“In occasione dell’audizione dell’Ambasciatrice del Regno Unito a Roma Jill Morris, svoltasi mercoledì 13 gennaio presso la Commissione Esteri della Camera, sono intervenuta nella discussione.
Dopo aver espresso soddisfazione per la stipula dell’Accordo tra Regno Unito e Unione Europea non ho mancato di sollevare alcune mie ragionate preoccupazioni sulle ripercussioni che la fase di transizione legata alla Brexit può avere in ordine alla libera circolazione dei lavoratori, al riconoscimento dei diritti socio-previdenziali e alla tutela della salute delle centinaia di migliaia di connazionali che risiedono in UK e dei tanti che intenderanno spostarsi nel Regno Unito per motivi di soggiorno, di lavoro e di studio. I regolamenti comunitari relativi alla sicurezza sociale e all’assistenza sanitaria non sono più applicabili ai cittadini europei che risiedono nel Regno Unito e a quelli inglesi che sono nella UE dopo il 31 dicembre 2020, data di scadenza del periodo transitorio. È pur vero che il Trade and Cooperation Agreement, stipulato tra UE e Regno Unito nelle ultime ore possibili, incorpora un Protocollo sul coordinamento della sicurezza sociale che dovrebbe recuperare la sostanza dei precedenti regolamenti. Ma ad oggi non è dato sapere se la copertura assicurata dal protocollo corrisponda organicamente a quella precedente o se ci siano delle differenze ed, eventualmente, in quali settori specifici e di quale entità. Per questo ho annunciato durante l’audizione di avere presentato un’interrogazione urgente in commissione Lavoro, assieme al capogruppo del PD in quella commissione, on. Antonio Viscomi, chiedendo al Governo di fornire al più presto le informazioni e, speriamo, le rassicurazioni che possano dare elementi di sicurezza a quanti per ragioni di ricerca, professione, studio e lavoro hanno desiderio o necessità di risiedere nel Regno Unito”.