ROMA - Un dibattito che tocca diverse questioni, dal Comites al Cgie, passando per la promozione della lingua, la crisi dei consolati, quella, drammatica, del Venezuela, e quella, personale, di Gian Luigi Ferretti che, primo ad intervenire, annuncia le sue dimissioni perché “deluso” e sconfortato e “stanco”. In tanti tra gli intervenuti, compreso il sottosegretario Vincenzo Amendola, gli hanno chiesto di ritirarle. Si vedrà. Antonio Putrillo (Svizzera) è tornato sulla Casa d’Italia a Zurigo – citata da Amendola – per dire invece che ristrutturare l’edificio si poteva procedere ad uno swap immobiliare; il sottosegretario ha rivendicato la bontà dell’operazione confermando che le scuole che dovranno traslocare momentaneamente durante la ristrutturazione saranno aiutate economicamente. Deputato eletto all’estero, Marco Fedi (Pd) ha richiamato tutti all’unità e alla responsabilità. Secondo il parlamentare “le dichiarazioni di Amendola e Schiavone sembrano lontane ma portano ad una convergenza: la prima ha anticipato impegni che il Cgie ha posto alla sua attenzione. Avete avuto dal sottosegretario delle risposte che in Parlamento ancora aspettiamo ad alcune interrogazioni”. Dunque il Cgie “è ancora importante: non lo sminuite voi con le contrapposizioni politiche”. Molto critico con Amendola e la sua relazione, Mariano Gazzola (Argentina):il vicesegretario per l’America Latina ha definito “incredibili” alcune affermazioni del sottosegretario. “Il Governo non ci può dire che ha potenziato la rete consolare, quando noi a Rosario abbiamo un turno per il passaporto tra 11 mesi. È una presa in giro”, afferma il consigliere, secondo cui è “inaccettabile l’affermazione che nonostante le poche risorse il Maeci garantisce i servizi. Non è vero. La rete in America Latina è al collasso e questa è una responsabilità del Governo”. Quanto alle pratiche della cittadinanza, “alcuni hanno pagato i 300 euro della pratica ma stanno ancora aspettando la cittadinanza”. Quanto alla parte di questi soldi che andrà ai consolati, Gazzola afferma che “nessuno vuole venire in America Latina perché non conviene economicamente”. Criticità note all’Amministrazione, gli ha risposto Amendola che ha ricordato lo sblocco del turn over con nuove assunzioni e osservato che molto del lavoro della rete in Sud America dipende dalle maglie troppo larghe della nostra “bella legge di cittadinanza” che “va rivista”. A non piacere a Riccardo Pinna (Sud Africa) è invece il riferimento al fundraising previsto per i Comites, una procedura, ha spiegato, “già usata dalle associazioni e dalla rete diplomatica”, dunque con un rischio di “sovrapposizione” che potrebbe portare a scontri o, comunque, malcontento nella collettività. Confermata la chiusura degli asili annunciata ieri in Senato, Pinna ha replicato all’appello all’unità di Fedi sostenendo che “al Cgie c’è già, non altrettanto tra gli eletti all’estero”. Anche a lui Amendola ha risposto subito per rassicurarlo sugli asili proponendo un “invito ad una riflessione con i nostri uffici” e prendendo atto delle preoccupazioni del consigliere sul fundraising proposto ai Comites per autofinanziarsi. Silvia Alciati (Brasile) ha invece evidenziato le difficoltà dei Comites quando ricevono i fondi troppo tardi, quasi a fine anno, quindi con poco tempo per usarli. Importante per il rinnovamento degli organismi “sarebbe rivedere l’esperienza della Conferenza dei giovani del 2008”. Sul fronte della cittadinanza - in Brasile la lista di attesa può essere di 15 o 20 anni, ha detto – si assiste ad un proliferare di agenzie che portano gli aventi diritto in Italia, per bypassare le liste dei consolati. Un meccanismo, le ha risposto Amendola, “che conosciamo, in cui per il momento non ravvisiamo