In questi ultimi tempi stiamo assistendo a degli atti ed avvenimenti che sanno tanto di déjà vu, per dirla alla francese. Diversi mesi fa, un gruppo di discendenti di cittadini italiani i quali antenati erano nati in territori che facevano parte dell’ex impero austro ungarico si rivolsero all’USEF
perché non riuscivano ad avere notizie relative alle proprie pratiche per ottenere la cittadinanza italiana. L’USEF si è attivata ed ha promosso subito un incontro con i rappresentanti di questo gruppo di persone, le cui pratiche giacevano anche da oltre dieci anni presumibilmente presso il Ministero dell’Interno perché impigliate nelle maglie della legge 379/2000; all’incontro, moderato dall’On. Fabio Porta, per l’USEF hanno partecipato sia il coordinare dell’Associazione in Argentina Salvatore Finocchiaro che il Segretario Generale Salvatore Augello. L’USEF, per sbloccare le pratiche propose di promuovere un incontro con il Console Generale d’Italia a Rosario e, contemporaneamente, di fare presentare una interrogazione parlamentare alle deputate elette all’estero On. Francesca La Marca e On. Angela Schirò. Le due proposte andarono avanti immediatamente. Stendiamo un velo pietoso sui commenti arrivati dopo la presentazione dell’interrogazione da parte di chi invece di avere un atteggiamento positivo, perché si cercava di risolvere un problema della comunità, preferì usare una irrispettosa ironia. La cosa andò avanti: si fece l’incontro con il Console in video conferenza grazie all’interessamento dell’On. Fabio Porta, ci fu un chiarimento esaustivo sulla situazione, si ottenne anche la possibilità che a piccoli gruppi i dirigenti del MIERO venissero ricevuti in consolato per avere maggiori chiarimenti sul metodo di lavoro e sulle difficoltà da superare. Abbiamo fatto male? Riteniamo di no. Abbiamo forse invaso il campo che qualcuno riteneva di sua esclusiva competenza? Forse, ma questo qualcuno forse avrebbe dovuto scegliere una diversa linea di condotta, improntata ad esempio alla collaborazione nella soluzione del problema. Così non è stato e la scelta che venne da quel qualcuno fu quella di reagire con offese e critiche negative nei nostri confronti, inserendo in una problematica seria degli elementi ideologici fuori luogo e, dobbiamo riconoscere, parecchio scorretti, rasentando anche una gratuita volgarità. Intanto, come è nostro costume, siamo andati avanti incuranti delle critiche e degli insulti. Ma, meraviglia delle meraviglie, a distanza di tanti mesi e dopo che la vertenza era andata avanti, sullo stesso argomento registriamo adesso una interrogazione con lo stesso contenuto di quella presentata ad ottobre (déjà vu?). La carenza di informazioni ha creato anche un incrocio di progetti sul museo virtuale dell’emigrazione, ma il mondo dell’emigrazione è così vasto che se sopravvivono diecine di musei sull’emigrazione due in più non possono certamente sovvertire nessun ordine costituito. L’unica differenza tra i due progetti (ricordo a me stesso che il progetto dell’USEF risale a parecchi anni fa) è questa: quello dell’USEF sta crescendo a costo zero per la collettività e per il contribuente italiano, mentre l’altro grava sui contribuenti (e non vogliamo nemmeno sapere per quanto). Per finire, coloro che secondo qualcuno sarebbero soltanto dei “venditori di fumo” hanno da tempo coinvolto il Ministero dell’Interno ed il Consolato ed hanno raccolto un primo grande risultato: una nota del Sottosegretario che ci conferma che a seguito del nostro intervento ha provveduto a sollecitare l’apposita commissione per una rapida evasione delle pratiche in suo possesso, mentre per le altre delle quali non si trova un riscontro a Roma è stata avanzata richiesta al Consolato per verificare se sono partite o se sono ancora in giacenza a Rosario. Non vorremmo che come è costume di qualcuno, questo venisse interpretato come un attacco al Sig. Console del quale abbiamo grande stima e approfittiamo per ringraziarlo per l’ottimo lavoro che sta svolgendo al fine di pervenire ad un a soluzione la più immediata possibile. Infine, la ciliegina sulla torta: ci si accusa di essere “comunisti” e di strumentalizzare i cittadini del MIERO. Le uniche cose di cui ci si può accusare è di essere coerenti con le nostre idee perché non abbiamo l’abitudine di cambiare casacca, così come abbiamo l’abitudine di rispettare le idee degli altri anche quando sono diverse dalle nostre, senza per questo entrare necessariamente in conflitto. La coerenza è una cosa sconosciuta a tanti che ora, colpiti sulla via di Damasco, possono essersi convertiti al maieismo, speriamo per pura scelta politica e non per mire personali. (Salvatore Augello 05 maggio 2021)