JOHANNESBURG - Il Vice Segretario Generale del Cgie per i Paesi Anglofoni Extraeuropei Silvana Mangione ha aperto a Johannesburg la riunione della Commissione Continentale Anglofona. La Magione ha in primo luogo espresso apprezzamento per il lavoro svolto dal consigliere del Cgie Ricardo Pinna “

perché si trova in una situazione mai verificatasi prima d’ora nei 27 anni di vita del Cgie: egli è infatti l’unico residente in Africa eletto e delegato a rappresentare l’intero Continente africano. Fino a questa consiliatura, infatti, avevamo due consiglieri eletti in Sudafrica e un terzo eletto nell’Africa settentrionale francofona, tant’è vero che la Commissione europea del Cgie si chiama ancora Commissione Continentale per l’Europa e l’Africa del nord. Ora c’è soltanto Riccardo Pinna e l’appoggio della nostra Commissione, del Comitato di Presidenza e dell’assemblea del Cgie alle richieste del Collega Pinna è solidale e compatto” “Come da nostra prassi, - ha proseguito la Silvana Mangione - la prima parte dei nostri lavori sarà dedicata interamente al Paese ospitante, con la partecipazione anche del Console Onorario Costantino Buccimazza venuto da Durban, che ringraziamo, e alle altre istanze delle nostre comunità nel resto del continente. Definiremo insieme i suggerimenti da portare all’attenzione del Presidente del Cgie, il Ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi e, attraverso la sua voce e quella del primo sottosegretario eletto all’estero, con delega per gli italiani all’estero, Ricardo Merlo, al Governo italiano, mentre contiamo sulla presenza dei due parlamentari eletti nella Ripartizione Asia, Africa, Oceania, Antartide, sen. Francesco Giacobbe e on. Nicola Carè, che ringraziamo per essere con noi e per volersi trattenere per tutta la durata dei lavori, per far sentire la nostra voce nelle aule in cui si legifera anche a nostro favore. Il Presidente della Commissione affari esteri del Senato Vito Rosario Petrocelli, non ha potuto essere con noi, perché deve intervenire all’Assemblea plenaria delle Nazioni Unite che si apre questa domenica. Tuttavia, avrò occasione di fargli rapporto sui nostri lavori, incontrandolo a New York al mio rientro, e sono felice di informarvi che si è già impegnato a venire in missione ufficiale in Sud Africa in date da definire concordandole con l’Ambasciatore Donnici e la comunità tutta. Su richiesta del Consigliere Pinna ho anche scritto alla Sottosegretaria Emanuela Claudia Del Re, che ha delega per i Paesi dell’Africa subsahariana, per chiederle un incontro durante la Conferenza sull’Africa che si terrà il 25 ottobre prossimo a Roma. Il Ministro Luigi Maria Vignali, che ringraziamo per averci raggiunto di persona invece che soltanto via Skype, continuerà nel suo importantissimo lavoro di tessitura fra la Direzione Generale degli italiani all’estero e le altre Direzioni generali del superiore Ministero, per proteggere e far valere i diritti e le esigenze di tutte le nostre collettività. Direi che siamo davvero ben protetti”. “Quando ho stilato e inviato ai colleghi la prima bozza di Ordine del giorno di questa riunione, - ha continuato Silvana Mangione - mi sono sentita dire che di esercizio del diritto di voto all’estero e di cittadinanza avevamo già parlato troppe volte. Forse sarebbe giusto cominciare a riconoscere alle donne un misterioso dono di preveggenza, perché nel caso del voto dovremo discutere ex novo dei termini di eventuale ratifica da parte dell’Italia e applicazione a tutti noi delle direttive della nuova legge elettorale europea, che prevede la possibilità di estendere l’elettorato attivo e passivo ai cittadini dell’Unione residenti fuori dai Paesi della UE. Inoltre, la messa in sicurezza del voto all’estero è una delle priorità fissate dal Sottosegretario Merlo, che ha sollecitato una presa di posizione del Cgie di cui farsi portatore a Governo e Parlamento. A questo proposito, dopo che una deputata del M5S ha proposto nella plenaria di luglio non soltanto che per votare i cittadini residenti all’estero siano obbligati a dichiarare la propria volontà in proposito attraverso un’opzione – di fatto registrandosi in un separato elenco di elettori – ma addirittura che siano cancellati dall’elenco dell’elettorato attivo presso il Ministero dell’Interno i nomi di tutti coloro che non si registrano, sono andata a rileggere con molta attenzione l’articolo 48 della bellissima Costituzione italiana che fissa chiaramente, fra le altre cose, i seguenti principi: Sono elettori tutti i cittadini italiani, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età; Oltre che segreto, personale e libero, il voto è uguale, vale a dire il voto di un italiano all’estero conta tanto quanto ed è soggetto agli stessi termini di quelli di un cittadino residente in Italia; E’ garantita l’effettività dell’esercizio del diritto di voto all’estero; Il voto è un dovere civico; ‘Il diritto di voto Non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge’. E noi sappiamo bene che quando la Costituzione prevede un elenco tassativo di limitazioni, per aggiungerne altre, quale l’obbligo di opzione, per esercitare il nostro diritto/dovere, ci vorrebbe una modifica costituzionale”. La Mangione si è poi soffermata sia sul documento elaborato sul voto all’estero dalla III Commissione del Cgie , Diritti civili e politici, evidenziando spunti interessanti ma anche un’idea non applicabile come la divisione delle esistenti ripartizioni della Circoscrizione estero