«Agli uomini e alle donne che sono stati portati nei campi di prigionia o in prigione senza accusa, alle persone che non sono più con noi per ascoltare queste scuse.... ai figli e ai nipoti che hanno portato la vergogna e il dolore di una generazione passata, e alla loro comunità,

che ha dato tanto al nostro Paese, ci dispiace». Sono queste le parole salienti che il Primo ministro del Canada ha pronunciato davanti alla Camera dei Comuni per presentare le scuse del Paese agli italiani che durante la Seconda guerra mondiale, furono perseguitati, fermati e rinchiusi in campi di detenzione senza colpe e senza prove, per il solo fatto di essere «stranieri alieni», vale a dire cittadini originari di un paese schierato in un campo militarmente avverso. Le scuse che il primo ministro Trudeau ha fatto dopo settant’anni a nome delle istituzioni canadesi sono un atto tardivo ma giusto, apprezzabile sul piano storico, civile e morale. Il nostro pensiero, tuttavia, va oggi a quanti – decine di migliaia di persone – hanno subito le conseguenze dirette e indirette di quelle ingiustizie, sopportando sofferenze personali e gravi disagi familiari e sociali. A loro va il nostro grazie per avere resistito e creduto, nonostante tutto, nella possibilità di costruire un futuro in un Paese che pure non era stato benevolo ed equo nei loro confronti. In questo modo essi hanno tenuto aperta la strada per la costruzione di una comunità di oltre un milione e mezzo di persone: laboriosa, costruttiva, culturalmente significativa. Il Presidente Trudeau ha compiuto un onesto e importante atto di riconciliazione, di cui gli va dato atto, ma una più profonda riconciliazione con la società canadese l’hanno realizzata giorno per giorno gli italiani con il loro lavoro, con la loro lealtà, con l’importante contributo che hanno dato allo sviluppo della loro nuova Patria.

Campo di Petawawa, Ontario. Nel 1939, il campo fu usato per l'internamento di "stranieri ostili". La maggior parte degli italocanadesiinternati dal Canada centrale e orientale nel giugno del 1940 fu mandata a Petawawa

CANADA. TRUDEAU SI SCUSA PER GLI ITALO-CANADESI INTERNATI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE

In Canada vivono circa 1,6 milioni di italo-canadesi, tra le più grandi comunità di italiani nel mondo Tweet 28 maggio 2021 Il premier canadese Justin Trudeau ha chiesto formalmente scusa in parlamento per l'internamento degli italo-canadesi nella Seconda guerra mondiale, riconoscendo che a centinaia di persone fu negato un giusto processo. Dopo che l'Italia dichiarò guerra al Canada nel 1940, Ottawa imprigionò oltre 600 persone di origine italiana e dichiarò "stranieri nemici" circa 31 mila italo-canadesi. Trudeau ha ricordato che quelli etichettati in tal modo "furono tenuti sotto controllo, costretti a fornire le impronte digitali e a presentarsi una volta al mese alle autorità locali". "A quegli uomini e donne che furono presi prigionieri nei campi di lavoro o imprigionati senza accuse, alle persone che non sono più con noi per sentire queste scuse, alle decine di migliaia di innocenti italo-canadesi che furono etichettati come stranieri nemici, ai figli e ai nipoti che hanno portato la vergogna e il torto della passata generazione, e alla loro comunità - una comunità che ha dato così tanto al nostro Paese - porgiamo le nostre scuse e affermiamo che ci dispiace", ha detto. "Quando il 10 giugno del 1940 questa Camera dei Comuni dichiarò guerra al regime fascista di Mussolini in Italia, il Canada non dichiarò guerra anche agli italo-canadesi", ha spiegato. "Combattere il regime fascista che stava con la Germania nazista fu giusto ma incolpare gli italo-canadesi che rispettavano la legge fu sbagliato", ha aggiunto. Il premier ha ricordato che tra coloro che furono etichettati come "stranieri nemici" ci furono anche i genitori di Frank Iacobucci, ex giudice della Corte suprema canadese. Nel 1988 il governo canadese porse le scuse per l'internamento di oltre 22 mila nippo-canadesi. In Canada vivono circa 1,6 milioni di italo-canadesi, tra le più grandi comunità italiane sparse per il mondo.

LE CRITICHE DEGLI STORICI E IL DIBATTITO POLITICO

Sebbene le scuse abbiano ricevuto il sostegno della Camera, non sono mancate le critiche. Alcuni storici hanno avvertito sui rischi del "riscrivere la storia". Temono che, nel tentativo di fare ammenda, il governo stia assolvendo alcuni veri fascisti. Roberto Perin, professore emerito di storia alla York University, ha affermato che negli anni '30 e '40 circa 3.000 canadesi erano tesserati del partito fascista italiano, compresi alcuni internati. Il Partito Liberale però ribatte che si trattò di detenzioni ingiustificate: in tanti furono internati solo per aver donato alla Croce Rossa italiana. Non ci fu nessun processo equo, a nessuno fu data la possibilità di confutare o presentare delle prove. "Resistere al regime italiano schierato con la Germania nazista, fu giusto. Ma non lo fu usare come capro espiatorio agli italocanadesi rispettosi della legge". Il leader conservatore Erin O'Toole ha raccontato la storia di William Casanova, che aveva nove anni quando la polizia arresto suo padre nella loro casa a Windsor. Dopo quasi due anni di internamento, l'uomo fu rilasciato ma morì pochi mesi dopo. "William ha scritto che la sua famiglia perse la dignità, l'orgoglio e la stabilità finanziaria. La madre non si riprese mai da quegli eventi. La famiglia ne uscì distrutta": Il leader dell'NDP Jagmeet Singh ha definito razziste le azioni del governo, che includevano anche il ritiro dei bambini dalla scuola e il congelamento dei conti bancari. "Era un sistema che è stato appositamente progettato per tenere le persone fuori dal loro giusto posto nella società", ha detto.

DELLA VEDOVA: "GRAZIE A TRUDEAU"

"L'Italia ringrazia calorosamente il Primo Ministro del Canada, Justin Trudeau, per le scuse formali agli italo-canadesi per il trattamento subito durante il secondo conflitto mondiale. Esprimiamo viva gratitudine per le sentite parole di solidarietà e stima offerte da tutti i parlamentari intervenuti oggi alla Camera dei Comuni." Così il Sottosegretario con delega ai rapporti con il Paese nordamericano, Benedetto Della Vedova, a seguito dell'annuncio dato dallo stesso Trudeau nel suo intervento alla Camera dei Comuni. A seguito dell'entrata in guerra dell'Italia contro gli Alleati, il governo canadese dell'epoca internò centinaia di persone di discendenza italiana e dichiarò decine di migliaia di italo canadesi "stranieri nemici", causando discriminazioni e sofferenze nella comunità. Della Vedova ha quindi espresso di essere orgoglioso "della collettività italo-canadese e del riconoscimento offerto al suo contributo nella costruzione dell'identità e nel successo del Paese", facendo eco alle parole del Primo Ministro che ha ricordato come "i canadesi di discendenza italiana rappresentano una componente di valore della diversità che rende forte il Paese. Riconoscendo l'errore storico commesso nei confronti della comunità italo-canadese mostriamo anche il nostro rispetto al suo grande contributo alla nazione". - See more at:

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