(Roma – Il 22 novembre, dopo una giornata di confronti e discussioni tra i consiglieri riuniti alla Farnesina per l’Assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, sono state approvate le due proposte di riforme che disciplinano i Comitati degli italiani all’estero e il Cgie. La proposta di articolato che riguarda i Comites è stata approvata quasi all’unanimità (solo un astenuto); tutti d’accordo, invece, sulla proposta di riforma del Cgie. Per quanto riguarda l’articolato di riforma del Cgie, sono state votate alcune modifiche al testo già approvato durante la plenaria di marzo. Il punto più spinoso, quello che riguarda i consiglieri di nomina governativa: la discussione si è accesa su quelli scelti tra i partiti politici, scomparsi dalla bozza di riforma. Alla fine, i venti consiglieri nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri saranno così designati: sette dalle associazioni nazionali dell’emigrazione; due dalle Regioni e dall’Anci; sei dalle confederazioni sindacali e dai patronati maggiormente rappresentativi sul piano nazionale, rappresentati nel Cnel; tre scelti dai partiti con maggiore rappresentanza nel Parlamento italiano; uno dalla organizzazione più rappresentativa dei lavoratori frontalieri; uno dalla Federazione unitaria della stampa italiana all’estero, che per ragioni della sua rappresentanza, può essere anche residente all’estero (tutti gli altri consiglieri devono avere invece la cittadinanza italiana). Eliminato il rappresentante della Federazione nazionale della stampa, presente invece nel vecchio testo. Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all'estero e le Politiche migratorie del ministero degli Esteri, si è complimentato con il Cgie per la “determinazione e la pazienza con cui avete gestito questa giornata”. Secondo Vignali “è stata una giornata importante perché ha confermato che il Cgie non è un moribondo comatoso, ma un soggetto vitale che vuole affermare il proprio ruolo e rilanciarlo nel futuro. Vedo un organismo pronto, vitale e determinato”. Quello della riforma degli organismi di rappresentanza “è un tema significativo, delicato e sentito”, aveva detto in apertura dei lavori il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone. Silvana Mangione, vice segretario generale del Consiglio generale degli italiani all’estero per i Paesi anglofoni extra-europei e relatrice delle proposte di riforma, ha ripercorso le tappe di questi due articolati: “E’ il risultato di un anno di lavoro. Abbiamo interpellato tutti i Comites del mondo, abbiamo chiesto consigli a tutte le persone interessate al mondo dell’emigrazione. Sulla base della maggioranza dei suggerimenti che costruivano una visione armonica abbiamo stilato un primo documento politico, approvato nelle commissioni continentali a novembre dell’anno scorso, integrato con i suggerimenti del comitato di Presidenza e approvato dalla plenaria di marzo”. Ci sono stati poi “ulteriori integrazioni e miglioramenti al testo, di nuovo approvato dalle commissioni continentali tra fine settembre e metà novembre di quest’anno– ha sottolineato Mangione -. Da qui sono nate due proposte di articolato che tentano di riflettere quanto è stato deciso nel documento di accompagnamento”. “Con la proposta di riforma di Comites e Cgie dovremmo esprimere una proposta audace, che sia di medio e lungo periodo, per dare ai cittadini italiani che vivono all’estero la possibilità di essere protagonisti nei paesi dove vivono - ha sottolineato Schiavone -. I cittadini italiani devono avere gli strumenti e i riferimenti legislativi affinché possano sentirsi protetti” e per questo è necessario “aggiornare la riforma alle esigenze di oggi”, ha concluso Schiavone. Nella discussione spazio anche alle nuove generazioni: alla fine del primo giorno di plenaria, Maria Chiara Prodi, presidente della VII Commissione del Cgie - Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove – ha proposto di tenere a Palermo la seconda Conferenza dei giovani italiani nel mondo. La Conferenza si dovrebbe tenere nell’autunno del 2018, a dieci anni dalla prima. “Si tratta di un progetto bellissimo – ha commentato Vignali - perché tocca un tema fondamentale come la nuova mobilità all’estero e consente di coniugare altri aspetti come la Capitale della Cultura, il tema del Mediterraneo e il turismo di ritorno. Si tratta di affinare il processo di preparazione e mi impegno a parlarne personalmente con il ministro Alfano”. (NoveColonneATG)