in Collegi elettorali, sia sulla riforma dei primi due livelli della rappresentanza degli italiani all’estero . “ offriremo – ha spiegato in proposito la Mangione - un’informativa congiunta del Comitato di Presidenza e del Direttore generale Vignali sullo stato di avanzamento delle procedure, per avere il riscontro dei due parlamentari presenti sull’iter delle proposte di modifica delle leggi istitutive di Comites. e Cgie, approvate la prima con un astenuto, la seconda all’unanimità dall’Assemblea plenaria del Cgie in una storica giornata del novembre scorso. Allora fummo tutti d’accordo nel rinviare la presentazione della nostra proposta a un momento successivo all’insediamento del nuovo Parlamento e del nuovo Governo dopo le elezioni a marzo di quest’anno. Ora che siamo in presenza del nuovo Parlamento e del nuovo Governo, è arrivato il momento di avviare il percorso di trasformazione delle nostre proposte in legge ed è auspicabile che si ripeta quanto accadde nel 1998, quando l’allora Sottosegretario Piero Fassino fece propria e presentò come proposta di Governo l’articolato di riforma del Cgie, da me stilato al termine del lunghissimo e vivacissimo dibattito del Gruppo di lavoro ad hoc, approvato dall’Assemblea del Consiglio generale e diventato la nostra legge attuale, prima degli stravolgimento dettati da un malinteso senso di risparmio di fondi, attraverso la prevaricazione del numero dei cittadini italiani sulla reale consistenza e peso politico ed economico delle comunità di italodiscendenti nei nostri Paesi e conseguenti ricadute positive sulla bilancia dei pagamenti e l’intero sistema Italia. Rivedremo insieme – ha continuato la Mangione - il piano di lavoro del Cgie e della Commissione Continentale Anglofona per l’ultimo trimestre dell’anno: Stati Generali della Lingua Italiana, Plenaria d’autunno; Seminario Donne Italiane all’Estero; Convegno sull’emigrazione a Matera, Città della Cultura 2019. Verificheremo se le date fissate per tutte queste iniziative rimarranno inalterate, perché potrebbero esserci dei cambiamenti. Ai progetti già citati si è affiancato quello della convocazione entro il 2019 di una Conferenza sull’informazione, resa necessaria dalla nuova legge sull’editoria e la stampa italiana all’estero. Quanto al nostro piano di lavoro, rispetteremo i dettami della legge istitutiva e ci attrezzeremo rapidamente e approfonditamente per dare il nostro contributo alla produzione del “libro bianco” o “Annuario” del Cgie proposto dal Segretario generale, ossia di un corposo documento informativo che rinnova radicalmente il formato della relazione annuale da presentare tramite il Governo al Parlamento, come previsto dalla legge”. Dopo aver ricordato la necessità di elaborare input per la preparazione della quarta assemblea plenaria della Conferenza Permanente Stato – Regioni – Province Autonome – Cgie, la Mangione ha rilevato come il tema della diffusione dell’insegnamento dell’italiano all’interno della strategia integrata di promozione del Sistema Paese sia stato oggetto di un intero pomeriggio di lavoro sia generale che dettagliato nel corso di ognuna delle due riunioni della nostra Commissione Continentale rispettivamente a Melbourne a ottobre del 2017 e a Toronto a maggio di quest’anno. “Il nuovo aspetto della relativa regolamentazione, che ci troviamo ad affrontare, - ha aggiunto silvana Mangione - è l’analisi della bozza di modifica della Circolare 13, già editata rispetto alla prima versione che fu presentata alla plenaria di luglio e fatta oggetto di ampio dibattito, anche in seguito alle indicazioni della Commissione tematica Lingua e Cultura. La questione delle pratiche e delle iniziative per lo sviluppo qualitativo e quantitativo dell’insegnamento dell’italiano nel mondo è fondamentale e difficile al tempo stesso. Va affrontata con delicatezza, sia tenendo conto delle diversissime realtà esistenti nelle tre grandi divisioni territorial-continentali: Europa, America Latina e Paesi Anglofoni extraeuropei, che contemperando l’esigenza di definire linee comuni a tutti con la necessità di evitare la camicia di forza dell’imposizione di un solo modello di azione che fallirebbe in molte delle nostre situazioni. Bisogna quindi cercare di disegnare e adottare paletti validi in generale per quanto riguarda la gestione dei fondi e le prassi di trasparenza nell’amministrazione dei contributi e nella raccolta dei dati sugli obiettivi conseguiti unendoli alla massima flessibilità nella scelta degli interventi all’interno dei sistemi scolastici locali e nell’implementazione delle best practices provenienti da tutto il mondo per massimizzare i risultati anche attraverso una politica di potenziamento di fondi propri. Abbiamo il dovere di uscire definitivamente, e al più presto, - ha concluso la Magione - dall’ottica dell’assistenzialismo su cui è stata costruita quasi cinquant’anni fa la legge 153/1971 alla quale ancora si intitola il capitolo di spesa della Farnesina. Dobbiamo superare e rompere definitivamente la gabbia di identificazione dell’italiano come lingua etnica, pena la sparizione della nostra lingua se non raggiungeremo il traguardo minimo di 150 milioni di italofoni in tutto il mondo entro il 2050. In questo, i Paesi della nostra commissione hanno sempre dimostrato di essere anni luce più avanti di tutti gli altri nell’ideazione e creazione di modelli e prospettive dei piani di sviluppo dei corsi. Sono convinta che saremo capaci di continuare in questo senso