L'importante legge delega sull’Assegno unico, che con il via libera del Senato previsto per oggi entrerà definitivamente in vigore, rappresenta un primo passo della riforma fiscale messa in agenda dal Governo Draghi.
La legge prevede, tuttavia, il graduale superamento o soppressione di importanti misure attualmente in vigore il cui annullamento potrebbe mettere a rischio alcuni importanti diritti fiscali e previdenziali acquisiti nel corso degli anni – in virtù della normativa nazionale e internazionale - dai nostri connazionali residenti all’estero. Siamo quindi intervenuti presso il Ministero del Lavoro e presso il MEF innanzitutto per informare le istituzioni competenti degli effetti potenzialmente negativi della legge sui diritti degli italiani all’estero e in secondo luogo per chiedere un intervento del Governo per il mantenimento e la tutela di tali diritti. Il nuovo sostegno familiare infatti andrà a sostituire tutte le attuali forme di aiuto che il sistema oggi riconosce alla famiglia, dalle detrazioni Irpef per i figli a carico agli assegni al nucleo familiare (ANF), dal bonus bebè a quello per la natalità o l’adozione, dal bonus mamme all’assegno per il terzo figlio. In particolare giova sottolineare che la nuova legge sull’Assegno unico (che, è bene evidenziare, subordina la fruizione dell’Assegno unico alla residenza o al domicilio in Italia) stabilisce il graduale superamento o soppressione delle detrazioni fiscali per i figli a carico e dell’Assegno per il nucleo familiare (ANF). Sia le detrazioni fiscali per i figli a carico sia l’ANF sono attualmente erogati anche ai nostri connazionali aventi diritto residenti all’estero (le detrazioni sono concesse ai cosiddetti “non residenti Schumacker”, cioè coloro che producono più del 75% del reddito in Italia – tra questi i contrattisti della nostra rete diplomatica - mentre le prestazioni familiari sono concesse, a determinate condizioni, ai pensionati residenti all’estero tra i quali quelli che hanno ottenuto la pensione in virtù di una convenzione internazionale di sicurezza sociale che contempli le prestazioni familiari nel proprio campo di applicazione “ratione materiae”). Vale la pena perciò rimarcare che se da una parte l’abolizione, appunto prevista dalla nuova legge, delle detrazioni per figli a carico e dell’assegno per il nucleo familiare (ANF) non comporta particolare nocumento per i residenti in Italia che in sostituzione si vedranno riconosciuto l’Assegno unico universale, dall’altra parte i danni potrebbero essere pesanti per i residenti all’estero ai quali non potrà essere riconosciuto l’Assegno Unico – che richiede la residenza o il domicilio in Italia - e che quindi potrebbero perdere in un prossimo futuro sia le detrazioni che le prestazioni familiari. Per questo motivo siamo intervenuti presso il Governo chiedendo di adottare negli schemi dei decreti applicativi che saranno trasmessi alle Camere, o in altri provvedimenti legislativi, disposizioni correttive e/o integrative della legge delega che salvaguardino i diritti dei nostri connazionali emigrati. Angela Schirò (Europa) - Francesco Giacobbe (Africa, Asia, Oceania) – Francesca La Marca (Nord-Centro America)