Indubbiamente i primi protagonisti di questo importante anniversario sono i due comuni interessati: Paranà e Leonforte. Il primo: Paranà, una città industriosa che conta 247.000 abitanti con una florida economia, che sfruttando la particolare posizione geografica e la presenza del fiume,

la rende il porto fluviale più importante, da dove partono cereali, bestiame, pesce e legname di tutta la zona. Il secondo: Leonforte, un paese della provincia di Enna che, dopo la decimazione subita a causa dell’emigrazione, oggi conta 12.745 abitanti. Paese dedito all’agricoltura, specializzato nella produzione della pesca settembrina, della lenticchia nera, dell’olio e da qualche tempo ha ripreso la produzione del riso arborio, unica coltivazione in Sicilia. Si calcola che nel tempo da Leonforte arrivarono a Paranà circa 500 famiglie, che oggi compongono la comunità più numerosa della città, potendo vantare circa 50.000 persone tra cittadini ancora in possesso di cittadinanza ed oriundi. Il processo di gemellaggio iniziato agli inizi degli anni 80, si concluse positivamente nel 1991 quando, l’11 di gennaio finalmente si pose la firma sul patto di gemellaggio delle due città, che porta la firma dei due sindaci del tempo: Giuseppe Bonanno per Leonforte e Mario Moine per Paranà. I segni più evidenti di questo importante atto, si possono leggere sul fatto che a Paranà oggi si trova la Piazza Leonforte e nella città dell’ennese esiste la Via Paranà. Della gestione di questa importante ricorrenza si occupa da sempre la Associazione Famiglia Siciliana di Paranà, presieduta dal dinamico presidente José Prestifilippo, componente della numerosa comunità leonfortese che da tempo contribuisce allo sviluppo dell’importante città che oggi è la capitale della regione Entre Rios, ma continuando a mantenere sempre nel cuore la terra d’origine e l’immagine di quel paese adagiato sui declivi dei monti Erei. La pandemia non ha fermato la celebrazione del 30° anniversario di questo importante e longevo gemellaggio, che costituisce esempio della strada da percorrere per favorire sentimenti che avvicinano alle radici e che tengono la nostra gente legata alla propria cultura ed alle proprie tradizioni. Non v’è dubbio, che quando questa pandemia che sta mettendo in ginocchio tutto il mondo finirà, quando si riapriranno le frontiere e potremo tornare a muoverci liberamente, gemellaggi come questo di cui ricordiamo l’anniversario, serviranno a rinverdire contatti e scambi culturali, sviluppo turistico e scambi economici. A pandemia finita, si potrà tornare a ripercorrere quelle strade che uniscono comuni e nazioni, che favoriscono l’integrazione e che portano l’umanità a sfociare su contatti che possono e debbono rendere più giusto, più umano e più vivibile questo mondo, dove le persone raramente per scelta ma quasi sempre per necessità continuano a scegliere la strada dell’emigrazione. (Salvatore Augello 11 gennaio 2021)