Il dibattito sulle procedure informative dell’indagine conoscitiva sulle comunità degli italiani nel mondo Raffaele Fantetti (Fi), Francesca Alderisi (Fi), Francesco Giacobbe (Pd) e Laura Garavini (Pd) chiedono la costituzione del Comitato per le questioni degli italiani all’estero. Un punto di competenza della Conferenza dei Capigruppo
ROMA – La Commissione Esteri del Senato si è riunita per discutere le modalità di lavoro dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e sulle esigenze delle comunità italiane nel mondo. Ad aprire gli interventi il Presidente della Commissione Vito Petrocelli (M5S) che ha spiegato come il dibattito sia volto, per quanto riguarda l’indagine conoscitiva, ad approdare ad una procedura e ad un metodo di lavoro condivisi con tutti i senatori eletti all’estero, coinvolgendo le autorità e gli organismi che si muovono in questo settore, ossia nell’ambito dei fenomeni migratori. “Questo documento d’indirizzo – ha spiegato Petrocelli – si baserà su un metodo quanto più possibile idoneo ad esaminare le nuove forme di migrazione, ossia i nuovi soggetti ai quali dovremo rivolgerci: allo stesso tempo sarà opportuno conoscere le istituzioni, le associazioni e le organizzazioni che potremmo incontrare attraverso le missioni. Mi riferisco in particolare – ha aggiunto il Presidente – a quelle realtà nelle quali vi sono comunità italiane più numerose; ma anche a contesti nei quali troviamo fenomeni critici come il Venezuela. Come Commissione saremo pienamente titolati a stilare un programma dei lavori da seguire: esso sarà integrato dalle vostre sollecitazioni, per condividere tanto il metodo quanto i contenuti”. Il senatore Raffaele Fantetti (FI), eletto nella ripartizione Europa , ha ricordato di essere stato un membro del Comitato per le Questioni degli italiani all’estero che, nelle ultime quattro legislature, è stato il centro istituzionalmente deputato per occuparsi dei problemi degli italiani nel mondo. “Gli Italiani all’estero in quanto residenti, non in quanto migranti, sono una tematica che diverge da quella di questa Commissione, la quale riguarda gli affari esteri e le migrazioni”: Ha affermato Fantetti che contesta l’indagine conoscitiva, gli italiani all’estero, in quanto iscritti all’Aire, non sono migranti e tecnicamente non ricadono nelle competenze della III Commissione, e chiede la ricostituzione Comitato per le Questioni degli italiani all’estero Fantetti ricorda altresì che la presenza degli italiani all’estero, in quanto comunità di residenti al di fuori del territorio nazionale, non ha dal punto di vista numerico un equivalente riscontrabile in nessun altro Paese del mondo. “Parliamo ad oggi di 5,3 milioni di italiani residenti all’estero: di questi, ben 3,2 milioni sono residenti in Europa. Inoltre bisogna sottolineare che, coloro che si spostano all’interno dei confini europei, non stanno in realtà emigrando ma semplicemente si stanno muovendo in una comunità condivisa, che è appunto quella europea. Altrimenti sarebbe come se, per assurdo, si considerasse un emigrante quell’italiano che decidesse di trasferirsi da una città all’altra d’Italia”, ha aggiunto Fantetti. “Inoltre – prosegue il senatore - il dato numerico di 5,3 milioni d’iscritti all’Aire è sottostimato, ma già rappresenta di per sé un 10% della popolazione italiana: non penso che numeri di questa portata possano essere compresi soltanto all’interno di un’indagine conoscitiva”. Fantetti evidenzia infine come in Senato sia stata bocciata dalla maggioranza una mozione, presentata da Forza Italia, attraverso la quale si chiedeva la ricostituzione di questo Comitato; tutto ciò mentre, invece, alla Camera è stata permessa la ricostituzione del Comitato per gli italiani all’estero. La senatrice Francesca Alderisi (FI), eletta nella ripartizione Centro e Nord America, ha invitato a considerare come complementari tanto il Comitato specifico per gli italiani all’estero quanto la possibilità di operare efficacemente attraverso l’utilizzo dell’indagine conoscitiva. Per il senatore Adriano Cario (Maie), eletto in Sud America, bisogna considerare con molta attenzione i problemi che stanno affliggendo i connazionali che vivono in America meridionale e, in questo momento, soprattutto i residenti in Venezuela. “Tra le priorità da considerare ci sono sicuramente la questione della rete consolare, ossia della carenza del personale, oppure di quei consolati che hanno chiuso, nonché la questione delle numerose richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana. Stiamo tuttavia assistendo ad un cambio di rotta, portato avanti dal Sottosegretario Ricardo Merlo”, ha evidenziato Cario rammentando come il Cgie e i Comites lavorino sempre intensamente nell’aiuto dei più bisognosi. Il senatore Francesco Giacobbe (Pd), eletto in Australia, ha puntualizzato come i problemi o le risorse degli italiani all’estero non debbano essere temi da ‘ghettizzare’ all’interno di un unico ambito istituzionale, ma necessitino invece di un vero e proprio ‘mainstream’, per una loro diffusione quanto più capillare possibile e per capire al meglio il grande potenziale che c’è dietro alle comunità italiane. “Anche secondo la nostra proposta – ha spiegato Giacobbe - l’indagine conoscitiva andrebbe condotta assieme alla costituzione del Comitato per le questioni degli italiani all’estero, che a quel punto lavorerebbe insieme alla nostra Commissione. Mi trovo dunque d’accordo con il senatore Fantetti sull’esigenza d’istituire il Comitato: credo che sia opportuno continuare su questo punto specifico in sede di Conferenza dei Capigruppo; anche perché se davvero in Senato il Comitato non venisse costituito, ci troveremmo in una situazione di disparità rispetto alla Camera dove invece c’è una Commissione specifica per questa materia. Ora però cerchiamo di ottenere il massimo da questa indagine conoscitiva – ha aggiunto Giacobbe - attraverso una metodologia di lavori appropriata: si tenga conto pertanto della territorialità dei temi. Imprescindibili sono i servizi consolari lì dove, se non fosse per i patronati, i nostri consolati avrebbero grandi difficoltà ad operare; imprescindibili sono anche gli enti gestori, la promozione di lingua e cultura, il riconoscimento del network delle comunità italiane come risorsa per l’Italia. Bisognerebbe iniziare questo percorso conoscitivo con la Farnesina e il Cgie, per poi coinvolgere accademici ed esperti della materia”. Il senatore Enrico Aimi (FI) ha posto l’attenzione sulla necessità del superamento di questo vulnus, che si è creato per la mancata formazione del Comitato, evitando un cortocircuito istituzionale. “E’ un problema politico e auspichiamo di superarlo con la sinergia di tutti”. Ha chiuso i lavori la senatrice Laura Garavini (Pd), eletta nella ripartizione Europa, che si è detta d’accordo con l’impostazione adottata dal senatore Giacobbe. “Bisogna avere obiettivi mirati e focalizzati, cercando per esempio d’individuare quali servizi occorrano ai connazionali: mi riferisco in particolare all’ambito consolare, proprio alla luce delle esigenze delle nuove migrazioni. E’ opportuno quindi valutare la tempistica, le modalità e l’armonizzazione dei servizi stessi che vengono erogati”. (Simone Sperduto/Inform)