(SA) - Si avvicina la data per il rinnovo dei COMITES e cominciano ad evidenziarsi le difficoltà. Già nel 2015 vennero evidenziate le enormi lacune del nuovo sistema di partecipazione al voto. L’iscrizione con firma autenticata ha portato ad un notevole calo della partecipazione
che raggiunse appena il 4,46% di votanti rispetto ai 3.743.341 si iscritti all’AIRE dell’epoca. Praticamente, nel mondo dell’emigrazione, di tutti gli aventi diritto si recarono a votare appena 167.714 esprimendo 141.284 voti validi pari al 3,75% degli aventi diritto, che hanno eletto 101 COMITES ai quali vanno aggiunti altri cinque di nomina. Si pensò allora ed a maggior ragione si pensa oggi, che questo nuovo sistema di partecipazione sembrasse suggerito apposta da un disegno di svuotamento degli organi di rappresentanza per procedere in un prossimo futuro alla loro eliminazione. La nuova normativa, sembra proprio che voglia proseguire a perseguire questa scelta, accelerando il percorso di questo antidemocratico disegno. Nel modello messo in circolazione dai Consolati, per disposizione ministeriale, non si tiene minimamente conto della composizione della base elettorale. Innanzi tutto, bisognerebbe chiedersi “quanti emigrati sono in possesso del codice fiscale?” Quanti hanno un computer, un tablet, un indirizzo di posta elettronica? Credo che ai giovani non ingteressa avere il C.F. italiano, così come la maggioranza della collettività non possiede né internet né indirizzo di posta elettronica. Non ci vuole molto, quindi, a capire che continua questo inspiegabile attacco alla rappresentanza degli italiani all’estero che parte dal misconoscimento del ruolo delle associazioni, per arrivare a potenziare il tentativo già sperimento nelle elezione dei COMITES del 2015, quando con tutti i vincoli inventati e messi in atto, solo il 4,46% degli aventi diritto ha preso parte al voto, esprimendo appena il 3,75% di voti validi rispetto a tutta la platea degli aventi diritto perché iscritti nei registri AIRE. In pratica, 141.284 elettori hanno eletto 101 COMITES la cui composizione varia da 12 a 18 componenti oltre ai cinque COMITES di nomina. Non ci vuole molto, che basta che un gruppo di potere si coalizza e pofrta qualche centinaio di persone a votare, per avere in mano il COMITES. Una cosa che a nostro avviso pensiamo sia già successa. La situazione di oggi, in vista del rinnovo dei COMITES prevista per il sei dicembre prossimo, si presenta peggiore. Se da un lato è positivo avere snellito la raccolta delle firme, passando dall’autenticazione della firma all’autocertificazione accompagnata dalla carta di identità, come da tempo la legge in Italia prevede, negativi sono i nuovi vincoli introdotti nel modello messo in circolazione dai consolati, che prevedono tra i requisiti obbligatori il codice fiscale e l’indirizzo di posta elettronica. Ciò potrebbe aiutare quei gruppi di potere di cui si parlava prima se riflettiamo un poco sull’intera materia. Ad esempio, quanti emigrati sono in possesso di codice fiscale? Quanti hanno un computer o un tablet o domestichezza con internet? Qual è la motivazione per cui vengono richiesti questi due requisiti? La cosa che vogliamo sottolineare , completamente nuova, è il tentativo di scaricare sulle spalle delle associazioni l’eventuale fallimento delle prossime elezioni. Alle associazioni, infatti, se sono esatte le nostre informazioni, è stato inviato il modello con preghiera di diffonderlo. Come e con quali mezzi non viene suggerito così come non si tiene conto che le associazioni, sono ferme da due anni e quindi non dispongono certo dei soldi per diffondere il modello. Non è forse compito dei consolati che sono in possesso dei registri AIRE occuparsi di spedire il modello a tutti gli aventi il diritto? Perché scaricare sulle associazioni? Forse per motivi economici? Gli stessi motivi non sono forse validi anche per le strutture associative? E ancora, che succede sed tutti gli aventi diritto non ricevono il modello? Non si configura forse una palese violazione della costituzione italiana e della stessa legge 459/2001? Come si coniuga questo nuovo metodo che prevede la richiesta preventiva di iscrizione per votare con la legge che prevede che per sussistere un COMITES in una circoscrizione consolare occorre che vi siano almeno tremila iscritti nel registro AIRE? Qual è la logica che autorizza che autorizza a superare il limite di iscritti nella circoscrizione? Sono domande queste, che richiedono risposte chiare a chi di dovere e che fanno il paio con la preoccupazione di alcuni partiti che giustamente, a nostro modesto avviso, che la pandemia in corso rappresenta certamente un grande ostacolo al diritto di partecipazione. Speriamo che chi di dovere tenga in considerazione questi dubbi e si attivi per apportare le necessarie correzioni al modello ed al metodo per raggiungere tutti gli aventi diritto al voto. Ancora una volta il problema della rappresentanza apre enormi spazi ad una necessaria riflessione che suggerisca anche se non sia utile rinviare il rinnovo dei COMITES a tempi migliori, e comunque quando siano rimossi tutti gli impedimenti che non garantiscono il diritto a tutti gli iscritti nei registri AIRE. Salvatore Augello 07 luglio 2021