ROMA - È andato in scena questo pomeriggio il dibattito dei consiglieri del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero - CGIE durante il secondo incontro organizzato dalla Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome–CGIE, in preparazione della Assemblea plenaria di tale organismo. Sono intervenuti

Tony Mazzaro, Carlo Ciofi, Edith Pichler, Rodolfo Ricci, Eleonora Medda, Riccardo Pinna, Andrea Mantione, Gianluca Lodetti, Rita Blasioli Costa, Fernando Marzo, Lorenzo Prencipe e infine il SG Michele Schiavone.

Il primo a intervenire è stato Tony Mazzaro, che ha parlato della sua Germania e della necessità di intensificare la formazione precedente alla migrazione, come l’uso della guida dall’Intercomites Germania che dovrebbe essere distribuita prima del viaggio. Insomma, secondo lui “si dovrebbe informare chi si mette in viaggio prima. E anche le istituzioni devono fare la loro parte”. Per Carlo Ciofi, invece, le istituzioni devono prestare molta attenzione alle comunità, soprattutto in questo periodo di difficoltà. Così come le Regioni, che “sono un veicolo importantissimo per l’emigrazione, specialmente con le consulte”. Dello stesso avviso anche Rodolfo Ricci, che ha anche spiegato come quella attuale, nella difficoltà, rappresenti “un’occasione: noi possiamo giocare u ruolo importante nel tentativo di rilancio post-pandemia, con un nuovo sviluppo. La bella globalizzazione che avevamo in mente vent’anni fa non esiste più. E adesso abbiamo di fronte uno scenario di riequilibrio di tutte le contraddizioni prodotte in questi anni. E noi possiamo avere il nostro ruolo”, ha detto Ricci. Per Eleonora Medda, la nuova migrazione ha due caratteristiche specifiche diverse a quella precedente: il “nomadismo migratorio”, cioè migrare senza un progetto preciso, e l’“individualismo migratorio”, cioè un’integrazione più difficile delle persone nel paese di arrivo. Ma ha anche un “comune denominatore”, ossia il “lavoro”, che all’estero significa “regolarità, diritti e tutele”. E anche secondo Medda “questa conferenza deve fare uscire due punti fondamentali: orientamento di partenza e lavorare a percorsi di inserimento tra Maeci e Patronati”. Riccardo Pinna, dal Sud Africa, si è lamentato invece della distanza dello Stato, ma ha anche sottolineato l’affermazione giusta di Luigi Maria Vignali, Direttore Generale per gli italiani all’Estero della Farnesina, che ha spiegato come le emigrazioni “devono essere differenziate”. Ma ha anche rimarcato l’importanza degli italiani che sono e continuano ad essere ancora tutti ambasciatori dell’italianità. “Siamo all’interno di uno scenario molto cambiato dell’emigrazione - ha spiegato invece Gianluca Lodetti -. Fra qualche anno, probabilmente, ricominceranno i flussi. E probabilmente ci saranno problemi più acuiti, poiché il mercato del lavoro è molto negativo al momento, e i soggetti più deboli ne fanno le spese”. Anche lui ha rimarcato la necessità di aiuto prima del viaggio dei migranti, invocando il ruolo importante delle “Regioni, che hanno un grandissimo compito”, così come le associazioni lo hanno all’arrivo, le quali “possono essere utilizzate come strumento, come veicolo”. Anche Fernando Marzo ha concordato con Mazzaro, sottolineando una leggera preoccupazione però il nuovo fenomeno “dell’espulsione”, ossia del “rifiuto del rilascio dei permessi di soggiorno”. Che è un “fenomeno europeo che bisognerebbe mettere su carta”. Poi, Marzo si è concentrato sul tema rientri, un tempo un tema molto battuto “perché l’unico obiettivo della migrazione era poi il rientro”. E questo, secondo il consigliere, sicuramente “va ancora favorito”, però “non può essere uno dei risultati della nostra Conferenza, perché la mobilità in Europa non va più considerata emigrazione, ma mercato interno con una certa mobilità”. Dal Brasile è poi intervenuta anche Rita Blasioli Costa, che ha risaltato la differenza tra l’associazionismo tradizionale e le forme associative di questa nuova mobilità. E inoltre, “le associazioni regionali hanno avuto grande importanza, ma non hanno avuto ricambio generazionale e i giovani non si avvicinano a queste rappresentanze territoriali”. Ha concluso infine i lavori il Segretario Generale Schiavone, che ha spiegato come il Cgie abbia “ancora tanto da imparare” dal fenomeno della nuova mobilità che sta “trasformando la società”. Secondo Schiavone “bisogna avviare politiche nuove affinché la nuova mobilità diventi un termine onnicomprensivo nel quale ci si possa rispecchiare, perché se il mondo è diventato glocal anche le opportunità sono aumentate, compreso il senso stesso dell’emigrazione”. E l’organismo della Conferenza Permanente, secondo il Segretario Generale, deve “creare un sistema con strumenti nuovi per dare risposte reali e immediate ai nuovi migranti, perché il mondo di oggi è veloce. Ma resta sempre al centro il cittadino, che, come dice l’umanesimo, è il perno della società”. (luc.matt\aise)