INTEGRAZIONE MIGRANTI - AL VIA FORMA@2 - PAGLIARO (PRES.INCA foto accanto): "ORGOGLIOSI RISULTATi. NOSTRO LAVORO A VANTAGGIO PERSONE IMPORTANTE PATRIMONIO PER NOSTRO PAESE. NECESSARIO LAVORARE PER UN'EUROPA PIU' SOCIALE"
"Il varo della seconda edizione del Progetto FORMA@ sull’integrazione delle famiglie migranti rappresenta un doppio successo: per il Patronato INCA CGIL, che ne è il soggetto capofila, e per l’insieme dei Patronati del raggruppamento del CEPA che si sono attivati per la prima volta n maniera sinergica, raccogliendo un considerevole successo. Il progetto FORM@2, finanziato dal FAMI, il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, che vede il Ministero dell’Interno nelle veste di autorità responsabile e il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali nella veste di autorità delegata, si pone l’obiettivo di qualificare e facilitare i percorsi di ricongiungimento familiare attraverso la formazione pre-partenza. Mette, quindi, a disposizione dei beneficiari un sistema di servizi integrati, ponendo particolare attenzione alle questioni concernenti la conoscenza della lingua, l’educazione civica e lo studio del patrimonio culturale e valoriale del Paese di destinazione. Il progetto FORMA@2, "ci riempie di orgoglio " dichiara il Presidente del Patronato INCA CGIL, Michele Pagliaro, ad Italiannetwork/ Italialavorotv, illustrando in sintesi gli elementi che definiscono il progetto: "I destinatari del progetto sono i figli, i coniugi, e – in piccola parte – i genitori anziani dei cittadini stranieri che hanno effettuato richiesta di ricongiungimento familiare dall'Albania, Egitto, Marocco, Senegal, Tunisia. A dare attuazione al progetto un'ATS che include i 4 Patronati CePa (INCA, INAS, ITAL e Patronato ACLI) con l’INCA come soggetto capofila ed in partenariato con l’ANOLF, UNIRAMA S.A.S. e l’INTERNATIONAL LANGUAGE SCHOOL. "E ne siamo orgogliosi - ribadisce il Presidente dell'INCA - perche’ si tratta di una modalita’ nuova del nostro lavoro di patronati del CEPA e perche’ si tratta dell’accoglienza dei migranti, che gia’ con FORMA aveva consentito l’ingresso a 3.600 persone, mentre con FORMA@2 saranno all'incirca 2.100 le persone verso le quali potremo svolgere un’attivita’ fondamentale di formazione offrendo strumenti di conoscenza alle persone che chiedono di ricongiungersi con i familiari. Il patronato INCA può esprimere, insieme agli altri patronati , la propria competenza per quel che riguarda l’esercizio della tutela individuale, fornendo tutti quelle informazioni di cui questi soggetti hanno bisogno. Il progetto impone soprattutto, un importante lavoro di pre-partenza: almeno 10 ore di formazione su aspetti essenziali per vivere nel nostro paese, a partire dai principi fondamentali sui quali è costruita la nostra Costituzione, in particolare sui diritti e doveri dello straniero in Italia , sul diritto di famiglia, il diritto allo studio. Inoltre, non manca la formazione sull’accesso al servizio sanitario nazionale e poi, naturalmente, approfondiamo con loro tutte le dinamiche del lavoro". Presidente, avete anche varato un altro progetto, il progetto SHUBH che sostiene l’integrazione dei profughi in Italia. Entrambi i progetti anticipano la qualità dell'accoglienza dei migranti regolari per permettere una loro reale integrazione. In questo modo voi state anticipando o sperimentando quello che dovrebbe essere l'impegno del nostro Paese in una società multiculturale ? "SHUBH ha una connotazione diversa - innanzitutto, stiamo collaborando AUSER, ARCI e Sunia - ed è un progetto che si rivolge ai richiedenti asilo politico permanente nei nostri centri di accoglienza. Naturalmente sono segnali importanti, Io voglio, però, sottolineare che entrambi i progetti sono