Sono migliaia i cittadini italiani all’estero e i loro famigliari, iscritti all’AIRE o meno, immunizzati in altri Paesi, extra Ue, con vaccini riconosciuti dall’autorità sanitaria nazionale e da quella dell’UE (Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson), che stanno rientrando in Italia.

Numerosi sono anche i connazionali che tornano dopo aver ricevuto la prima dose di un vaccino nei paesi di residenza e che, una volta rientrati in Italia, chiedono di poter fare il richiamo. La maggiore preoccupazione di questi connazionali è quella di non riuscire ad ottenere la Certificazione verde Covid-19 che, sempre di più, consentirà l’accesso ai servizi e alle attività individuati dalle disposizioni vigenti. Peraltro, per rispondere a queste esigenze, una specifica procedura sarebbe stata già annunciata dalle autorità competenti e dovrebbe entrare in vigore entro la fine di luglio. Per rispondere alle preoccupazioni di questi connazionali, abbiamo presentato in Commissione Affari Sociali una interrogazione (n. 5-06456 - a firma dei deputati PD, Schirò, La Marca, Quartapelle, Sensi) indirizzata ai Ministri della Salute e degli Affari Esteri. Nell’atto chiediamo con quali tempi e con quali modalità si pensa di rilasciare ai connazionali immunizzati all’estero la Certificazione verde Covid-19 e se siano previste misure per coloro che hanno ricevuto la prima dose all'estero e che, rientrati in Italia, chiedono di poter fare il richiamo nel nostro Paese con conseguente riconoscimento del Green pass con una certificazione mista. Al Ministro della Salute abbiamo chiesto, inoltre, se tutte le Regioni stiano procedendo in modo uniforme alla comunicazione dei dati riguardanti i cittadini italiani iscritti all’AIRE, temporaneamente in Italia, vaccinati negli ambiti di rispettiva competenza (grazie alla Circolare 7 del commissario Figliuolo) affinché anch’essi ottengano la Certificazione verde Covid-19. I deputati PD: Schirò, La Marca, Quartapelle, Sensi