ROMA - “Se l’Italia non cambia passo, non si riforma, avrà delle difficoltà. E ora, con i 248 miliardi del PNRR c’è l’occasione di farlo”. Con queste parole, il Segretario Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero - CGIE, Michele Schiavone, ha dato il via, dopo le parole introduttive del Sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto Della Vedova,
alla video-conferenza in cui il CGIE ha dibattuto sul rinnovo dei Comites in vista delle elezioni del prossimo 3 dicembre. L’Italia, secondo Schiavone, “è costretta a riformare”, in modo da rendere il Paese al pari di Germania e Spagna, che hanno un tasso di crescita e sviluppo del PIL molto più alto di quello italiano, fatto che porta inevitabilmente i nostri connazionali a emigrare. E queste riforme e questo possibile sviluppo, possono arrivare anche “grazie al contributo degli italiani all’estero”, e il Governo, di cui era presente proprio il Sottosegretario Della Vedova e che è pronta a stanziare i fondi del PNRR, secondo il Segretario Generale deve “considerare l’apporto degli italiani nel mondo. Spero che questo possa arrivare sul tavolo di Mario Draghi, così come su quello del Presidente del CGIE, perché con quei contributi potremo realizzare e aumentare quel soft power implementato dagli italiani all’estero e che è tanto importante per l’Italia stessa”. La prossima riforma, infatti, secondo il Segretario Generale CGIE “dovrebbe portare alla trasformazione del sistema. Bisogna spingere alle riforme, soprattutto a quelle di Comites e CGIE. In questi 3 anni abbiamo perseguito questa volontà, perché anche gli italiani all’estero sono cittadini di questo paese e devono avere la possibilità di entrare nel discorso pubblico dell’Italia, partecipare all’evoluzione e al progresso che oggi è purtroppo bloccato. Noi ci abbiamo lavorato - ha sottolineato Schiavone -, siamo stati in trincea insieme a Comites, Associazioni e patronati per riportare a casa i cittadini italiani. Gli italiani all’estero meritano un adeguato riconoscimento, e non solo per la promozione che fanno all’estero”. Questa riforma delle elezioni dei Comites, dunque, rappresentano uno “snodo”, ed è dunque “un’occasione da cogliere”. Però bisogno capire “come, con quali strumenti ci arriviamo”. Al momento, infatti, “la rete diplomatico consolare è in affanno, specie in America-Latina e Asia, dove la pandemia persiste. E a dicembre probabilmente resterà com’è ora”. E quindi, ha chiesto Schiavone, “sono queste le condizioni per riformare?” “Nelle ultime elezioni, quelle del 2015 - ha ricordato in seguito -, con l’iscrizione obbligatoria arrivarono solo il 3,5% della partecipazione”. E per questo, invece, servono delle riforme, che portino ad avere una prospettiva che riporti alle cifre del 2004, quando partecipò oltre il 30%. “La strada è difficile, impervia, e gli strumenti devono essere rafforzati - ha spiegato a tal ragione Schiavone -. Siamo convinti che la partecipazione che auspica il Governo si potrà raggiungere a condizione che siano i territori e i loro soggetti, attraverso nuovi strumenti, a rendere molto più propizia l’informazione e dunque la partecipazione”. Ma oltre alla questione dei numeri, Schiavone ha battuto ancora sugli strumenti: “come dovrà svolgersi il tutto? Bisogna capire modalità, tempi. Dobbiamo avere una tabella di marcia, capire se a settembre ci saranno decreti. Il Governo ha previsto un eventuale piano B? Ha previsto il rinvio di questo appuntamento per la primavera dell’anno prossimo, quando la geografia sanitaria del mondo sarà più chiara? Possiamo pensare alla potenzialità delle risorse per rispondere alla partecipazione di 6 milioni di italiani all’estero?” “Sono questi gli argomenti per i quali noi oggi ci siamo riuniti - ha aggiunto ancora Schiavone -. È un momento difficile, non solo per la pandemia, ma anche perché non c’è una visione chiara. Per 3 anni abbiamo discusso di riforme e i parlamentari si svegliano solo alla fine della legislatura”. Per questo, “il Governo deve assumersi delle responsabilità e calendarizzare questo appuntamento, affinché alle prossime elezioni si arrivi con prospettive che diano di nuovo credibilità a queste istituzioni italiane all’estero”. (l.m.\aise 19/05/2021)