Non appena ci siamo resi conto che l’introduzione dell’Assegno unico universale in Italia avrebbe potuto comportare la soppressione delle prestazioni familiari e delle detrazioni per i figli a carico attualmente erogate ai nostri connazionali residenti all’estero,

abbiamo segnalato i rischi e sollecitato i ministeri competenti ad intervenire per non penalizzare le nostre collettività. Tuttavia il pericolo per ora sembra essere stato rimandato a gennaio 2022 quando la nuova normativa – che sarebbe dovuta partire già dal prossimo luglio – entrerà in vigore a pieno regime. Ma cosa è successo? Il Governo ha realizzato che non c’era tempo entro luglio per disporre e applicare i decreti attuativi della norma sull’Assegno unico contenuta nel Decreto Sostegni bis ed ha deciso quindi di rimandare all’anno prossimo le norme previste dalla legge delega ma nel contempo, nelle more di attuazione della legge delega, si è deciso di introdurre a decorrere dal 1° luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021 un assegno temporaneo (per i residenti in Italia) destinato alle famiglie con figli minori che non abbiano diritto ai vigenti assegni per il nucleo familiare. Inoltre tra le misure temporanee è stato previsto che a decorrere sempre dal 1° luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021, gli importi mensili dell’assegno per il nucleo familiare già in vigore siano maggiorati dai 37,5 ai 55 euro. Questi aumenti, salvo sorprese, dovrebbero applicarsi anche ai percettori di ANF residenti all’estero. Ma perché a partire dal prossimo anno, e sempre che Governo e Parlamento non intervengano per salvaguardare i diritti acquisiti dei nostri connazionali residenti all’estero, questi ultimi potrebbero essere privati delle detrazioni e delle prestazioni familiari italiane? Lo ricordiamo: la legge sull’Assegno unico universale – prestazione di sostegno alle famiglie - porterà a regime all’abolizione delle detrazioni per i figli a carico e degli assegni familiari (ma anche dei numerosi bonus per la genitorialità introdotti negli anni). L’abolizione di detrazioni e assegni familiari a partire dall’anno prossimo se da una parte non danneggerebbe i residenti in Italia perché essi percepiranno in sostituzione ed in compensazione il nuovo Assegno unico, dall’altra parte potrebbe invece arrecare danno ai nostri connazionali residenti all’estero i quali attualmente percepiscono le prestazioni familiari (anche grazie alle convenzioni di sicurezza sociale) e usufruiscono delle detrazioni per i figli, ma che, una volta che queste prestazioni saranno ufficialmente abolite, non potranno usufruire dell’Assegno unico perché la legge stabilisce che esso è inesportabile all’estero. Tuttavia saranno i decreti attuativi a definire i dettagli applicativi per ottenere l’Assegno secondo i principi dettati dalla legge delega già approvata dal Parlamento italiano; in quest’ultimo contesto sarebbe quindi opportuno che il Governo valuti la possibilità di introdurre delle deroghe alla legge, non certamente per elargire trattamenti di favore per i nostri connazionali all’estero, ma per fare in modo che le prestazioni attualmente erogate non siano soppresse ma bensì semplicemente mantenute. Per questi motivi ho scritto ai ministeri competenti di questo Governo per chiedere che essi dimostrino discernimento, raziocinio e sensibilità politici tali da adottare negli schemi dei decreti attuativi che saranno trasmessi alle Camere, o in altri provvedimenti legislativi, disposizioni correttive e/o integrative della legge delega che salvaguardino i diritti dei nostri connazionali emigrati. Permane purtroppo tanta incertezza, e dovremo quindi vigilare con attenzione che Governo e Parlamento non ignorino – per trascuratezza o indifferenza – i diritti dei nostri connazionali.