In un momento in cui i problemi causati dalla pandemia e dalle incertezze politiche, sociali ed economiche sono all’ordine del giorno e in cui sembra andare di moda definire la recente legge di bilancio “un coacervo di misure senza disegno”,
credo che invece sia giusto ed opportuno ricordare che con la legge di Bilancio per il 2021 questo Governo ha introdotto e perfezionato quella che può essere considerata una vera e propria “Manovra per il Mezzogiorno”, e cioè tutta una serie di misure a sostegno delle imprese e dei lavoratori del Sud. Ricordiamo in particolare le decontribuzione fino al 2029, le assunzioni agevolate per i giovani, gli incentivi per le imprese e le startup e per la ricerca e lo sviluppo, i finanziamenti per le agevolazioni “Resto al Sud”. Misure che, insieme – si spera – ai fondi del Recovery potranno contribuire alla ripresa del Sud Italia, in un periodo in cui non sono pochi i nostri connazionali i quali scelgono di rientrare e che sperano che l’Italia faccia di più per le politiche del lavoro e con gli ammortizzatori sociali per chi non ha redditi e non ha una prospettiva occupazionale. Vediamo le misure in sintesi. Sulla Decontribuzione: la riduzione del costo del lavoro al Sud (sgravio dei contributi previdenziali del 30% a carico del datore di lavoro) viene esteso fino al 2029; l’intervento interesserà circa 500.000 imprese e 3 milioni di lavoratori dipendenti. L’incentivo nazionale previsto dalla Legge di Bilancio per l’assunzione di giovani è potenziato per le Regioni del Mezzogiorno. Sull’Occupazione dei giovani: le assunzioni di giovani fino a 35 anni che avverranno entro il 2022 nelle Regioni del Mezzogiorno beneficeranno di uno sgravio contributivo del 100% nel limite di 6 mila euro l’anno per i primi quattro anni (mentre per le Regioni del Centro-nord la misura vale per tre anni). Inoltre è stato introdotto un ulteriore beneficio per le imprese che assumono in sedi o unità operative del Sud in base a cui l’esonero contributivo è per quattro anni (48 mesi invece che 36). Sui crediti di imposta: si estende fino al 2022 il credito di imposta per gli investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno e per gli investimenti nelle attività di ricerca e di sviluppo rafforzato per le imprese del Mezzogiorno. Resto al Sud: viene ampliata la platea dei beneficiari e potenziato il programma di incentivi promosso per sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali; ora l’incentivo può essere richiesto anche dagli imprenditori fino a 55 anni d’età (prima spettava fino a 45 anni). Infine ci sono investimenti per la costituzione di Ecosistemi dell’innovazione nelle regioni del Sud, per incentivare la collaborazione tra imprese e sistema della ricerca e favorire il trasferimento tecnologico, finanziamenti per il cosiddetto Fondo Sviluppo e Coesione per il ciclo di programmazione 2021-2027, il Cofinanziamento nazionale per i Fondi strutturali europei 2021-2027, la “rigenerazione amministrativa” prevista dal Piano Sud 203 che prevede la possibilità di assumere 2.800 giovani entro il 2023 con profili professionali oggi mancanti nella P.A. attraverso i fondi strutturali europei, il Fondo di sostegno ai Comuni Marginali per combattere lo spopolamento favorendo il reinsediamento (anche attraverso lo smart working) e sostenere le attività economiche, artigianali e commerciali nei territori più marginali delle aree interne. I buoni propositi ovviamente non fanno politica ma dobbiamo ovviamente auspicare che questo sostanziale pacchetto di misure, di cui il Partito Democratico è il principale ispiratore, vedano la volontà, il tempo e i fondi per essere realizzate. 21 GENNAIO 2021