Il virus non rispetta la salute delle persone e non aspetta i tempi della politica. È una priorità assoluta, che doveva indurre ad evitare una crisi anacronistica e dovrebbe spingere oggi a fare presto nel costruire una soluzione adeguata e stabile. Il contrasto alla pandemia,

comunque, resta il principale impegno di qualunque governo uscirà dalle consultazioni. Intanto, i problemi reali delle persone non possono attendere. Tra questi, l’attesa che la campagna di vaccinazioni non subisca ulteriori ritardi e che non lasci nessuno per strada. È il caso, ad esempio, dei connazionali iscritti all’AIRE che si trovino in Italia o per ragioni di assistenza ai propri familiari o per difficoltà di rientrare nei loro paesi di residenza. Non pochi, dalle sollecitazioni che ricevo. Per questo, ho chiesto con una interrogazione al ministro della Salute, firmata anche dalla collega Schirò, di prevedere la vaccinazione anche dei connazionali residenti in questi mesi in Italia, concordando con le Regioni il loro accesso alle operazioni di vaccinazione, secondo una tempistica da definire, previa prenotazione presso le ASL nelle quali ricadono i comuni di iscrizione AIRE. Ho anche chiesto al Ministro se non intenda prendere in considerazione, e secondo quali modalità, la situazione dei connazionali residenti in Paesi in cui la campagna vaccinale si presenta lontana nel tempo, al fine di garantire anche a questi cittadini italiani il diritto alla salute, che nel nostro ordinamento ha rilevanza costituzionale.