ROMA – “I progetti speciali per i Comites” è stato il titolo di un incontro organizzato nei giorni scorsi dal gruppo “Seminario di Palermo” facente riferimento alla Commissione tematica VII del CGIE (Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove), presieduta da Maria Chiara Prodi.
Silvia Alciati, quale vicepresidente della Commissione VII, è intervenuta per ribadire l’importanza di questi progetti speciali divenuti realtà relativamente da poco tempo, “dando visibilità ai Comites e consentendogli di essere protagonisti sui territori”. Giovanni Maria De Vita, Capo Ufficio I della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Maeci, ha ricordato che dal decennio scorso si è passati da circa 3 milioni e mezzo di connazionali all’estero a quasi 5 milioni e mezzo: una mobilità dovuta sia all’internazionalizzazione dello stesso mondo del lavoro, per chi naturalmente ha già un lavoro, sia alla ricerca vera e propria di nuove opportunità lavorative, per chi evidentemente è costretto ad andare altrove in cerca di occupazione. “E’ una realtà di cui bisogna tenere conto perché si tratta di connazionali che hanno bisogno di essere guidati e necessitano di punti di riferimento. In questi sei anni (risalgono al 2015 le ultime elezioni, degli organi di rappresentanza degli italiani all’estero ndr ) i Comites hanno svolto un ruolo eccezionale, oltre ad aver organizzato varie iniziative valorizzando alcune componenti della nostra emigrazione, attraverso la creazione di reti nel mondo dell’associazionismo. Parliamo di un tipo di associazionismo diverso da quello di fine ‘800 o del secondo dopoguerra”, ha spiegato De Vita evidenziando l’importanza di questi progetti speciali che sono possibili grazie a degli stanziamenti specifici previsti dal capitolo 3103 di spesa per i Comites. “Essi ricevono un finanziamento ordinario, che è quello per le spese logistiche, e quello integrativo per la realizzazione di progetti specifici”, ha aggiunto De Vita sottolineando come tra i temi generalmente trattati da questi progetti ci sono quelli attinenti alla nuova mobilità o alla mobilità circolare: quest’ultima è la mobilità che in linea teorica dovrebbe riguardare coloro che volessero rientrare in Italia dopo aver maturato esperienze all’estero. Tra questi progetti De Vita ha poi ricordato l’iniziativa editoriale prodotta dal Comites di Parigi sul cimitero monumentale del Père-Lachaise dove sono sepolti molti celebri connazionali. “Il fenomeno emigratorio non è ancora pienamente compreso dall’opinione pubblica italiana che lo vede attraverso alcuni luoghi comuni. La comunità italiana ha fortemente contribuito allo sviluppo delle società dei Paesi di residenza. Sempre a Parigi è sorto un coordinamento di associazioni professionali. Un altro progetto speciale ricordato da De Vita è quello del fumetto realizzato dal Comites di Bruxelles per commemorare l’emigrazione in Belgio ma soprattutto la tragedia di Marcinelle. Ancora il Comites di Bruxelles, insieme a quello di Basilea, ha dato vita a un progetto dedicato al sostegno dei musicisti italiani che, anche all’estero, hanno risentito delle chiusure e della crisi pandemica. C’è poi il Comites di San Francisco che ha creato una rete di sostegno all’imprenditoria femminile; sul tema del lavoro delle donne, il Comites di San Gallo ha realizzato uno studio nel quale si evidenzia come queste donne italiane abbiano trovato una loro emancipazione lavorativa all’estero. Per richiedere questi finanziamenti integrativi occorre presentare entro il 15 febbraio di ogni anno il bilancio consuntivo dell’esercizio precedente: “il bilancio consuntivo consente a noi di capire la disponibilità dei fondi e quindi di determinare l’ammontare necessario per finanziare un Comites, quindi in caso di presenza importante di saldo attivo questi soldi potrebbero già di per sé essere usati per dei progetti speciali tramite relazione da accompagnare al bilancio”, ha precisato De Vita che durante l’emergenza sanitaria ha ricordato come tra questi progetti siano rientrati, oltre agli sportelli informativi, anche l’acquisto di kit sanitari da offrire agli italiani indigenti come fatto dai Comites di Dortmund e San Paolo. Una volta approvate in seno alla propria assemblea, il Comites deve inviare le proposte al Consolato insieme al verbale della seduta; il Consolato esprime un proprio parere che quasi sempre è positivo e viene quindi trasmesso all’Ufficio I della DGIT. A quel punto tutto dipende dall’ammontare della richiesta e dalla disponibilità effettiva dei fondi. Tra i temi più innovativi degli ultimi anni c’è quello della promozione del cosiddetto turismo delle radici, il cui obiettivo è la ricerca oppure la riscoperta dei luoghi di origine in Italia. Nel 2018 sono stati finanziati 82 progetti per un ammontare di 536mila euro; nel 2019 i progetti finanziati scendono a 61 per un totale di 367mila euro; nel 2020 si risale a 87 con una spesa complessiva di oltre 1 milione. Tra i progetti del 2020 buona parte hanno avuto quelli dedicati all’emergenza Covid, a seguire i progetti storici e sulla nuova mobilità, nonché quelli specificamente circoscritti alla Brexit. “I Comites di per sé non possono erogare sussidi ai connazionali indigenti ma possono segnalare all’ufficio consolare o all’Ambasciata i casi di connazionali meritevoli di sostegno”, ha precisato De Vita riferendosi sempre agli aiuti a chi si trova in difficoltà. Può accadere che un progetto venga rifiutato perché non considerato prioritario o perché non c’è la copertura dei fondi; oppure magari perché non riguarda un tema di competenza specifica dei Comites. C’è sempre la possibilità di avere un progetto cofinanziato anche da autorità o sponsor locali. “Il Comites porta avanti il progetto in prima persona e ne è responsabile in prima persona sotto l’aspetto contabile. Per quest’anno uno dei temi prioritari per proporre un progetto è quello delle attività informative in vista delle elezioni dei Comites; resta sempre quello delle iniziative di sostegno per il Covid perché l’emergenza non è ancora finita”, ha sottolineato De Vita ricordando che la circolare ministeriale di riferimento in materia è la n. 2 del 2020, nella quale si spiega nel dettaglio l’attività contabile dei Comites. Il termine limite indicativo per presentare i progetti speciali è quello del 30 settembre. Silvia Alciati ha espresso soddisfazione per queste nuove possibilità di iniziativa offerte ai Comites auspicando infine anche l’approvazione della riforma di Comites e CGIE. In conclusione Maria Chiara Prodi ha ricordato come, da qui alle elezioni dei Comites fissate al 3 dicembre 2021, ci saranno altri incontri specificamente dedicati ad approfondimenti su questo atteso appuntamento. (Simone Sperduto/Inform)