ROMA – E’ stato presentato online dal Centro AltreItalie e dalla Fondazione Casa America il libro “Storia degli Italoamericani” (edizione Le Monnier), a cura di William Connell e Stanislao Pugliese (edizione italiana a cura di Maddalena Tirabassi). Roberto Speciale, Presidente della Fondazione Casa America,

ha citato per esempio l’episodio di Sacco e Vanzetti, ma anche gli attacchi ed i linciaggi agli italiani. Questo per introdurre il tema condendolo con note contestuali circa il modo in cui erano spesso percepiti i connazionali in America. “Anche il Fascismo in Italia non ha giovato all’immagine dell’Italia all’estero”, ha spiegato Speciale che ha poi evidenziato come dagli anni ’90 del secolo scorso abbiamo una migrazione giovane e diversa da quella del passato. “Questi studi dovrebbero diventare parte organica del nuovo Museo che si aprirà a Genova. Siamo alla vigilia dell’apertura di questo Museo nazionale e ci si chiede quale sia la natura di questo luogo: sarà dedicato solo alle emigrazioni o anche alle immigrazioni oppure alle migrazioni nel loro complesso?”, si è domandato Speciale invitando all’idea di un censimento del patrimonio degli studiosi che si occupano di Cristoforo Colombo, cercando di elaborare qualche proposta per dar vita ad un centro di ricerca sul navigatore con un respiro internazionale. Anna Maria Saiano, agente consolare USA, tornando sul tema del Museo di Genova ha precisato che questo dovrà andare nella direzione della valutazione di cosa voglia dire la parola migrazioni. “Siamo all’inizio del terzo millennio ma dobbiamo ancora renderci conto di tutto ciò che è stata la cultura ottocentesca e novecentesca perché ce la portiamo dietro, benché questo millennio sia nato nel nome della velocità e dell’informazione”, ha spiegato Saiano accennando al tema della post-etnicità. Maddalena Tirabassi, curatrice del libro per AltreItalie, ha ricordato come non sia tipico di tutti i gruppi etnici presenti in America aver creato una propria identità come fatto dagli italiani con tutta la propria tradizione di dialetti tramandati da generazioni. “Nel libro si parte da Cristoforo Colombo e si arriva alle nuove emigrazioni in un percorso interdisciplinare”, ha spiegato Tirabassi evidenziando la piacevolezza nel leggere nel volume lo sguardo reciproco tra americani ed italoamericani, anche nei rapporti politici e negli scambi culturali. “Interessante è l’aspetto delle migrazioni delle minoranze, che è di grande attualità”, ha aggiunto Tirabassi sottolineando che la versione italiana del libro non è identica a quella americana per la presenza di materiale inedito. La curatrice ha poi invitato a riflettere sullo sviluppo dell’italianità attraverso le merci e i commerci, ossia attraverso il Made in Italy. Enzo Baldini, Presidente Associazione Reduci Garibaldini, ha sollevato la riflessione sul problema di inserimento nella realtà americana da parte degli italiani. “Perché non accadeva negli USA quello che si vedeva per esempio in Giappone o Sudamerica circa l’avvicinamento all’insegnamento della lingua italiana?”, si è chiesto Baldini che stando all’ultimo censimento 2018 sul numero di studenti iscritti agli esami di lingua italiana negli USA ha parlato di una crescita contenuta interrogandosi quindi sulle problematiche relative al recupero dell’identità. “Come recuperavano i giovani italoamericani questa loro identità? Attraverso lo stile di vita: l’italianità era uno stile di vita a volte provocatorio fatto di edonismo e culto del fisico. La lingua e la cultura era importante per un 50% di loro”, ha aggiunto Baldini. William Connel, curatore del libro, ha sottolineato l’importanza di un focus sulle esperienze di vita, coinvolgendo gli studiosi in scambi accademici, per dire agli studenti cosa significhi davvero il termine “italoamericani”. Stanislao Pugliese, curatore del libro, ha ricordato che dieci anni fa ci si è resi conto che un volume come questo era necessario per cambiare una certa mentalità tra americani, italiani ed italoamericani. Pugliese ha ricordato come in America ci sia ancora una sorta di nostalgia per la storia italiana del secolo scorso. (Simone Sperduto/Inform)