"La giornata di lavoro dei Comites dell'Australia, svoltasi ad Adelaide, si è aperta con una dettagliata relazione dei Presidenti Quaglia, Cerrato, Stagnitti, Calabrese, Pascalis e Petriconi sulle attività nelle singole circoscrizioni e sui temi all'ordine del giorno dell'assemblea del CGIE. Su di essa è intervenuto il Consigliere del CGIE Franco Papandrea. Dopo aver portato il mio saluto e quello del collega Giacobbe, ho richiamato l'esigenza di lavorare sui problemi reali della comunità, promuovendo nei prossimi mesi un monitoraggio della rete diplomatico-consolare e una verifica della qualità dei servizi prestati ai connazionali. Sulla riforma dei Comites, la posizione da assumere sarà quella indicata dai Presidenti australiani: una sostanziale e netta bocciatura di un percorso già superato dai fatti, una finta riforma che in realtà penalizza soprattutto i Paesi anglofoni. Non è riducendo il numero dei Comites che si innova la rappresentanza comunitaria. Sul tema della promozione linguistico-culturale, chiediamo non soltanto il pieno riconoscimento degli Enti gestori in Australia, impegnati in questo settore con serietà e qualità da quarant’anni, ma il rafforzamento del loro ruolo nel contesto di qualsiasi strategia e progetto del governo italiano in Australia. Gli Enti gestori sono da considerarsi interlocutori privilegiati e a loro va riconosciuto il compito di coordinare, a livello nazionale australiano, la promozione dell’italiano con altre organizzazioni che operano sul territorio. Nella seconda parte della giornata, durante il pranzo di lavoro alla South Australian Italian Association, ho richiamato le grandi sfide che abbiamo davanti a noi, a partire dai populismi e dagli egoismi nazionalistici che, sia livello culturale che a livello politico ed economico, rischiano di rallentare scambi, opportunità formative e progetti di collaborazione bilaterale. Un freno, insomma, alla politica di reciprocità, che ha caratterizzato i rapporti tra l'Italia e l'Australia per molti anni. Passi indietro sulle politiche d'immigrazione e sui visti rallenterebbero le opportunità di scambio, restrizioni sulla cittadinanza renderebbero il sistema più rigido, limitazioni sulla mobilità delle persone limiterebbero la crescita delle opportunità formative. In sostanza l'età della "chiusura" culturale potrebbe avere conseguenze molto negative sul futuro dei rapporti bilaterali. Ho ribadito la convinzione che l'Italia abbia bisogno di una guida politica decisa e con idee chiare. La sconfitta referendaria è stata una battuta d'arresto. È necessario superare questa condizione di "rallentamento" istituzionale e continuare a costruire, possibilmente con Matteo Renzi che ha dimostrato di saperlo fare, l'Europa dei popoli e delle culture. La Brexit non deve essere l'evento che caratterizzerà l'Europa del futuro, ma un episodio che dovrà rafforzare l'Unione. In questo senso è impegnato il Governo di Paolo Gentiloni. In questa giornata importante per il Comites di Adelaide che l'ha organizzata, in questo Stato, il South Australia, può ancora nascere un modello nuovo di partnership tra imprese, business community, istituzioni e comunità per rafforzare gli strumenti della "conoscenza", il fattore fondamentale per costruire le scelte del futuro. Da Adelaide, dove è nato il Forum dei Parlamentari australiani di origine italiana, arriva oggi un'altra proposta per un business council innovativo anche rispetto all'esperienza delle Camere di Commercio". On. Marco Fedi www.marcofedi.it