ROMA - Primi passi per l’indagine conoscitiva sulle condizioni e sulle esigenze delle comunità degli italiani nel mondo deliberata dalla Commissione Affari Esteri del Senato. Ricevuta la necessaria autorizzazione nelle scorse settimane, la Commissione guidata da Vito Petrocelli (M5S)
ieri ha provato a fare il punto su quali temi trattare e come procedere alla presenza non solo dei senatori della terza commissione, ma anche degli eletti all’estero che hanno riposto all’invito del presidente. Primo ad intervenire, dopo i saluti di Petrocelli, il senatore Raffaele Fantetti, eletto in Europa con Forza Italia, che ha prima di tutto sostenuto che “la tematica su cui è incentrata l'indagine conoscitiva in discussione diverge sostanzialmente dalle competenze proprie della 3 Commissione: in effetti, il fenomeno complessivo delle comunità degli italiani all'estero – un unicum che non ha riscontri in altri Paesi, e che, proprio per tale motivo, nelle passate legislature, ha giustificato la costituzione di un apposito Comitato - non riguarda solamente coloro che emigrano oggi, ma ricomprende necessariamente anche gli italiani iscritti nel registro dell'AIRE”. “I concittadini in mobilità da un Paese all'altro dell'Unione europea non possono essere considerati degli emigranti, in quanto il loro spostamento è avvenuto all'interno di un territorio comune”, ha sostenuto Fantetti, secondo cui “in ogni caso, ci si trova di fronte ad una realtà considerevole, che tocca il 10 per cento della popolazione italiana e che, sicuramente, non può essere oggetto di attenta disamina nell'ambito di una mera indagine conoscitiva”. Il senatore, quindi, ha ribadito le sue critiche alla mancata costituzione del Cqie: “è davvero una grave circostanza quella per cui si è pervenuti, nonostante le perplessità enucleate da varie compagini politiche, al rigetto, anche presso l'Aula del Senato, dell'opzione di esaminare mozioni o disegni di legge miranti appunto alla costituzione di un Comitato, come avvenuto nelle legislature del 2006, 2008 e 2013. La decisione, in parallelo, di approntare un'indagine conoscitiva sugli italiani all'estero presso la terza Commissione, in sé scorretta, non deve essere considerata come preclusiva della eventuale costituzione pro futuro del Comitato, anche alla luce del fatto - che induce ulteriormente a riflettere - che, presso l'omologa Commissione della Camera dei deputati, si è deciso di istituire, al proprio interno, una conferente sottocommissione o comitato che tratterà, in modo specifico, il tema delle comunità dei connazionali nel mondo”. Concludendo, Fantetti ha auspicato “la ricostituzione, presso il Senato, del Comitato rimanendo, in ogni caso, a disposizione per fornire qualsiasi contributo di carattere informativo che sia necessario”. Senatrice eletta in Centro e Nord America, Francesca Alderisi (Fi), d’accordo con Fantetti, ha richiamato “l'esigenza di tenere conto, in un'ottica di complementarietà, da un lato, della necessità di istituire, come in passato, un Comitato permanente per gli italiani all'estero e, dall'altro, di dare attuazione all’indagine conoscitiva che, in ultima analisi, è stata autorizzata dalla Presidente del Senato”. Per questo, ha concluso, “anche io mi metto a disposizione per offrire le mie esperienze e la mia conoscenza in materia”. Eletto in Sud America, Adriano Cario (Maie) nel suo intervento ha messo in risalto, in particolare, le problematiche della circoscrizione in cui è stato eletto, soprattutto “nell’ambito dei servizi della rete diplomatico-consolare che registrano un organico purtroppo insufficiente a fronte di una collettività numerosa”. Senatore del Pd eletto in Australia, Francesco Giacobbe ha ribadito che “i temi riguardanti le condizioni degli italiani all'estero non dovrebbero essere "ghettizzati" in un unico ambito istituzionale, ma, al contrario, andrebbero "spalmati" il più possibile in seno alla complessiva sede parlamentare”. Il senatore ha quindi criticato il “profilo metodologico” scelto per questa indagine conoscitiva che, in questo modo, “non rappresenta lo strumento ordinamentale idoneo e sufficiente ad analizzare, in maniera esaustiva, la complessa fenomenologia in questione”. “Quanto alle argomentazioni addotte dal senatore Fantetti, in gran parte condivisibili, - ha aggiunto – credo che esse possano più agevolmente essere sostenute agendo di nuovo e convintamente nella sede decisionale propria, ossia la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi parlamentari”. Tornando all'indagine - rispetto alla quale il Pd si astenne, in occasione della deliberazione – per Giacobbe sarebbe “opportuno procedere stabilendo una ragionata metodologia d'inchiesta, nonché una attenta elencazione dei temi da affrontare, tra i quali, in via del tutto provvisoria e propedeutica, dovrebbero esserci sicuramente questi: le comunità italiane come risorse; la promozione della lingua e della cultura italiana come importante investimento "di ritorno" per il Paese; il rapporto in loco con le altre comunità nazionali; il ruolo dei patronati e dei servizi da loro offerti”. Quanto alle personalità e agli organismi da audire, il senatore ha proposto di iniziare con Farnesina e Cgie per ascoltare poi i vari studiosi ed accademici, esperti della materia, e, quindi, gli esponenti del mondo associativo. Secondo il senatore Aimi (Fi), “la via maestra da seguire dovrebbe essere, allo stato, quella di realizzare una sinergia tra l'indagine conoscitiva, che, di fatto, è pienamente operativa e nella sua fase di avvio, e la costituzione de iure condendo del Comitato, che, va ricordato, non rientra nella disponibilità e nella competenza decisionale della Commissione affari esteri. Ricordo che il Gruppo Forza Italia ha votato a favore della proposta di procedere all'indagine: dunque, auspico il superamento di eventuali contrapposizioni che, in ogni caso, impedirebbero di concentrarsi sul merito della questione, che, come è noto, presenta molteplici sfaccettature e profili”. Senatrice Pd eletta in Europa, Laura Garavini, d’accordo con Giacobbe, ha esortato i colleghi a “focalizzare l'indagine conoscitiva su temi il più possibile circostanziati e concreti. Ad esempio, risulterebbe di indubbia utilità conoscere meglio quale tipologia di servizi consolari sarebbe opportuno predisporre per le nuove modalità di migrazione, quelle, per intenderci, che interessano le nuove generazioni di italiani che decidono di andare a vivere all'estero, anche al fine di immaginare delle forme adeguate e aggiornate di tutela dei diritti di queste ultime”. Concludendo, il Presidente Petrocelli ha manifestato “apprezzamento per gli spunti di riflessione testé enucleati” e invitato i senatori a “predisporre anche in forma scritta le loro proposte e i loro suggerimenti quanto alle tematiche da approfondire e agli enti da audire”. “La Commissione affari esteri, emigrazione, è titolata ad espletare la menzionata indagine – ha concluso – ma non ha alcuna titolarità quanto al destino del più volte citato Comitato, che, come è noto, è nelle mani della Conferenza dei Capigruppo”. (aise)