Il testo dell’intervento di Fabio Porta (PD) alla prima “Giornata Italiana “ di Montevideo.
Questo 2016 sarà ricordato per il grande impulso che le relazioni italo-uruguaiane hanno ricevuto grazie ad alcuni momenti importanti, dal punto di vista politico-istituzionale. Il 2 giugno scorso, con una cerimonia solenne il Parlamento dell’Uruguay ha reso uno storico omaggio ai 70 anni della Repubblica italiana: una decisione presa all’unanimità dai deputati di tutti i gruppi parlamentari, che hanno accolto subito e con favore una proposta avanzata dai rappresentanti locali del Comites e del Cgie. Ho avuto l’onore di rappresentare il Parlamento italiano in questa importante occasione, su incarico della Presidente della Camera Laura Boldrini che ha scritto al suo omologo Geraldo Amarilla ringraziando per l’invito, scusandosi per l’impossibilità di essere presente e indicando me (nella mia duplice funzione di eletto nella ripartizione America Meridionale e di Presidente del Comitato italiani nel mondo e promozione del Sistema Paese della Camera dei Deputati) come rappresentante suo e del Parlamento italiano; la Presidente Boldrini ha anche fatto pervenire ai colleghi del Parlamento uruguaiano un affettuoso e significativo indirizzo di saluto, letto nel corso della seduta ufficiale della “Camera dei rappresentanti”. Pochi mesi dopo il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una decisione non del tutto scontata e politicamente significativa, aveva deciso di estendere a Uruguay e Argentina la sua visita di Stato in Messico; il drammatico attentato in Bangladesh, che causò la morte di diversi italiani per mano del terrorismo islamico, costrinse purtroppo Mattarella a sospendere quella visita (che però è prevista per i primi mesi del prossimo anno). Un mese fa ho accompagnato il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi nella sua visita a Montevideo, dove ha voluto incontrare la grande collettività italiana e le autorità politiche e istituzionali del Paese. Tre fatti importanti, dopo lunghi anni di assenza delle istituzioni italiane al massimo livello nel Paese. E’ per questo che la grande festa italiana, la prima nel suo genere, organizzata quest’anno a Montevideo non è un episodio isolato ma un grande evento che si inserisce a pieno titolo in un momento di straordinaria e promettente ripresa delle relazioni tra Italia e Uruguay. Pochi Paesi al mondo sono così intimamente legati all’Italia come l’Uruguay; ciò avviene non soltanto in ragione del 40% della popolazione di origine italiana ma di profondi legami storici, culturali e politici che ancora oggi mantengono vivo e dinamico questo rapporto. Ma c’è anche un altro evento “storico” che ha contribuito a rendere forte e profondo il legame tra i nostri due Paesi. Lo scorso anno è iniziato in Italia il processo sui crimini commessi dalle dittature sudamericane degli anni ’70 a seguito del cosiddetto “Plan Condor”, un’operazione di intelligence e coordinamento della repressione poliziesca che si basava sulla complicità degli Stati Uniti e sulla mutua collaborazione tra i regimi dittatoriali di quei Paesi. Grazie alla giustizia italiana per la prima volta un processo internazionale potrà esprimersi e giudicare crimini commessi durante uno dei periodi più bui della nostra storia; lo Stato italiano e quello dell’Uruguay si sono costituiti parte civile nel processo e analogamente anche il Partito Democratico e il “Frente Amplo” (la coalizione di centro-sinistra che guida il Paese sudamericano) hanno preso tale decisione. Il processo dovrebbe concludersi quest’anno e, nonostante coinvolga diversi Paesi latino-americani, riguarda in maniera prevalente crimini commessi proprio in Uruguay che hanno coinvolto diversi cittadini di origine italiana. Una relazione importante, quella tra Italia e Uruguay, che il governo italiano vuole tradurre in politiche strategicamente intelligenti tanto in relazione ai rapporti economici e commerciali quanto con riferimento ai servizi alla collettività italiana ed alla promozione della lingua e della cultura italiana. Personalmente sono impegnato in prima linea lungo il rafforzamento di questo percorso; un impegno che ho rinnovato il giorno della mia rielezione alla Camera dei Deputati come rappresentante degli italiani del Sudamerica e che da alcuni mesi inizia a dare i primi evidenti risultati. Una strada da non interrompere, semmai da rinvigorire e sostenere; con l’aiuto di tutti: associazioni, Comites, Cgie, patronati, autorità diplomatiche, partiti e istituzioni italiane e uruguaiane.