ITALIANI ALL'ESTERO - SPAGNA - MARIANI (COMITES DI MADRID): "EMIGRARE E' PER TUTTI UN TRAUMA. IMPRESCINDIBILE AGENZIA CHE IN ITALIA MONITORI POTENZIALITA' E DIA CONSULENZA CITTADINI CHE INTENDONO EMIGRARE
Innovare per dialogare sempre meglio con i connazionali all'estero e dare risposte utili a quanti si rivolgono ai Comites italiani nel mondo. Questo, in buona sostanza, l'obiettivo che in questi ultimi anni si è posto il Comites di Madrid e che sta portando avanti attraverso molteplici iniziative. A partire da quelle culturali, di promozione del made in Italy, dai servizi di eccellenza in Spagna (dalle assicurazioni, agli accordi con istituti sanitari, dai dibattiti agli incontri su tematiche contingenti, politiche, sociali, ecc... nel tentativo di superare quello iato - ahinoi, ancora tradizionalmente esistente nell'immaginario collettivo e non solo - tra comunità in Italia ed all'estero. Gli ultimi incontri promossi a Madrid il 4 e 5 dicembre ed il dibattito scaturito intorno ai temi del lavoro e dell'emigrazione dei giovani italiani all'estero, a partire dal docu-film realizzato da Barbara Pavarotti per la Fondazione Cresci, ne è un esempio (vedi: https://www.facebook.com/Comites.Spagna.Madrid/videos/560038711090040/) Anche perchè occorre sottolineare che la comunità italiana in Spagna si è numericamente, oltre che qualitativamente, infoltita negli ultimi anni, portando nuova linfa al nucleo di più antica data ma anche molteplici nuove esigenze. E per il futuro, le previsioni danno la Spagna come uno dei Paesi maggiormente privilegiati dagli italiani che intendono emigrare. Di qui la necessità di uno strumento agile, chiaro e facilmente accessibile come il Vademecum realizzato dal Comites di Madrid con la collaborazione dell'Ambasciata e del Consolato, sia in formato cartaceo (che puo' essere richiesto gratuitamente) che tramite web ed una App per mobile, danno la misura dell'impegno di questo Comites, nell'ambito del sistema italiani all'estero. Al Presidente del Comites Pietro Mariani, Italiannetwork/Italialavorotv ha chiesto di approfondire le dinamiche che sono alla base dello sviluppo innovativo del Comites. "Il Comites di Madrid che presiedo da 3 anni e mezzo - siamo nell'ultimo anno e mezzo di legislatura - ha sempre portato avanti iniziative innovative. La parte tecnologica è la parte finale, ma è stata discussa e decisa nel consiglio varie volte in questi anni, perchè l'informazione deve arrivare anche all'ultimo italiano che è o in partenza dall'Italia od è appena arrivato. Purtroppo nella maggioranza dei casi sia quando parte che quando arriva non ha una conoscenza reale dei suoi diritti e dei suoi doveri. Quindi l'informazione che noi diamo con questi sistemi tecnologici, come il vademecum - è essenziale. Motivo per cui lo stamperemo in migliaia di copie e lo distribuiremo attraverso i consolati onorari, attraverso le associazioni, i canali che troveremo più opportuni, perché arrivi al massimo numero possibile delle persone. Lo spirito che ci porta a fare queste iniziative è che abbiamo notato che l'informazione reale, completa, è frammentata, è distribuita in cento canali, e per le persone che non hanno un'esperienza o una capacità completamente digitalizzata o che dal punto di vista dell'esperienza personale non hanno una completa conoscenza di questi meccanismi, e quindi occorre riunire in un unico canale questa informazione che è di utilità e di aiuto. E' questo il motivo per cui il Vademecum è stato pubblicato non solo in formato cartaceo, ma anche distribuito sulle reti on line e su tutti i canali disponibili. Puntiamo inoltre su questa nuova applicazione dell'app telefonica, scaricabile gratuitamente, che permette di arrivare alle stesse informazioni con pochi