MEZZO SECOLO DI PRESENZA FEMMINILE ITALIANA NEL MONDO DELLA FABBRICA SUCHARD IN UNA CONFERENZA ED UN LIBRO

"La cioccolata, uno dei prodotti svizzeri di maggior successo, viene percepita come esclusivamente svizzera, nonostante le materie prime, il cacao su tutte, siano importate".

Eppure, "Gli storici hanno dimostrato come l’arte cioccolatiera moderna in Europa si sia sviluppata soprattutto in Francia e Italia e in parte in Germania, senza tralasciare la filiera belga di produzione per ovvie ragioni storiche legate alla colonizzazione e alle piantagioni di cacao africane. Eppure, nonostante questa lunga tradizione, le aziende svizzere hanno avuto la capacità di prevalere mondialmente in questo settore. " A riflettere su questo assunto Mariachiara Vannetti, Presidente del Comites di , da tempo residente nella Confederazione Elvetica, presentando il volume dedicato all'azienda Suchard, dal titolo, "Suchard, un gigante dalle mani migranti. Storia delle donne italiane nell'industria del cioccolato" che sarà al centro dell'attenzione il prossimo 7 novembre nel corso di una "Conferenza Suchard" al Museo d'Arte e di storia della città di Neuchâtel. Un incontro con il gruppo di ricerca dell'Istituto di Ricerca sociologica dell'Universita' di Ginevra, al quale prenderanno parte i due sociologi Sandro Cattacin, Irene Pellegrini e lo storico delle migrazioni Toni Ricciardi. Spiega la Presidente del Comites Mariachiara Vannetti: "La famosa tavoletta di cioccolato vide la sua diffusione grazie a laboratori e aziende elvetiche, la cui fortuna è strettamente legata alle importazioni dall’Italia: i macchinari costruiti, perfezionati e sperimentati nella penisola; l’arte della lavorazione acquisita a partire dal ‘700 dai viaggiatori svizzeri e dalla stessa manodopera stagionale che per lunghi periodi si recava nelle principali città del Nord Italia (Torino e Milano) per sviluppare competenze artigianali in materia; e, infine, la manodopera che contribuì in maniera determinante al processo di industrializzazione del settore. Questa ricerca analizza in profondità il caso specifico della Suchard. L’azienda di Neuchâtel rappresenta un eccellente case study principalmente per tre motivi: 1) Fu la azienda cioccolatiera svizzera che per prima si dotò di una rete commerciale moderna di distribuzione; 2) Operò come multinazionale sia in termini finanziari che dislocando fabbriche all’estero; 3) Attinse, più di altre e prima di altre, ad un ingente numero di manodopera femminile italiana per la quale e grazie alla quale predispose strutture ed azioni sociali a favore delle donne. Fu una delle prime aziende svizzere in tal senso. L’obiettivo della ricerca è quello di ricostruire le fasi della nascita, della crescita e della consacrazione come azienda di primo piano del settore, evidenziando il contributo di più generazioni di donne provenienti dall’Italia a partire dal secondo dopoguerra. In tal senso, ancora oggi, si sa poco di queste donne: da dove arrivavano, chi erano, come lavoravano e quale fosse il loro rapporto quotidiano con gli svizzeri e le svizzere e, più in generale, con la Svizzera. L’intento è, quindi, quello di dare voce a queste storie e fornire un contributo alla storiografia sociale e alla storia della migrazione femminile in Svizzera. Nel volume si ricostruiscono le vite lavorative di donne che, per mezzo secolo, hanno contribuito in maniera determinante al successo della Suchard. La ricerca si basa su fonti d’archivio (materiale fotografico dal progetto fondo fotografico Suchard, che raccoglie i documenti legati non soltanto alla produzione, la distribuzione e la vendita del cioccolato, ma anche ai modi di vita delle famiglie operaie e dei responsabili delle fabbriche), diari, lettere, stampa dell’epoca, oltre che su interviste narrative alle ex operaie ancora residenti in Svizzera. Il volume, dopo aver affrontato la storiografia sulla Suchard dagli anni della formazione in Germania del suo fondatore nel XIX secolo alla costruzione della rete commerciale; internazionalizzazione; invenzione di marchi mondialmente conosciuti; analisi del contributo al miglioramento del processo produttivo da parte delle donne italiane, in un quadro d'insieme, affronta il tema della ripresa dellìemigrazione nel secondo dopoguerra – 1946/1960 Per molto tempo la storiografia ha immaginato che il fenomeno fosse esclusivamente maschile. La storia della Suchard ci dimostra come il contribuito in termini qualitativi e numerici delle donne non fu di second’ordine. Questo quadro d’insieme assume ancora maggior significato oggi (2018), a 70 anni dall’accordo tra Svizzera e Italia del 1948. La prima generazione – 1961/1971. A partire da questa sezione si entra nel vivo dell’oggetto della ricerca, attraverso una comparazione dei luoghi della partenza con l’arrivo in Svizzera romanda; le diverse condizioni ed esperienze di lavoro svolto; le motivazioni che hanno spinto alla partenza; le eventuali catene migratorie. Si tratta di elementi che ci hanno aiutato a definire il quadro di un processo di emancipazione femminile. Emancipazione che non è stata intesa come lavoro di genere, bensì come fattore sociale individuale in un contesto, quello svizzero, in cui negli anni ’60, paradossalmente, molti diritti erano ancora negati alle donne. Il processo è stato analizzato anche rispetto agli strumenti di inserimento e di partecipazione sociale alla vita aziendale (es. ruolo del giornale aziendale). La seconda generazione – 1972/1990 Attraverso la comparazione tra due e più generazioni vengono descritti i processi di adattamento professionale e sociale, nonché le differenze nella stessa percezione e autorappresentazione. In altre parole, sono descritti i mutamenti percettivi e fattuali di generazioni di donne messe confronto con un paese, a sua volta, radicalmente mutato. In conclusione, il bilancio di mezzo secolo di storia della presenza femminile nel contesto lavorativo della Suchard, offre dei punti di cesura e dei processi di cambiamento bidirezionali avvenuti. Particolare attenzione èdata a come la Suchard ha cambiato queste donne – provenienti da diverse parti dell’Italia – e come queste ultime hanno cambiato, a loro modo e con generazioni diverse, il modello della Suchard ed insieme a questo, il cantone di Neuchâtel.(02/11/2018- ITL/ITNET)