ROMA - Sono intervenuti altri 3 parlamentari italiani eletti all’estero, Billi, Schirò e Fantetti, oltre al Direttore generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Vignali, e altri esponenti dei Comites e del Cgie, durante il dibattito organizzato dal Cgie stesso per discutere sul rinvio o non rinvio
delle prossime elezioni dei Comites in programma il prossimo 3 dicembre. Elezioni per le quali il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha chiesto il rinvio in primavera dell’anno prossimo. Per il deputato della Lega eletto in Europa, Simone Billi, la pandemia “non è un motivo così forte” per optare per il rinvio, in quanto difficilmente “a primavera 2022 la pandemia sarà passata”. Tuttavia, il deputato leghista si è concentrato sul livello di stress che queste elezioni causerebbero al personale estero impegnato nei Consolati, già molto stressato al momento a causa della pandemia. E dunque per la rete consolare, il rinvio “sarebbe una boccata d’ossigeno”. Ha preso parola in seguito anche Angela Schirò, deputata del Pd eletta in Europa, che si è detta anche lei “molto preoccupata per lo stato dei Consolati italiani nel mondo”. Ma questo non le ha tolto i “seri dubbi sulla richiesta di rinvio. L’unico in grado di dare risposta sulle capacità e possibilità di queste elezioni è il Governo, che deve impegnarsi”. Riguardo la riforma elettorale, invece, Schirò ha ribadito la sua volontà di portare avanti tali idee, ma ha anche affermato l’innocenza degli eletti all’estero “sul ritardo delle riforme” (di cui si parla dal 2009). Secondo la deputata dem “è necessario fare un lavoro congiunto per riformare in caso di rinvio, utilizzando l’eventuale tempo in più per questo”. Diverso il discorso di Raffaele Fantetti, senatore di Cambiamo! eletto in Europa, secondo il quale “non possiamo accettare un rinvio delle elezioni, soprattutto nel momento in cui abbiamo fatto battaglie per ottenere i fondi. E per diritto “a scadenza” vanno fatte le elezioni”. Inoltre, per Fantetti “l’inversione d’opzione rappresenta una garanzia di sicurezza nel voto per gli italiani all’estero”, ma questo non toglie la necessità di riformare “insistendo sulla digitalizzazione”. Fantetti si è detto quindi a disposizione per le riforme, ma, “posto che ci sia tanta informazione, non possiamo permetterci un rinvio”. Sono poi intervenuti due esponenti del mondo dei Comites, Luciano Alban, presidente di quello di Zurigo, e Ernesto Pravisano, del Comites d’Olanda. Il primo ha spiegato che “i Comites non possono rappresentare solo il 2 o 3% delle comunità. Dobbiamo riformare. Così come devono essere riformati i rapporti tra Comites e Consolato. Bisogna votare, ma votare in previsione di una scarsità di partecipazione è inutile”. Il secondo, invece, ha elencato i due limiti che riguardano questa situazione sono “interconnessi ed entrambi vanno risolti”: uno “strutturale”, quello della legge, e l’altro rappresentato dalla situazione pandemica. Vincenzo Arcobelli, Presidente del Comitato Tricolore Italiani nel Mondo - CTIM, ha chiesto invece direttamente agli esponenti dell’amministrazione, se ad oggi, il 3 settembre, tra “ferie e traslochi”, sono pronti ad oggi al 100% per le prossime elezioni. “E se oggi fanno tutti parte della stessa maggioranza - si è chiesto poi -, non è possibile fare una riforma che accolga le richieste degli italiani all’estero, anche per il 3 dicembre?”. In seguito ha preso parola anche Luigi Maria Vignali, Direttore generale Italiani all’Estero del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che spiegato: “noi siamo in ascolto. Il nostro compito è applicare la legge. E noi ci stiamo attivando per l’obiettivo di portare a termine nel migliore dei modi le elezioni del 3 dicembre. In caso di rinvio ci attiveremo per farlo più avanti”. (l.m.\aise 07/06/2021) segue/4