Non si sono ancora sopenti i riflettori sulla anomala vicenda del deputato Fausto Longo, che per la seconda volta entra in parlamento eletto nelle liste del PD nella circoscrizione estero America Meridionale in quota PSI . Ma chi è questo rappresentante degli italiani all’estero che pur eletto nelle liste del PD non ha mai aderito ai gruppi parlamentari
del partito che lo ha eletto, se pur all’interno di una coalizione che in questo caso viene utilizzata per tenere in vita una sigla che di voti ormai ne ha ben pochi? Intanto, assieme al suo compagno di partito e segretario del PSI aderisce al gruppo misto, in buona compagnia con altre sigle dormienti. Ma veniamo al nostro deputato. Fauso Longo, dopo avere fatto alcune esperienze politiche in Brasile do ha anche ricoperto incarichi amministrativi, nel 2008 si candida in una lista del PSI e riporta 1.377 voti senza sortire alcun risultato. Ritorna sulla scena politica alle elezioni del 2013, ma questa volta non ripete l’errore di candidarsi in una lista del PSI, ma entra nelle liste dove viene eletto al senato con 29.077 voti. Un bel balzo in avanti che nulla a che vedere con i 1.377 voti del 2008. Non credo sia necessario dire quale sigla politica ha contribuito alla sua elezione con 27.700 voti. Anche in questa occasione, pur sapendo da dove arrivavano i voti che gli hanno aperto la porta del Senato, non aderisce al gruppo PD, ma a quello misto. Un mezzo collaudato da tanti altri per non essere sottoposti a nessuna regola interna. Non contento della prima legislatura, alle elezioni del 2018 si ripresenta sempre nelle liste del PD. Fino all’ultimo si sapeva che avrebbe riconfermato la candidatura al senato, ma nella confusione che ha caratterizzato il lavoro del PD nella fase di scelta delle candidature, all’ultimo momento viene stravolto tutto e Longo spunta candidato alla camera. Il suo seggio al senato era stato ceduto a Nencini sempre PSI quindi a lui andava il presidio alla camera. Con 8.906 voti, parecchio al di sotto quindi dei 27.700 presi la volta precedente, Longo torna in Parlamento andando ad occupare lo scranno fino ad allora tenuto con grande senso di responsabilità e di attaccamento agli italiani all’estero da Fabio Porta, che invece non ce l’ha fatta ad entrare in senato. A questo punto, alcune domande sono quasi d’obbligo: 1) quanto è grande l’italianità di questo personaggio nato in Brasile, introdotto in quel mondo politico rivestendo anche diverse cariche amministrative elettive? 2) Come mai è stato candidato pur avendo rivestito cariche elettive in un comune del Brasile? 3) Come mai, essendosi candidato alle politiche in Brasile non gli sono state chieste le dimissioni dalla carica di reputato che intanto rivestiva e riveste in Italia? Strani acquisti del PD, che penalizza i propri dirigenti ed i propri uomini, per fare posto a persone che usano il PD e poi lo abbandonano, solo con lo scopo di tenere in vita sigle spesso vuote, che non portano voti, ma solo singoli per occupare poltrone. Nel caso specifico siamo convinti che per una questione di coerenza, ma anche di decenza e di correttezza, il Deputato Fausto Longo che in tutti gli anni passati al senato pare non sia riuscito ad imparare l’italiano debba dimettersi e se non lo fa lui, il partito che ,lo ha fatto eleggere: il PD e quello a cui dice di richiamarsi: il PSI, gli debbano chiedere le dimissioni in modo da fare posto a qualche altro che abbia più rispetto della comunità italiana all’estero e più senso di appartenenza. Salvatore Augello 27 novembre 2018