Gli stranieri di terza generazione potranno ottenere il passaporto rossocrociato più facilmente: il 60,4% dei votanti e 19 cantoni hanno detto sì al progetto di naturalizzazione agevolata. L’Unione Democratica di Centro, unico partito di governo contrario alla riforma, registra una sconfitta sul suo terreno di battaglia, la migrazione La Svizzera ha fatto un piccolo passo a favore dei nipoti degli immigrati, nati e cresciuti in Svizzera: con il 60,4% di sì il popolo ha infatti accettato di iscrivere nella Costituzione il principio della naturalizzazione agevolata per gli stranieri di terza generazione. Per i giovani sarà dunque un po' più facile e meno costoso ottenere il passaporto rossocrociato, anche se le condizioni per accedere alle procedure restano severe. La riforma – sostenuta da tutti i partiti di governo ad eccezione dell‘Unione democratica di centro (Udc, destra conservatrice) – è stata approvata anche da una maggioranza dei cantoni. Solo sette si sono opposti, San Gallo (50.2%), Thurgau (50%), Appenzello interno (56,4%), Uri (53,5%) Svitto (54,2%), Glarono (50,4) e Obvaldo (53,6%). Sul fronte opposto, il sì più netto è giunto senza sorpresa dalla Svizzera francese, con Ginevra (74%) e Vaud (72,8%) in testa. Malgrado i sondaggi avessero previsto un sì nelle urne, il risultato era tutt‘altro che scontato. Non solo era necessaria la doppia maggioranza di popolo e cantoni, trattandosi di una modifica costituzionale, ma in passato la Svizzera aveva già respinto per ben quattro volte dei progetti di naturalizzazione facilitata per i discendenti degli immigrati. L‘ultimo caso risale al 2004, quando il 51,6% dei cittadini aveva bocciato il rilascio automatico del passaporto agli stranieri di terza generazione. Anche una semplificazione della procedura per la seconda generazione era stata respinta 25’000 nuovi svizzeri Quasi 25‘000 giovani potrebbero presentare una domanda di naturalizzazione facilitata secondo uno studio realizzato da Philippe Wanner, professore all‘Università di Ginevra. La cifra corrisponde a circa 2‘200 persone all‘anno. La maggior parte possiede la nazionalità italiana, ma a essere interessati sarebbero anche numerosi giovani originari dalla Turchia e dai Balcani. Naturalizzazione agevolata, ma con criteri severi Il testo approvato il 12 febbraio dal popolo è il frutto di un compromesso politico: per raggiungere una maggioranza in parlamento, le condizioni per accedere alla procedura sono state rese più severe e a differenza del 2004 oggi non si parla più di un automatismo. Gli stranieri dovranno ancora candidarsi, ma non saranno più sottoposti a dei test d'integrazione e la procedura sarà gestita a livello federale. I candidati dovranno però rispettare diversi criteri: avere meno di 25 anni, essere nati in Svizzera, detenere un permesso di domicilio (permesso C) e aver frequentato almeno 5 anni di scuola dell‘obbligo nella Confederazione. E non è tutto. Questi ultimi due criteri dovranno essere soddisfatti anche da almeno uno dei genitori, che dovrà aver vissuto in Svizzera per 10 anni. Per quanto riguarda i nonni del candidato, uno dei due dovrà poter dimostrare di aver avuto un permesso di dimora o di essere nato nella Confederazione. Il governo saluta i vantaggi di un compromesso All‘origine del progetto, la consigliera nazionale socialista Ada Marra si è detta "estremamente felice". "Il mio pensiero va a tutti gli stranieri che hanno costruito questo paese con gli svizzeri. Si tratta di una riforma in miniatura, di un piccolo passo, ma indispensabile". L‘avallo di popolo e cantoni rappresenta anche una vittoria personale per questa figlia di immigrati italiani, che poco dopo la sua elezione alla Camera bassa, nel 2008, aveva depositato l‘iniziativa parlamentare ?La Svizzera deve riconoscere i propri figli?, all'origine del testo approvato oggi. L’UDC denuncia una “svendita della nazionalità” Unico partito di governo contrario alla riforma, l‘Udc ha invece denunciato "una svendita del passaporto". "Eravamo soli contro tutti. Ora c‘è il pericolo che i cantoni abbassino ulteriormente la guardia per quanto riguarda le procedure di naturalizzazione": ha affermato il deputato Jean-Luc Addor (UDC/Vallese), fra i principali oppositori al progetto. Nota per le sue campagne provocatorie sul tema degli stranieri, l'Udc non ha mancato di suscitare polemica. Alcuni esponenti, tra cui lo stesso Addor, hanno fatto tappezzare le città di manifesti che ritraevano una donna col burka accompagnata dallo slogan "Naturalizzazioni incontrollate? No". Dello stesso avviso anche il collega di partito Andreas Glarner, che ha già annunciato l'intenzione di presentare una mozione in parlamento affinché le persone che intendono naturalizzarsi siano obbligate a rinunciare alla loro cittadinanza. (da solidali insieme - Stefania Summermatter)