguito l’iter in Parlamento della legge di stabilità, in particolare per le dotazioni finanziarie sul capitolo di spesa dell’insegnamento dell’italiano all’estero. Schiavone si rallegra per i 50 milioni annunciati agli Stati generali dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, ma ricorda le difficoltà attraversate quest’anno per fare in modo che tali risorse raggiungessero la soglia minima dei 12 milioni di euro (raggiunta in ultimo con uno stanziamento aggiuntivo di 2,6 milioni di euro rispetto ai 9,4 inizialmente previsti). In più, le proiezioni per l’anno 2017 riducevano tali risorse a 5,8 milioni di euro, “una somma che, se fosse confermata, metterebbe in crisi tutto il sistema – avverte il segretario generale. A proposito del quesito referendario, Schiavone segnala come all’estero vi sia “fermento e volontà di partecipazione”, perché il tema della Costituzione suscita tra i connazionali un “senso identitario molto forte”. “Riteniamo che la partecipazione sarà altissima e compenserà i momenti oscuri che hanno caratterizzato alcuni altri passaggi elettorali – sostiene il segretario generale, rilevando come il Maeci abbia ben gestito il percorso organizzativo e informativo, che “potrà essere compensato da un’ampia partecipazione”. L'impegno deve proseguire affinché tutto si svolga nella massima trasparenza – rileva Schiavone, ritenendo che un pieno protagonismo debba tradursi anche nel coinvolgimento della collettività non solo nella fase preparatoria al voto ma anche in quella dello spoglio, “percorso che dobbiamo mettere in campo per qualificare la partecipazione dei connazionali e che metterebbe un punto ai momenti difficili avuti nel passato e sarebbe un recupero fortissimo dell’immagine dell’istituzione”. Altri temi all’ordine del giorno, il processo istitutivo per elaborare uno statuto dei lavoratori frontalieri – circa 300 mila italiani, - primo passo verso l’istituzione di un commissario europeo con competenze sulla materia; la questione della eleggibilità all’interno dei Comites dei rappresentanti di patronato, compatibilità che a giudizio del segretario generale è assicurata considerando i patronati all’estero quali associazioni, ma su cui si chiede un chiarimento definitivo viste le difficoltà sorte nell’interpretazione del testo normativo; il recupero e rafforzamento dei rapporti con le Regioni e le loro consulte dell’emigrazione, per l’avvio di un percorso che porti alla convocazione della conferenza Stato-Regioni-Province autonome e Cgie; la riattivazione e l’aggiornamento – anche sul fronte social – del portale del Cgie; il recupero di fondi per svolgere tutte le riunioni e assemblee del Cgie previste per legge, con l’ausilio dello strumento telematico che deve essere “aggiuntivo e non sostitutivo della sua normale attività – avverte Schiavone; l’organizzazione sul territorio di incontri di giovani italiani in occasione delle convocazioni delle prossime assemblee continentali del Cgie e in vista, se possibile, di un secondo incontro mondiale da svolgersi nel 2018, contestualmente alla quarta Conferenza degli italiani nel mondo (una proposta lanciata dal Coordinamento del Forum delle Associazioni Italiane nel Mondo, vedi http://comunicazioneinform.it/il-coordinamento-del-faim-rilancia-limpegno-congressuale-per-la-quarta-conferenza-degli-italiani-nel-mondo/). (Viviana Pansa - Inform/Eminews)