ROMA – “Disciplina dei Comitati degli italiani all’estero”, questo l’argomento della seduta tenutasi nei giorni scorsi in Commissione Esteri alla Camera relativamente all’analisi della proposta di riforma dei Comites promossa, dal deputato Massimo Ungaro (IV), eletto nella Ripartizione Europa e da altri. Il dibattito riprenderà domani in III Commissione.

Come spiegato nella seduta della scorsa settimana dal relatore Alessandro Battilocchio (FI) a monte c’è il vasto lavoro di approfondimento istruttorio portato avanti dal Comitato permanente sugli italiani all’estero presieduto da Simone Billi (Lega), anch’egli eletto nella Ripartizione Europa . Con la conferma referendaria della legge costituzionale in materia di riduzione del numero dei parlamentari, con riferimento alla rappresentanza parlamentare diretta degli italiani all’estero, è intervenuta una pesante limitazione nel rapporto tra elettori ed eletti. Laddove, infatti, il numero degli iscritti all’Aire è passato dai 3 milioni nel 2006 agli attuali 6 milioni e 300 mila, la riforma costituzionale del 19 ottobre 2020 non ha mantenuto il già esiguo numero di deputati e senatori attribuito alla circoscrizione estero con il risultato che, a partire dalle prossime consultazioni, un senatore eletto in Italia rappresenterà circa 350 mila cittadini, uno eletto all’estero ne rappresenterà oltre 1 milione e 500 mila. Si rileva che nel nuovo quadro legislativo, risultante da tale modifica, la proposta di legge a prima firma Ungaro mira a recepire alcune raccomandazioni espresse dal Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE), ridefinendo le funzioni attribuite nonché la composizione dei Comites, facilitando l’utilizzo delle nuove tecnologie e promuovendo la partecipazione alle attività e al voto dei Comitati da parte dei cittadini italiani residenti all’estero. In particolare, viene abolita la cosiddetta “inversione dell’opzione”, ovvero la pre-registrazione degli elettori, una procedura che aveva portato al crollo della partecipazione alle ultime elezioni del 2015, con l’obiettivo di permettere ai Comites di servire ancora meglio le comunità che rappresentano. La vicenda storica dei Comites prende avvio alla fine degli anni Sessanta con l’istituzione dei primi comitati di assistenza consolare previsti da un decreto del Presidente della Repubblica disciplinante l’amministrazione degli Affari esteri: in origine si trattava di organismi a carattere non elettivo e dunque non rappresentativi delle collettività italiane all’estero. Un primo risultato apprezzabile giunse solo dieci anni dopo, con la legge 205/1985, recante l’istituzione dei Comitati dell’emigrazione italiana: le comunità italiane ne salutarono l’istituzione come una grande conquista, finalmente si passava a una forma di rappresentazione liberamente scelta con voto democratico. Solo nel 1990, per legge vengono rinominati Comitati degli italiani all’estero, sottolineando così la discontinuità con il passato e disciplinando con chiarezza funzioni e ruolo. Un altro traguardo importante è l’istituzione del Consiglio generale degli italiani all’estero (CGIE), organo di consulenza del Governo e del Parlamento sui grandi temi di interesse per gli italiani all’estero, istituito con la legge 368/1989. Il CGIE deriva la sua legittimità rappresentativa dall’elezione diretta da parte dei componenti dei Comites e rappresenta un importante passo nel processo di sviluppo della partecipazione attiva alla vita politica del Paese di residenza da parte delle collettività italiane nel mondo. Allo stesso tempo, esso costituisce un organismo essenziale per il loro collegamento permanente con l’Italia e le sue istituzioni. Successivamente è intervenuta la legge 286/2003, che ha disciplinato ex novo l’intera materia. La proposta di legge intende quindi rinnovare la legislazione in materia di Comites, adeguandola alle nuove sfide della prima e della nuova emigrazione. I compiti dei Comites sono: concorrere all’elaborazione di un piano annuale, con proiezioni triennali, ai fini dell’individuazione, anche attraverso studi e ricerche, delle esigenze della comunità di riferimento, in particolare in materia di promozione del sistema Paese e dell’insegnamento della lingua e della cultura italiane, nonché di integrazione nella realtà locale e di tutela dei diritti degli esponenti della nuova emigrazione. A tali fini ciascun Comitato favorisce la realizzazione di opportune iniziative attinenti alla vita sociale e culturale, con particolare riguardo alla partecipazione dei giovani e dei cittadini italiani emigrati di recente o domiciliati temporaneamente all’estero, alle pari opportunità, all’assistenza sociale e scolastica, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero della comunità italiana residente nella circoscrizione, senza tralasciare le esigenze specifiche dei nuovi italiani. I Comites godono di una loro autonomia finanziaria e possono contare sul ricavato di attività e manifestazioni varie, oltre che di contributi pubblici, segnatamente erogati dal Maeci secondo modalità dettagliate nell’articolato. I componenti restano in carica cinque anni e sono rieleggibili solo per un periodo massimo di due mandati consecutivi; è altresì previsto che, accanto ai membri eletti di cittadinanza italiana e ai componenti cooptati, possano fare parte del Comitato, per affiliazione, cittadini italiani della nuova emigrazione che non siano in possesso dei requisiti necessari per essere candidati al Comitato. Il Comites è composto da undici membri per le comunità fino a 100 mila cittadini italiani e da diciassette membri per quelle composte da più di 100 mila connazionali. Ogni Comitato elegge un esecutivo, composto da un numero di membri – compreso il presidente – non superiore a un quarto dei suoi componenti. Il diritto di elettorato passivo è riservato ai cittadini italiani iscritti all’Aire e residenti nella circoscrizione consolare nella quale si candidano; il diritto di voto attivo è invece riservato a tutti i cittadini iscritti in quella stessa circoscrizione consolare e ivi residenti – ossia iscritti Aire – da almeno sei mesi. I Comitati sono eletti con voto diretto, personale e segreto, espresso per corrispondenza, sulla base di liste concorrenti. L’assegnazione dei seggi avviene con metodo proporzionale, secondo il metodo dei resti più alti. Per la copertura finanziaria del provvedimento, si segnala che si prevedono oneri pari a 25 milioni di euro per l’anno 2021 e pari a 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2022, a valere sul programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Maeci. Il seguito dell’esame si terrà nelle seduta di domani. (Inform)