click. Quindi se uno vuole prendere un appuntamento non deve andare su google a cercarla, basta scaricare l'applicazione, cliccare il segmento di interesse e l'informazione arriva molto velocemente. L'obiettivo è semplificare. Arrivare in un paese straniero, non vuol dire semplicemente prendere la valigia, l'aereo, pagare il biglietto, atterrare e poi trovarsi un posto dove dormire, fa presente il Presidente del Comites, ma è soprattutto comprendere quali siano le regole per la convivenza in quel paese. In Spagna cerchiamo come Comites di dare queste informazioni in maniera più diretta possibile." Ma - aggiunge Pietro Mariani - i contenuti sono quelli che il cittadino dovrebbe avere - dal mio punto di vista - prima di partire" e spiega " le informazioni che noi diamo sono quelle che dovrebbero essere fornite dalle istituzioni in Italia a qualsiasi cittadino che decide di espatriare prima di partire. questo è ciò che manca, perchè in Italia non c'è questo tipo di sensibilità, quindi noi cerchiamo di coprire questa carenza all'arrivo, anche se molte volte, purtroppo, arriviamo in ritardo. Presidente, Lei ritiene che il sistema delle attuali rappresentanze degli italiani all'estero - sia parlamentare che degli enti o delle associazioni - stante le difficoltà in cui oggettivamente si dibattono - riescano a rappresentare adeguatamente le esigenze delle attuali comunità all'estero che sono mutate ? Perchè in alcuni momenti sembra, piuttosto, che si parli di comunità che esistevano 30/40/50 anni fa' ....! "Parliamo innanzitutto delle nuove comunità e dei cambiamenti. Vede, l'attuale rappresentanza - stigmatizza Mariani - è stata pensata per un'Italia all'estero che oggi non è più com'era 20-30 anni fa. Dal mio punto di vista, però, il fattore numerico non è determinante ( ndr.-come la riforma sul numero dei parlamentari) ma la qualità e la capacità di intervento rispetto alle istituzioni italiane che hanno a che vedere con il voto degli italiani all'estero e che, probabilmente, sono rimaste un po' indietro, rispetto all'evoluzione degli ultimi 10-15 anni. Quando si parla di nuova emigrazione si parla di persone che sono uscite e stanno uscendo dall'Italia in questi ultimi anni. E lo stanno facendo non più come avveniva una volta, con un contratto in tasca, ma vanno alla ricerca di un'opportunità. Molti ci riescono con successo, altri no. Quello che deve fare lo Stato, e quindi chi si occupa dell'emigrazione, è di preoccuparsi non solo di quelli che hanno successo, ma anche di quelli che non lo hanno. E' lo Stato che ti dovrebbe creare l'assistenza. Enti, associazioni, ecc. dovrebbero divenire un volano e dare una capacità di consiglio nei confronti di queste persone. Mi spiego, se tu sei muratore, ti devo consigliare di non andare in Spagna perché da 10 anni non si costruiscono case. E' un mercato morto ! Ecco perchè ci deve essere un'agenzia che orienti chi parte dall'Italia verso i mercati europei o extraeuropei e lo faccia in base alle specificità delle persone, alle loro capacità, professionalità. Questo è il lavoro da fare in partenza. E qualora, per altre ragioni non legate alla professione, le persone scelgano quel paese, ebbene ci deve essere a livello locale qualcuno, come i Comites che a livello normativo hanno questa funzione, che orienti queste persone nel capire se il paese è adatto a loro oppure no. Un paese dove ogni anno vanno via 150-200.000 persone e non si ponga il problema di capire il perché di questi flussi, e soprattutto non si ponga il problema di proteggerli all'estero, dal punto di vista sociale, non è un paese civile ! " afferma il Presidente del Comites, che puntualizza "Mi spiego meglio. Il "sistema" italiano all'estero - che è ben strutturato ma probabilmente