nulla di penalmente di rilevante, ma condivido le sue preoccupazioni”. Anche per Giangi Cretti (Svizzera) sul foundraising Pinna “ha ragione”; mentre Isabella Parisi () ha proposto di organizzare una nuova conferenza dei giovani. Un appuntamento che sarebbe gradito anche al sottosegretario che ha invitato il Cgie a formalizzare la proposta. Lungo e accorato l’intervento di Nello Collevecchio che ha illustrato la drammatica crisi del Venezuela, le difficoltà dei nostri connazionali che, ha denunciato, non viene ben rappresentata dal Consolato generale a Caracas da lui accusato di apportare “un danno materiale e psicologico a tutti noi per i suoi disservizi. I Comites di Caracas e Puerto Ordaz non hanno avuto fondi, le scuole idem. A Maracaibo non è così. Il Consolato dovrebbe essere commissariato, perché voi alla Farnesina non ricevete corrette informazioni. Ci appelliamo a tutta la vostra sensibilità – ha aggiunto - per organizzare una commissione che verifichi se c’è abuso di potere e omissione di atti di ufficio. Dallo scorso giugno 42 connazionali in difficoltà non godono di nessun aiuto e qua sentiamo che i soldi per l’assistenza ci sono!”. Maria Chiara Prodi (Francia) ha chiesto di avere chiarimenti sullo Spid e su come si integri con Secoli e ricordato che già lo scorso anno, la Commissione Nuove generazioni aveva chiesto un nuovo – il terzo - censimento degli italiani all’estero. A Luigi Billè (Gran Bretagna) illustrare la situazione nel paese nel giorno in cui è stata attivata la procedura prevista dall’articolo 50del trattato di Lisbona che porterà alla Brexit. Il consigliere ha spiegato che “la comunità si prepara a tutto, ma c’è incertezza su tutto, contenuti e percorso, che di fatto inizierà a maggio. Noi Cgie ci stiamo muovendo tempestivamente in sinergia con la comunità, cercando di mettere assieme tutti i Comites, l’intercomites, consolati e ambasciata, ma anche consoli onorari. Visto che la Brexit è un processo progressivo, ci dobbiamo presentare come una sorta di lobby”. Enrico Musella (Francia) ha attaccato il “continuo stillicidio del Maeci che ci vuole strangolare e far chiudere il Cgie”. Quindi, è intervenuto Gianni Farina, deputato del Pd ed ex consigliere, secondo cui “il Cgie se non ci fosse bisognerebbe inventarlo”. Nel passato, ha ricordato, fu fatto “un grande lavoro sulle leggi istitutive trasmesse al Parlamento, anche per la riforma dovrà essere così. Il vostro compito non è aspettare, ma impegnarvi per fare una proposta concreta alla luce degli straordinari cambiamenti in atto”. Quindi il deputato ha portato all’attenzione dell’assemblea il caso-Marsiglia con il Console Mazza che ha denunciato presidente del Comites e consiglieri Cgie per le proteste organizzate contro la sua gestione – cui anche Farina ha partecipato – e le dichiarazioni dette e pubblicate. “Sentendosi calunniato il console chiede 250mila euro di risarcimento. Credo che Dgipem debba fare qualcosa”. Da Schiavone è giunta la solidarietà di tutto il Cgie e la proposta di chiedere un appuntamento ad Amendola per sottoporgli la questione. Presente ai lavori della giornata come rappresentante delle regioni Luigi Scaglione (Basilicata) che ha dato al Cgie il merito di aver “riattivato il lavoro con consulte e le commissioni regionali”; il Consiglio generale è “un interlocutore operativo e concreto”, ha aggiunto, sottolineando l’opportunità, vista la nuova emigrazione, di “aprire un canale di collegamento tra Cgie e politiche regionali e statali” e di organizzare “progetti condivisi”. Infine, Rocco Di Trolio (Canada) ha informato il consiglio dello scioglimento del Comites di Toronto due giorni fa, chiedendo un intervento presso il Console affinchè indica subito nuove elezioni. (m.c.\aise)