ROMA - La riforma dell’editoria, con i decreti attuativi approvati venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri, è stata al centro di una parte dei lavori dell’assemblea plenaria del Cgie, convocata da oggi alla Farnesina. Al Consiglio generale, in particolare, viene chiesto un parere sulla parte dei decreti che riguarda la stampa quotidiana italiana edita all’estero e sui periodici editi e diffusi all’estero e su quelli editi in Italia e diffusi all’estero (articolo 23 comma 3). Ad illustrare il testo dei decreti ai colleghi è stato Giangi Cretti, presidente della Commissione Informazione del Cgie e della Fusie. I decreti, ha spiegato Cretti, “dovranno essere approvati definitivamente entro il 15 maggio. Il nostro parere sarà affidato alle Commissioni parlamentari competenti, Cultura, Bilancio ed Affari Esteri. Nei decreti viene considerata la specificità di questo tipo di stampa, che ovviamente non può rispettare i requisiti chiesti alla stampa “italiana”. Abbiamo avuto, negli ultimi mesi, una interlocuzione informale con la Presidenza del Consiglio, proprio per far presente le specificità della stampa italiana all’estero”. “Al momento i quotidiani italiani all’estero sono due-tre: sicuramente America Oggi e Gente d’Italia, non sono sicuro che il “Corriere canadese” sia tornato anche in formato cartaceo. Per accedere ai contributi i quotidiani fanno riferimento - -con l’eccezione dei contratti di lavoro – al regolamento previsto per quelli italiani e possono essere anche soltanto online. I periodici invece devono essere cartacei: la loro versione online viene riconosciuta solo se legata a copia cartacea”. Chiarito che “le agenzie di stampa specializzate fanno riferimento ai contributi per i periodici”, Cretti ha citato le novità del decreto: “per accedere ai contributi cambia l’anzianità della testata, 2 anni invece di dei tre previsti finora; invariato il requisito del testo in lingua italiana almeno per il 50% della pubblicazione; bisognerà poi indicare nella gerenza, o impressum, che il giornale viene edito con i contributi del Governo; infine, ogni impresa editoriale avrà diritto a chiedere contributi per una sola testata”. “L’ammontare dei contributi di una testata non potrà eccedere il 5% del totale, ad esempio, ora che il totale è di 2milioni di euro, una testata non può avere più di 100mila euro”, ha spiegato Cretti. “Cambia molto il criterio di calcolo dei contributi che dipenderanno dai costi sostenuti (personale, produzione) che dovranno essere documentati e certificati da un organismo terzo, riconosciuto dalle autorità locali. Stessa cosa per la vendita”. Un altro cambiamento importante riguarda il “quanto”: “ora per i periodici si sapeva quant’era l’ammontare della somma disponibile perché essa era stabilita dalla legge (2milioni di euro); una cifra a volte integrata – come successo quest’anno con 1 milioni di euro - dalla legge di stabilità. Ora non si avrà più questa certezza perché il fondo da cui si attingerà sarà quello unico per tutta l’editoria italiana; esso verrà costituito dall’eccedenza del canone rai, dalle tasse imposte alle concessionarie di pubblicità e così via. Insomma, cambia di anno in anno”. Inoltre “non si sa qual è la quota destinata alla stampa all’estero”. i decreti che “di anno in anno definiranno questo ammontare saranno emanati dal Dipartimento per l’editoria della Presidenza del consiglio. Per i periodici la suddivisione di questo ammontare rimarrà, come è ora, del 70% ai periodici editi all’estero (tra le 80 e le 90 pubblicazioni), e il 30% a quelli editi in Italia (ora 18-20)”. In un comma specifico del decreto di attuazione, ha aggiunto Cretti, “si spiega che, nel caso in cui la dotazione dei contributi non fosse sufficiente a coprire il contributo a tutte le testate, questo verrà diminuito in proporzione”. Inoltre, “scompare la Commissione che finora prendeva visione, insieme al Maeci e alla Presidenza del Consiglio delle testate ammesse; la cancellazione viene motivata dal fatto che l’operazione ora diviene puramente amministrativa. Rimane il parere del Comites”. “Da respingere in toto – a parere di Cretti – la parte del decreto che prevede il parere del Console non solo sull’esistenza della testata ma anche sulla sua utilità per la comunità. Ravvedo in questa norma un indebito condizionamento sulla stampa”. Cretti ha quindi proposto ai colleghi un parere positivo chiedendo peròlo stralcio della “inaccettabile “attestazione” concessa ai consoli”. I decreti attuativi, ha concluso, diventeranno legge entro il 15 maggio, entreranno in vigore il 1° gennaio 2018 e quindi faranno testo per le dichiarazioni del 2018 inoltrate entro il 31 marzo 2019”. Nel dibattito che è seguito, i consiglieri hanno sostenuto la necessità di mantenere la Commissione, ma anche di sapere almeno indicativamente quale “quota parte” del fondo verrà destinata alla stampa italiana all’estero. Tutti si sono detti contrari alla previsione sul parere del console circa la “utilità” della testata. Chiarito che secondo le intenzioni della Presidenza del Consiglio il procedimento per erogare i contributi si concluderebbe entro il 31 ottobre di ogni anno, l’assemblea del Cgie ha votato a maggioranza – 4 astenuti e 2 contrari Preabianca e Nulli – la redazione di un parere positivo al decreto con la condizione che venga stralciata l’indicazione sul parere del Console sulla utilità e con due raccomandazioni: mantenere la Commissione e definire la quota parte del fondo che spetta alla stampa estera. Sarà cretti a redigere il parere che poi sottoporrà in visione all’assemblea. (ma.cip.\aise)