non ha strumenti adeguati alle nuove necessità dell'emigrazione - dovrebbe pensare ad un nuovo sistema." La "mobilita'" della nuova emigrazione. " Facendo riferimento alla vecchia emigrazione: la vecchia emigrazione partiva con un contratto in tasca, si integrava nel paese che richiedeva quello specifico tipo di professionalità. La persona che andava lì costruiva il suo futuro lì, e probabilmente andava in pensione lì, contenta di vivere in quel paese. Oggi, questo nuovo mondo non prevede la possibilità che una persona che arriva in un paese diventi stanziale per tutta la vita fino alla pensione. Non c'è più ! Tu vai in Francia, stai 10 anni, lavori finchè è possibile, poi finisce quella possibilità di lavoro ed in Francia non hai più futuro, devi cercarti un'altra opportunità. Magari in Spagna, in Germania, o in un altro Stato dove ci siano possibilità. Ebbene, uno Stato moderno deve capire che questo tipo di persone in Europa o fuori Europa, hanno bisogno di un diverso tipo di attenzione, di supporto, di aiuto. " "I Comites - secondo il Presidente Mariani - devono arrivare a questa funzione. La funzione per cui sono nati 30-40 anni fa è morta, non ha più senso ! Ebbene "il Comites di Madrid sta percorrendo questa strada ! Sta cercando di dare queste indicazioni, attraverso queste nuove iniziative tecnologicamente avanzate, che non riguardano solamente la Spagna, ma sono dedicate anche a chi vuole scaricare il vademecum dall'Italia e capire, prima di partire, cosa deve fare, quali sono i diritti ed i doveri. Sarebbe, però, bellissimo - auspica il Presidente del Comites di Madrid che lo Stato italiano facesse le stesse cose, e dicesse, vuoi andare in Francia ? Queste sono le regole, prima di partire scaricati il vademecum e capisci se è un paese adatto a te oppure no. Forse sarebbe meglio la Spagna o la Germania o chicchessia. Questo è quello che deve fare lo Stato, questa è l'idea che c'è dietro tutte queste iniziative ". Presidente, il discorso potrebbe essere, d'altra parte, molto diverso riguardo ai Paesi d'oltreoceano, anche se ormai le distanze si sono enormemente accorciate ed anche lì si potrebbe talvolta parlare di una diversa mobilità migratoria. D'altra parte, a fronte di quanto detto molti giovani pero' non intendono rientrare in Italia. Lo abbiamo appreso dal docu-film della Fondazione Cresci, avendo trovato all'estero condizioni professionali migliori di quel che avrebbero potuto ottenere in Italia. E molti sono gli anziani che per svariate ragioni hanno preferito emigrare. Per di più intere famiglie stanno lasciando il nostro Paese. Lei ritiene che i benefici fiscali previsti in passato da altri Governi per i ricercatori e con la Finanziaria 2019 per gli anziani che decidano di rientrare in Italia possano ottenere un risultato positivo o che si possano considerare piu' che altro manifesti elettorali o iniziative di partito che in realtà avranno scarsi riscontri ?. "La mia opinione, e lo dico da sessantenne, tornare in Italia, in Sardegna che è la mia terra, per motivi fiscali non è il mio sogno ! La normativa attuale, prevista dalla finanziaria, parla di pensionati esteri, quindi con pensioni estere, o pensionati italiani residenti all'estero da più di 5 anni, quindi di persone che hanno lasciato l'Italia anni fa e che per utilizzare questi sgravi fiscali dovrebbero tornare in Italia , ottenendo uno sconto sulle ritenute mensili della loro pensione. Ma se parliamo di pensionati, ci sono due ragioni per cui le persone vanno via dall'Italia dopo la pensione, la prima è economica, ed è giustificata nei casi di estrema necessità. Persone che hanno una pensione minima cercano paesi non solamente dal punto di vista fiscale favorevoli, ma anche paesi dove il costo della