Tale Giuliana Ridolfi Cardillo e i suoi mandanti mi rivolgono un attacco politico e personale per una preoccupazione da me manifestata in una recente intervista sull’ambiguità di Forza Italia in merito alla paventata riduzione dei parlamentari eletti nella circoscrizione Estero.
Lascio cadere, per quanto sgradevoli, i risvolti personali che non sono abituata a discutere con persone di incerto ruolo e collocazione e vengo agli aspetti politici, gli unici che ai connazionali possono interessare. Forza Italia, si dice, non sarebbe favorevole alla riduzione dei parlamentari esteri. Ebbene, la commissione affari costituzionali del Senato sta lavorando su tre proposte di legge, univoche nel richiedere la riduzione dei parlamentari esteri da 18 a 12 (8+4). Il primo (A.S. n. 214) è stato presentato dal sen. Gaetano Quagliariello, del gruppo Forza Italia – Berlusconi Presidente, ex ministro per le riforme costituzionali; il secondo dal sen. Roberto Calderoli (A.S. n. 515), del gruppo Lega-Salvini Premier; il terzo (A.S. n. 805) dai senatori Pattuanelli e Romeo, del gruppo Movimento 5Stelle. Trattandosi di una riforma generale e pesantissima del Parlamento, nessuno può pensare che si tratti di iniziative personali. Il problema di Forza Italia, dunque, non è smentire La Marca, ma semmai smentire Quagliariello e indurlo a modificare la sua proposta di legge. Cosa che finora non è avvenuta. Sempre a proposito della posizione di quel partito sul voto all’estero, a tacer d’altro, la proposta di legge elettorale presentata dall’allora Capogruppo alla Camera Renato Brunetta prevedeva per gli italiani all’estero l’eliminazione del voto per corrispondenza e il voto nei seggi (Art. 4, comma 1, lett. a), il che avrebbe significato la caduta verticale della partecipazione e alla lunga il probabile superamento del voto all’estero e della relativa circoscrizione. Quanto alla risibile accusa che mi viene rivolta di avere votato per l’eliminazione dei senatori della circoscrizione Estero, a tal Ridolfi Cardillo e ai suoi mandanti sfugge il piccolo particolare che la riforma costituzionale votata per cinque volte dal Parlamento e approvata dal 70% degli elettori all’estero prevedeva il passaggio dal bicameralismo al monocameralismo, con il superamento non dei senatori all’estero, ma dell’intero Senato elettivo. Solo l’ineffabile vedetta nuovaiorchese può rivendicare l’elezione di senatori senza Senato. Comunque, poiché il momento è grave, non è il caso di indulgere in polemiche, ma di unire le forze. Spero che, superando ambiguità del passato e del presente, tutti vogliano farlo a difesa della circoscrizione Estero e di un’autonoma rappresentanza degli italiani all’estero. L’unica cosa che veramente conta.