Il 3 dicembre di quest’anno dovrebbe avvenire, a un anno dalla scadenza naturale, il rinnovo dei Comitati degli italiani all'estero (COMITES), nonostante la persistenza in diversi Paesi di una situazione epidemiologica ancora preoccupante e i segnali di aggravamento in quelli dove le cose sembravano volgere al meglio.
Se non verrà accolto l’appello del PD di spostare la data di alcuni mesi per favorire un ritorno alla normalità ed avere il tempo di approvare una legge di riforma di tali organismi, già all’esame della Camera, si dovrà procedere agli adempimenti formali in condizioni di seria e obbiettiva difficoltà. Una remora tanto più drammatica quanto più la funzionalità degli uffici consolari è attualmente ridotta al minimo e gravata da una serie di adempimenti che stanno determinando difficoltà di accesso, dilatazione dei tempi di prenotazione e sovraccarico di arretrati. Poiché la democrazia non è un esercizio formale, ma pratica sostanziale, ho presentato in occasione del Decreto Semplificazioni, assieme alle colleghe Schirò e Quartapelle e in coordinamento con il responsabile del PD Mondo Luciano Vecchi, un ordine del giorno mirante alla semplificazione delle procedure necessarie per la preparazione e la presentazione delle liste, nonché per gli altri adempimenti previsti dalla legge istitutiva dei Comitati e dal Regolamento di attuazione. In particolare, ho chiesto di procedere a specifiche misure di semplificazione da adottare nei provvedimenti che il Governo adotterà nei prossimi mesi, ad esempio dimezzando il numero delle firme previste per la presentazione delle liste, promuovendo nei limiti del possibile l’utilizzo di personale itinerante per la legalizzazione delle firme e, nello stesso tempo, permettendo ai consoli onorari di potere loro stessi autenticare le firme, consentendo la sottoscrizione delle firme anche attraverso l’invio di un modulo con il portale FAST IT, o con altre forme di sottoscrizione elettronica, ammettendo la validità dell’autentica delle firme di un notaio locale anche senza il bisogno di apostille, e così via. Si tratta di possibilità da verificare e formalizzare e questo il Governo si è impegnato a fare accogliendo il mio ordine del giorno. La vera questione, ora, sono i tempi, considerata anche l’imminente pausa estiva e l’incombere delle scadenze previste. Per quanto mi riguarda, non smetterò di vigilare affinché non sia vanificata l’occasione di procedere ad una reale semplificazione delle procedure in modo che su questi importanti organismi di rappresentanza delle nostre comunità, già penalizzati nella loro formazione dell’obbligo di preiscrizione al voto, non si riversi anche il condizionamento delle ulteriori difficoltà arrecate dalla pandemia.