di Luca M. Esposito (NOMIT Melbourne) - La grande ingiustizia perpetrata dal governo federale nei confronti dei lavoratori migranti temporanei, che un anno fa furono esclusi dall’aiuto fornito dal jobkeeper nonostante fossero lavoratori come tutti gli altri e contribuenti a tutti gli effetti,

si sta già ritorcendo su ampi settori produttivi australiani e presto impatterà sulle tasche di chiunque. Qualche giorno fa, candidamente, il primo ministro Scott Morrison ha chiesto infatti al Parlamento di prevedere posti per le quarantene anche per i lavoratori stranieri che volessero rientrare in Australia, scordandosi di essere stato lui stesso, nel pieno della prima ondata di pandemia, ad invitare tutti i lavoratori che già erano qui ad andarsene dall’Australia. Non ci sono i soldi per aiutare anche loro, disse, lasciando senza protezione dalla perdita del lavoro migliaia e migliaia di persone. E non si volle riparare a quell’ingiustizia nemmeno quando si scoprì che i calcoli fatti dal ministero del Tesoro erano sbagliati e quei soldi ci sarebbero stati eccome. No, meglio così, fu la versione del governo, meglio risparmiare sulla pelle dei tanti lavoratori con visto temporaneo, che furono quindi costretti all’indigenza o a ritornare nei propri Paesi. Tra questi i circa 5 mila italiani che hanno lasciato l’Australia lo scorso anno. Adesso invece il governo si accorge che l’assenza dei lavoratori stranieri sta creando gravi problemi, in particolare nelle aree regionali e in settori come l’agricoltura. Problemi che presto porteranno ad un rapido aumento dei prodotti ortofrutticoli andando a pesare sulle tasche di tutti noi. Ma non solo, perché l’assenza oggi di quella grande fetta di manodopera rappresentata dai lavoratori migranti temporanei, dice lo stesso primo ministro, “sta frenando il resto dell’economia e ciò non sta impattando solo sul settore agricolo, ma su tutto il sistema economico, frenando anche la creazione di nuovi posti di lavoro per gli Australiani in molte altre parti dell’economia”. Scott Morrison si è accorto insomma che i lavoratori, anche quelli stranieri e con visti temporanei, davano un importante contributo all’economia e alla società nel suo insieme, come la nostra associazione e molti sindacati hanno tentato invano di far capire un anno fa, quando invece il governo preferì compiere una gravissima ingiustizia, non solo nei confronti di tutti questi lavoratori e le loro famiglie, ma dell’intera comunità di cui tutti siamo parte. Sì, perché come abbiamo già sottolineato in passato, la comunità è un organismo unico e colpire una sua parte ha un effetto su tutte le sue parti. Pertanto, oggi, gli effetti di quell’ingiustizia inaccettabile stanno colpendo anche tutti noi, come era facile prevedere e la responsabilità è di una politica miope e ingiusta, che senza battere ciglio e senza ascoltare nessuno, ha commesso uno scempio dal punto di vista etico, morale e politico, oltre che economico, che tutti rimpiangeremo amaramente. FONTE: https://nomit.com.au/blog/la-grave-ingiustizia-perpetrata-contro-i-lavoratori-temporanei-sta-colpendo-tutti/