ROMA - "Italiani dimenticati - Viaggio nei drammi del Confine Orientale" è l'ultima fatica letteraria di Mauro Tonino presentata ieri, 18 febbraio, nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia a conclusione “delle iniziative collegate al Giorno del Ricordo
e dunque alla tragedia delle foibe e dell'esodo di centinaia di migliaia tra giuliani, fiumani e dalmati dalle proprie terre negli anni '40 e '50", come spiegato dal presidente del Consiglio, Piero Mauro Zanin. La presentazione del volume è stata promossa dai capigruppo Mauro Bordin (Lega) e Mauro Di Bert (Progetto Fvg/Ar). "Se il titolo, “Italiani dimenticati”, è di facile comprensione - ha detto Mauro Tonino ai numerosi consiglieri presenti - perché ormai tutti sappiamo che si tratta di una tragedia che per anni si è voluta ignorare quando non negare, il sottotitolo è collegato al fatto che sono partito dall'esperienza asburgica per arrivare alla fine della seconda guerra mondiale, soffermandomi sugli episodi dell'esilio avvenuti nel '43 ma senza tralasciare quanto accadde sino al '54". L'autore ha, così, esposto una concentrata cronistoria dei fatti contenuti nel libro, sottolineando quelle che più richiamano ad accadimenti legati alle terre friulane e giuliane, per poi passare alle vicende svoltesi in Istria e raccontare "le testimonianze raccolte tra chi allora viveva non lontano dalle foibe e ancora oggi ricorda i lamenti che arrivavano da quelle cavità carsiche". Nel libro si trovano notizie anche sulla strage di Vergarolla del '46 come su quella di Torlano del '44, di cui sono riportati fatti puntuali e numerosi carteggi dell'allora Segreteria di Stato della Santa Sede; non mancano riflessioni sul perché avvennero certi episodi. Con un monito finale: "A un crimine non si deve mai rispondere con altro crimine". Un'affermazione a cui si è unito Zanin, affermando che "alla fine, le guerre dimostrano sempre una cosa sola: che non ci sono mai reali vincitori, ma solo la sopraffazione dell'uomo sull'uomo". “In Diretta dal Caseificio”. Questo il titolo dell’iniziativa del Consorzio Parmigiano Reggiano che partirà domani, 26 febbraio, con il primo di sette appuntamenti in diretta Social. Un’iniziativa che vede una delle pagine più belle del Made in Italy protagonista, e, per questo, la Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo ha pensato di voler coinvolgere anche i corregionali rilanciando la notizia dell'evento sui propri canali e sul sito. L’iniziativa consiste nell’assistere dal vivo alla nascita di una forma del celebre formaggio emblema del made in Italy nel mondo: dall’arrivo del latte alla cottura della cagliata, dalla salagione fino alla stagionatura per terminare in negozio, con l’apertura della forma. Nel corso di questi mesi di pandemia il Parmigiano Reggiano non si è mai fermato. Il rigido disciplinare di produzione della DOP impone ai casari di trasformare il latte in formaggio ogni giorno e così, gli oltre cinquantamila lavoratori della filiera hanno continuato a rifornirne gli italiani anche in tempi di Covid. C’è però un’attività che è stato indispensabile sospendere per legge: le visite in caseificio. Ogni anno infatti oltre 168 mila visitatori prenotano una visita in caseificio per assistere alla nascita di una forma di Parmigiano Reggiano. E così per permettere agli appassionati del Parmigiano Reggiano di scoprire come nasce questo straordinario formaggio è nato il format “In Diretta dal Caseificio”. Le dirette, della durata di circa 20 minuti, consentono agli appassionati di scoprire come nasce il Parmigiano Reggiano ma anche di interagire con il casaro e gli esperti del Consorzio, fare domande e immergersi nell’antica tecnica di produzione, rimasta pressoché invariata da mille anni. Le dirette vengono annunciate di volta in volta attraverso i canali social del Consorzio e sarà possibile ricevere una notifica per non mancare gli eventi. Ogni episodio sarà poi pubblicato e rimarrà a disposizione di tutti sui social poco dopo la chiusura del collegamento. Si è svolto sabato, 27 febbraio, alle ore 10.00 d’Argentina (le 14.00 in Italia), l’incontro informativo online per parlare ai discendenti trentini delle borse di studio a loro riservate all’Università di Trento. L’incontro, di cui ha dato notizia Mondo Trentino, ufficio della Provincia Autonoma di Trento impegnata a favore dell’emigrazione, ha visto come ospiti il dott. Luciano Rocchetti, direttore dell’Ufficio Emigrazione, Lorenza Francalossi e Antonella Giordani, dell’Ufficio Emigrazione, e Sophie Ollivier Salgado e Francisco Moreno Cado, studenti del Programma. (focus\ aise)