RINNOVARE AL PIÙ PRESTO LE GRADUATORIE DEL PERSONALE SCOLASTICO PER L’ESTERO E GARANTIRE LA REGOLARE APERTURA DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO.
L’invio del personale scolastico all’estero anche quest’anno sta registrando criticità e ritardi seri e preoccupanti,
come dimostrano le nomine per l’Istituto onnicomprensivo di Addis Abeba e per la scuola paritaria di Tunisi, avvenute a quattro mesi di distanza dall’inizio dell’anno scolastico e che non potranno diventare operative prima di un mese. Si tratta solo di esempi di una situazione purtroppo più diffusa che ricade su famiglie e alunni e che alla lunga rischia di introdurre fattori disincentivanti per la frequenza e difficoltà nei rapporti con le autorità scolastiche locali, soprattutto per i corsi integrati nei sistemi formativi del posto. In più, per il mancato rinnovo delle graduatorie delle singole classi di concorso, si sta ricorrendo ad assegnazioni temporanee per i pochi mesi che restano alla conclusione dell’anno scolastico, attingendo nientemeno alle graduatorie del 2013. Tutto, insomma, all’insegna del ritardo e della provvisorietà. Dopo vari tentativi soprattutto da parte mia, finalmente il Parlamento ha corretto l’improvvida disposizione del Decreto 64/2017 che ha diviso il contingente preposto alle assegnazioni tra Ministero dell’Istruzione e Ministero degli esteri e quindi vi sono le condizioni per sanare al più presto questo squilibrio che si è creato nel sistema formativo per l’estero. Si tratta, ora, di fare presto. Per questo, assieme alla collega Francesca La Marca, ho interrogato i Ministri degli esteri e dell’Istruzione intanto per avere un quadro preciso dei ritardi nella copertura dei posti vacanti e poi, soprattutto, per sapere quali misure si stanno adottando per svolgere al più presto i concorsi necessari alla formazione delle nuove graduatorie. La cosa essenziale è quella di poter dare precise assicurazioni agli enti di formazione, alle famiglie e ai discenti che l’inizio dell’anno scolastico 2021-’22 avvenga in condizioni normali e nel rispetto delle legittime attese degli operatori e dei destinatari dell’attività formativa.