vita è più basso e quindi con la pensione che hanno lorda o netta, a seconda che siano Inpdap o Inps, riescono a vivere una vita più decente. Chiaramente cercano paesi che hanno un clima adeguato alle loro necessità, quindi più al Sud Europa possibile o altri Paesi del Sud del mondo che permettano loro di vivere una vita più gradevole dal punto di vista climatologico, ma il fondo della questione è che secondo me un Paese moderno non può espellere i propri pensionati che hanno pagato i contributi tutta la vita per queste ragioni. Dalla Spagna, ad esempio, gli anziani non vanno via in Tunisia o in Argentina o in altri paesi con cui hanno relazioni di questo tipo per vivere meglio, ma si spostano all'interno della Spagna. Un pensionato spagnolo che guadagna 1000 euro al mese a Bilbao, si sposta a Sud della Spagna perché magari cerca un clima migliore. Non c'è questo flusso di pensionati spagnoli verso il resto del mondo. Al contrario, sono tantissimi i pensionati spagnoli emigrati che tornano in Spagna. Il flusso in uscita dei pensionati italiani è un fenomeno totalmente italiano, legato un po' al fatto delle pensioni troppo basse che non permettono una vita decente, soprattutto in Nord Italia. Poi ci sono pensioni che non sono basse, adeguate, ma che sono eccessivamente tassate, quindi si ricerca una migliore qualità di vita emigrando all'estero. Vanno in Portogallo perché hanno 10 anni di esenzione al 100%. Vanno in Tunisia perché anche lì hanno l'esenzione ed il clima è buono. Però, vorrei sottolineare un dato di fatto: emigrare è una trauma per una persona che ha una tradizione, una cultura, le radici in un posto. E questo non è un problema di età. Andare via dalla propria terra, a 18 anni o 60 anni è un trauma. E' chiaro, più giovane sei più il trauma lo assorbi. Riesci a superarlo se hai successo. Per una persona che ha 65 anni e deve cambiare le sue abitudini, le sue amicizie, per questioni solamente economiche mi sembra una cosa terribile". Presidente, una domanda flash: Con la contrazione dei fondi per i Comites, cosa succederà ? Potranno proseguire nelle loro attività od avranno delle difficoltà ? "Se ci sarà un milione in meno di quel che dicono sia stato tagliato ai Comites ed i 400.000 euro al CGIE, Le rispondo come Presidente del Comites di Madrid , il nostro Comites non ha mai basato la propria attività sui fondi ministeriali. Sono sempre arrivati: molte volte carenti, altre volte - come lo scorso anno - si è trattato di una somma importante che ci ha permesso di fare delle iniziative, però non abbiamo mai fatto i conti con l'oste, ma abbiamo sempre creato attività che ci permettessero - attraverso donazioni, attraverso collaborazioni esterne, a carattere gratuito, di mantenere alto il livello delle iniziative. Pensare che l'intervento ministeriale sia la panacea per dare qualità all'attività dei Comites dal mio punto di vista non è un elemento fondamentale. Quello che è importante sono le capacità e le volontà del Consiglio nel suo insieme per creare e pensare ad un servizio. I soldi se le cose sono fatte bene e danno un valore aggiunto alla comunità arrivano anche da altre parti.". Presidente, è aumentato il numero degli italiani all'estero che si rivolgono al Comites ? "Posso risponderle per la Spagna. So che i Comites di Madrid e Barcellona in questi ultimi anni hanno lavorato bene. Hanno recuperato l'immagine negativa che c'era con i Comites precedenti. E lo dico come Consigliere dei Comites del passato. Sono nel Comites da 15 anni. In passato erano legati a certi gruppi. Oggi sono aperti alla comunità. Quello che manca ancora è purtroppo l'informazione . Ma questa deve nascere dallo Stato, come ho detto all'inizio di questa intervista. ! (11/01/2019- M.F.-ITL/ITNET)