ROMA\ aise\ - L’Italia del Ct Roberto Mancini è in finale agli Europei 2021. Dopo 120 minuti di intensa battaglia in campo con la Spagna, dove si sono viste due gran belle squadre che mostravano un gran bel calcio, una più orizzontale (la Spagna) e una più verticale (l’Italia), a portarci in finale,
oltre al rigore parato da Donnarumma a Morata, ci ha pensato un oriundo: Jorge Luiz Frello Filho, meglio noto come Jorginho. Centrocampista nato in Imbituba, Santa Caterina, Brasile, con cittadinanza italiana iure sanguinis (il trisavolo paterno, Giacomo Frello, era un migrante vicentino) che in cabina di regia sta inanellando un successo dopo l’altro, incantando tutti gli italiani e non solo. Il suo rigore, il quinto e decisivo, ha dato il pass agli Azzurri per giocarsi domenica prossima - contro la vincente tra Inghilterra e Danimarca - il titolo di miglior squadra continentale davanti a migliaia di italiani all’estero ululanti di gioia e di orgoglio nello stadio londinese. E se la merita la finale, perché la squadra di Mancini ha dimostrato tutto il suo valore. Una squadra senza i fuoriclasse tipici dell’Italia del passato, ma ormai tornata ad altissimi livelli dopo la terribile debacle del 2018. Tutti i reparti coperti, dalla porta all’attacco passando per il centrocampo (anche se brucia ancora il grave infortunio di Spinazzola, uno dei migliori dell'intero torneo). Insomma, un’Italia passionale, coraggiosa, di qualità ma anche di grinta, che esprime un ottimo gioco e che si è riuscita a unire nei momenti di difficoltà, com’è tipico dell’Italia e degli italiani, trovando il bandolo della matassa in un momento di crisi, con grande qualità e un super orgoglio. E questi ultimi fattori hanno fatto impazzire gli italiani a casa, ovunque si trovassero, nella penisola così come nel resto del mondo, facendo partire caroselli e festeggiamenti. Dagli italiani all’estero, infatti, si è sentita forte la spinta per i ragazzi della nazionale tricolore arrivata a questo importante traguardo che mancava dal 2012, edizione in cui perdemmo in finale proprio con le furie rosse, in quell’ultimo atto di un undici spagnolo leggendario che ha fatto la storia (portando a casa Europeo, Mondiale e ancora Europeo di fila). E ieri, sulle tribune del mitico stadio di Londra, Wembley, erano almeno 11 mila gli italiani che hanno urlato e cantato per e con gli Azzurri. E tutti questi, causa pandemia e restrizioni per i viaggi nel Regno Unito, erano italiani che vivono, lavorano, studiano e risiedono nella capitale britannica. Hanno gioito, sperato, poi sofferto e infine esploso tutta la loro felicità al rigore di Jorginho con la squadra di Mancini, al loro fianco. Ma di reazioni se ne sono viste tante in giro per il mondo fra gli italiani che risiedono all’estero. Su tutte salta all’occhio quella della comunità italo-canadese dell’Ontario, dove, secondo il censimento 2016, gli italiani d’origine sono circa 900 mila. E i caroselli sono andati avanti per ore come in una qualsiasi città italiana, anche se a qualche migliaio di chilometri di differenza. Ora la finale, che si giocherà ancora a Wembley, alle 21.00 (ora italiana) di domenica prossima, 11 luglio. Potranno essere, come nella semifinale, circa 60 mila gli spettatori. E agli italiani in Uk e non solo che vorranno ancora supportare e spingere la nazionale nell’ultima fatica di Euro2020, anche se dovesse incontrare l’Inghilterra in finale, sarà riservata una fetta dello stadio. Per acquistare i biglietti, è necessario essere residenti nella Common Travel Area, una regione che comprende Regno Unito, Irlanda, Isola di Man, Guernsey e Jersey. Tradotto in soldoni, significa che non si potrà partire dalla Penisola per guardare la partita poiché non ci sono i tempi tecnici per la trafila burocratica e anti-covid. Quindi bisogna vivere e risiedere in Inghilterra almeno da inizio luglio. Spetterà dunque ancora agli italiani nel mondo, alle loro voci, alla loro passione, al loro orgoglio, spingere la nazionale di Mancini nell’ultima fatica che può darci il titolo. (l.m.\aise)