La Migrantes, l’organismo pastorale della Commissione episcopale italiana, ha ricordato i suoi trent’anni di impegno verso i migranti che, uniti ai precedenti vent’anni di lavoro dell’UCEI (Ufficio centrale per l’emigrazione italiana), fanno mezzo secolo di lavoro assiduo e operoso sulla difficile frontiera della mobilità italiana e internazionale.
Nel corso dell’incontro di presentazione dell’opera che ricorda questo percorso - Impronte e scie. 50 anni di Migrantes e migranti - , in cinque volumi, sono state ricordate le quattro “passioni” che hanno sorretto e dato impulso all’attività della Fondazione: la conoscenza delle migrazioni ( «non solo leggere ma scrutare»); l’accoglienza, in nome della ricerca di una “santità ospitale”; l’accompagnamento del migrante nella realtà di accoglimento; la dignità dell’uomo come criterio basilare nelle condizioni di vita, nelle relazioni sociali e civili, nei rapporti di lavoro. Nell’incontro si sono evidenziate consapevolezza e determinazione in ordine alla necessità di relazionarsi alle migrazioni come un dato strutturale della contemporaneità, ma anche preoccupazione sul modo in cui in Europa e in Italia si guarda a questo ineliminabile fenomeno. In particolare, è venuto l’autorevole invito a «non allentare la presa per il condizionamento di culture politiche che fanno del rifiuto del migrante la loro bandiera». Desideriamo esprimere il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine per quanto da tempo la rete della Migrantes ha fatto per i migranti e per le comunità italiane nel mondo, non solo in termini di formazione e servizio religioso ma anche di sostegno sociale e civile, e fare alla Fondazione gli auguri di un ancora lungo percorso. Nello stesso tempo, in virtù del patrimonio storico ed etico dell’emigrazione italiana, ci sentiamo aperti e pronti al dialogo sui valori e sulle azioni necessarie ad assicurare l’integrità, la dignità e la possibilità di miglioramento dei migranti, in un quadro di equilibrata governance dei processi migratori e di necessaria sicurezza. Soprattutto nel momento in cui la vita di centinaia di migliaia di persone sembra diventare merce di scambio di accordi di governo all’insegna dell’egoismo e della demagogia. I Parlamentari del PD Estero: Garavini, Giacobbe, Carè, La Marca, Schirò, Ungaro