GENOVA – Il Mei-Museo dell’Emigrazione Italiana nascerà nel 2020 a Genova. Sarà realizzato presso la Commenda di San Giovanni di Prè. La tabella di marcia prevista: 2018 progettazione, 2019 esecuzione dei lavori, 2020 consegna degli spazi.

Nel frattempo, ci saranno alcune mostre “di avvicinamento” all’apertura del MEI che si aggiungeranno alle centinaia di eventi che, tra Museo del Mare, Palazzo Reale e Università già animano il quartiere intorno a via Prè. Il Mei è stato presentato alla Commenda di Prè. “Oggi lanciamo il Museo dell’Emigrazione Italiana, un museo nazionale a Genova - ha detto il sindaco Marco Bucci alla presentazione del progetto - Penso che tutte le famiglie italiane abbiano qualcuno che ha fatto l’emigrante, in un modo o nell’altro. Questo museo è importante per i giovani perché conoscano la nostra storia, è importante per tutti i cittadini italiani che possono magari ritrovare qui alcuni riferimenti alla propria famiglia di origine ed è importante per tutti i turisti perché possano vedere quale è stata l’impronta degli italiani e della italianità nel mondo. Con l’Acquario e il Museo del Mare (MuMa) a due passi il Museo dell’Emigrazione completa un’offerta museale e turistica di primo livello”. Genova ha avuto un ruolo strategico nella storia dell’emigrazione italiana: da qui partirono le prime ondate migratorie e per anni e anni Genova fu punto di partenza per moltissimi migranti. “La Commenda di San Giovanni di Prè –ha spiegato Piero Campodonico, direttore del MuMa – è a metà strada tra la stazione ferroviaria di Principe, dove i migranti arrivavano in città, e la stazione Marittima da cui partivano i transatlantici. Ed è proprio nelle vie della zona di Prè, tra alberghi, affittacamere e osterie, che i migranti trascorrevano i giorni nell’attesa della partenza. Per tutti la Commenda era un punto di riferimento”. Il Mei racconterà la storia dell’emigrazione italiana in tutte le sue forme, dall’Unità d’Italia alla contemporaneità: non solo l’emigrazione transatlantica, ma anche quella europea, non solo l’emigrazione all’estero, ma anche le migrazioni interne, quelle dal sud al nord e dalle campagne alle città. Ad essere narrata sarà non solo la storia di un popolo con le valigie di cartone, ma piuttosto di come gli italiani, emigrando, hanno cambiato il mondo con il lavoro, l’arte, la musica, l’architettura, l’enogastronomia. “Il Mei sarà un museo multimediale, immersivo, interattivo e con moltissima tecnologia – ha annunciato l’assessore alla Cultura di Genova Elisa Serafini - E sarà anche il primo museo della narrazione, per ritrovare la nostra storia e per raccontare come l’italian style si è diffuso in tutto il mondo”. Il sindaco ha ringraziato pubblicamente il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo che ha messo a disposizione “i fondi per questa avventura”. Il progetto è infatti finanziato nella sua parte più consistente dallo Stato (tre milioni di euro fonte “Grandi progetti e beni culturali” e due milioni dal “Patto per Genova”) e dalla Fondazione San Paolo con un contributo di 300mila euro per la progettazione. “Tra musei statali, musei comunali ed eventi dell’Università questo quartiere totalizza circa 350mila visite museali all’anno”, ha affermato la direttrice di Palazzo Reale e del Polo museale Liguria Serena Bertolucci alla presentazione. Alla presentazione sono intervenuti anche l'assessore alla Cultura della Regione Liguria Ilaria Cavo, Marcello Tagliente del Mibact, la presidente del Mu.Ma Nicoletta Viziano, Roberto Timossi della Fondazione San Paolo. (Inform)