Consegnata al presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato la petizione contro la riduzione dei deputati e senatori della circoscrizione Estero La sottoscrizione promossa dalla società civile è stata firmata da intellettuali, professionisti, ricercatori e accademici italiani all’estero
ROMA – Nei giorni scorsi è stata consegnata al presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato una petizione, volta alla difesa dei diritti di rappresentanza dei connazionali residenti all’estero, firmata da intellettuali, professionisti, ricercatori e accademici italiani all’estero, che ha raccolto in pochi giorni oltre quattromila firme. Il Senato italiano ha infatti approvato in prima lettura una legge di riforma costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari: si passerebbe da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato. Questa proposta prevede anche la riduzione del numero degli eletti nella Circoscrizione Estero, ossia dagli attuali diciotto parlamentari si scenderebbe a dodici: di questi, otto spetterebbero alla Camera e quattro al Senato. Come illustrato nel corso della conferenza stampa, tenutasi nell’aula intitolata ai Caduti di Nassiriya di Palazzo Madama, se la riforma andasse in porto si avrebbero soltanto dodici parlamentari quale espressione di quattro ripartizioni elettorali vaste come interi continenti. A prendere la parola sono stati i senatori Laura Garavini e Dario Parrini del Partito Democratico, Raffaele Fantetti di Forza Italia, Gianclaudio Bressa del Gruppo per le Autonomie; il deputato Fabio Porta del Partito Democratico; la ricercatrice Laura Parducci dell’Università svedese di Uppsala, intervenuta a nome dei firmatari della petizione. Presenti in sala anche i senatori Francesca Alderisi di Forza Italia e Gregorio De Falco del Gruppo Misto; assente Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, che ha comunque dato la propria adesione alla petizione. “Vivo in Svezia da oltre vent’anni e sono qui a nome dei promotori dell’appello, che vede tra i primi firmatari professori del calibro di Francesco Gironda e Adriano Aguzzi. Attraverso questo appello chiediamo che sia modificata la riforma costituzionale che prevede la riduzione dei parlamentari; noi, come italiani residenti all’estero, siamo particolarmente preoccupati dalla riduzione della quota dei parlamentari eletti per l’appunto nella circoscrizione Estero. Già adesso ci sentiamo sottorappresentati, considerando che i residenti all’estero sono aumentati del 56% negli ultimi anni mentre l’elettorato nazionale è rimasto pressoché stabile. Il rischio sarà quello di avere un solo senatore in rappresentanza di una circoscrizione ampia come l’Oceania, l’Asia e l’Africa. Si tratta di un’iniziativa trasversale, senza colore politico, promossa dalla società civile. Questa riforma lederebbe, dunque, a nostro avviso la rappresentanza degli italiani all’estero”, ha sottolineato la dottoressa Laura Parducci. “E’ stata consegnata la sottoscrizione di quattromila firme: sono firme di nostri concittadini residenti all’estero, appartenenti a diverse categorie professionali, che chiedono la difesa del loro diritto ad essere rappresentati in Parlamento. Mentre stiamo tenendo questa conferenza stampa ci sono presidi di nostri connazionali davanti alle agenzie consolari in città come Wolfsburg, in Germania; segnalazioni di iniziative analoghe ci giungono anche dal Belgio e dalla Gran Bretagna”, ha commentato la senatrice Laura Garavini eletta nelle liste del Pd nella Circoscrizione Estero per l’Europa. All’intervento di Garavini si è aggiunto quello di Dario Parrini, capogruppo del Pd in Commissione Affari Costituzionali. “Abbiamo appoggiato una petizione molto qualificata e fondata nel merito, che credo fosse difficile ignorare. Quando si presenta una riforma che incide profondamente sulla rappresentanza, occorre fare le cose senza superficialità e con grande attenzione agli effetti prodotti. In queste ore stiamo ricevendo lettere di persone comuni, iscritte all’Aire, che sono molto preoccupate. I nostri emendamenti sono pochi ma incisivi”, ha incalzato Parrini. Nel corso della conferenza stampa in sostanza è stato evidenziato, nel caso passasse questa riforma, il rischio di avere un senatore eletto in Italia in rappresentanza di poco più di trecentomila abitanti, a fronte di un senatore eletto nella Circoscrizione Estero che dovrebbe rappresentare circa un milione e mezzo di iscritti all’Aire. “E’ una riforma sbagliata, a maggior ragione nella misura in cui indebolisce la rappresentanza lasciando inalterato il bicameralismo perfetto. Si tratta di un problema che colpisce comunque la rappresentanza nella sua generalità”, ha commentato Gianclaudio Bressa del Gruppo per le Autonomie in Commissione Affari costituzionali. Raffaele Fantetti, eletto nelle liste di Forza Italia nella Circoscrizione Estero per l’Europa, ha puntato l’accento su due aspetti: “i limiti politici che si avrebbero nella rappresentanza democratica – sottolineando che non può essere considerato democratico un Paese con il numero esiguo di parlamentari che deriverebbe dalla riforma – in aggiunta ai limiti di natura propriamente sociale, nella misura in cui non si rispecchia l’entità del fenomeno della nuova migrazione italiana”. Infine Fabio Porta,già deputato del Pd della ripartizione America Meridionale e attuale coordinatore del Pd in Sudamerica ha evidenziato “la qualità di chi ha firmato la petizione, trattandosi di esponenti di primissimo livello della società civile italiana all’estero”. (Simone Sperduto/Inform)