finanziati dall’Europa. E sono posti in essere dal Governo italiano, nello specifico i Ministeri dell'Interno e del Lavoro. Credo, certamente, che queste modalita’ di accoglienza rappresentino un segnale importante e mi auguro che in Europa ed Italia possano essere accentuati nel prossimo futuro perche’ l’accoglienza, attraverso la regolarizzazione dei flussi migratori, è un’altra cosa. E ritengo che la nostra societa’ debba prendere atto del fatto che la globalizzazione, probabilmente, ha accentuato il processo di mobilita’ ed in Italia - anche se in molti non lo sanno - oltre l'8, 50% della popolazione residente e’ straniera e questi immigrati sono un patrimonio importante per il nostro Paese. Voglio, infatti, ricordare che molte attivita’ dall’agricoltura all’edilizia, senza tralasciare l’ambito della cura della persona, sono attività a cura di stranieri in quanto i cittadini italiani non sono piu’ disponibili a svolgere questi lavori, per cui questa mandopera diventa preziosa in alcuni ambiti della nostra economia. Vorrei ricordare, inoltre, che viviamo in un paese che si misura con un tasso di denatalita’ che aumenta sempre di piu’ e che deve misurarsi con una popolazione in continuo e costante invecchiamento e quindi oggi le politiche dell’accoglienza possono fare la differenza, poichè si costruiscono processi che partono da un elemento basilare e scontato, come la conoscenza, che in realta' non è tale per chi e’ straniero giacchè si tratta di elementi che sicuramente favoriranno l’integrazione in quella che è ormai una societa’ sempre piu’ multietnica . Del resto - lo abbiamo visto durate la pandemia- anche i nostri giovani costretti prima ad emigrare, in alcuni casi sono dovuti rientrare in Italia perche’ l’accoglienza anche per loro in Europa non è stata delle migliori. Quindi l’INCA, il sistema italiano dei Patronati mettono in campo quello che hanno sempre fatto e che sanno fare in ordine alla tutela individuale e provano a lavorare per costruire con questi due progetti sicuramente una sensibilita’ nuova verso migliori condizioni di convivenza e, nell’ambito piu’ generale, di dare strumenti che permettano di riconoscere una qualita’ di vita migliore a tutte le persone, i cittadini del nostro paese." Presidente, i patronati daranno un loro apporto specifico sui migranti a quella che dovra’ essere la nuova Europa, .? "Il nostro e’ un impegno quotidiano ed il nostro contributo non verrà meno. Però, la pandemia ha posto molte domande, facendo emergere debolezze e criticità, oltre a rafforzare il sentimento di solidarietà, quindi ci impegna un po' tutti nel ripensare il nostro sistema, anche il Patronato - un'organizzazione che esiste solo nel nostro Paese - nel costruire un’Europa sociale che abbia la capacità di guardare un po’ meno alle multinazionali ed un po’ di piu’ alle persone che vivono l’Europa stessa. In quest’ottica noi naturalmente ci assumiamo tutte le nostre responsabilità: daremo il nostro contributo in tutti gli ambiti. La pandemia ha reso ancora piu’ evidente la necessità di lavorare per un modello d’Europa piu’ sociale e mettere al centro la persona e naturalmente il lavoro. Io credo che ci siano, seppur timidi, segnali in questo senso. Penso all’impegno che l’Europa si è assunta ed al Presidente del Consiglio Mario Draghi sulla vicenda dei migranti e credo anche ad un importante risultato cui si addiverrà nell’ambito del G7 sulla tassazione delle multinazionali informatiche, i colossi telematici. Questi effetti, che possono sembrare lontani dalle nostra vita quotidiana, in realtà diventano campi di masse e noi faremo la nostra parte nell’ambito del dibattito perché ai cittadini possa portare risultati ed elementi positivi . (08/06/2021-Maria Ferrante -ITL/ITNET)