Roma - Il 3 settembre è atteso il decreto di indizione delle elezioni per il rinnovo dei Comitati degli Italiani all’Estero (Comites), che sono gli organismi di rappresentanza di base delle Comunità italiane nel mondo. “Le difficoltà, per molte comunità, non mancano. Anche questa mattina (1 settembre ndr) dall’Australia c’è giunta una nota da parte dell’Intercomites:
in quel paese vige il lockdown e lo stesso vale per Montevideo” ha sottolineato il segretario del Cgie, Consiglio Generale degli Italiani all'Estero, Michele Schiavone in conferenza stampa – che si è tenuta in modalità virtuale il 1 settembre - a proposito delle elezioni dei Comites. “E’ messa in discussione – ha detto Schiavone - la partecipazione attiva alla competizione elettorale. E’ da un anno che ne parliamo: c’è il rischio che in diversi Paesi la pandemia creerà diverse difficoltà”. “Il Cgie chiede ai ministeri dell' Interno e degli Esteri di intervenire sulla tenuta di queste elezioni. Perché c’è il reale rischio di avere una partecipazione ridottissima: è sotto gli occhi di tutti. Ci troviamo di fronte a una situazione di instabilità. Pensiamo che le nostre richieste di rinvio delle elezioni non siano state prese nella giusta considerazione. Vogliamo dare protagonismo alle nostre comunità, ai 6 milioni di cittadini, ai nostri connazionali che hanno diritti e doveri tra questi quello di votare per le elezioni del rinnovo dei Comites” ha detto Schiavone. “Un prolungamento di alcuni mesi favorirebbe – secondo il Cgie - una maggiore partecipazione. Vorremmo coinvolgere – ha precisato il segretario- il maggior numero di elettrici ed elettori”. “Se non verrà presa una decisione per prolungare le elezioni, la scelta sarà ridotta a un concorso di bellezza, a una sfilata di moda. Non è questo il senso della partecipazione. Anzi, minerebbe la credibilità dei Comites. Per affermare la democrazia è necessaria la partecipazione” ha detto il segretario del Cgie che ha quindi ribadito: “Sarebbe utile rinviare di alcuni mesi le elezioni”. “Sbagliato dire che il prossimo 3 dicembre si tengono le elezioni per il rinnovo dei Comites. Le elezioni non si tengono il 3 dicembre, si concludono il 3 dicembre”: le parole di Silvana Mangione, vicesegretario generale del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero per i Paesi Anglofoni Extraeuropei, intervenuta in conferenza stampa. Mangione ha ricordato le altre date fondamentali, altrettanto importanti: quella del tre ottobre (presentazione delle liste all’Ufficio elettorale) e quella del 3 novembre (scadenza richiesta di iscrizione nell'elenco elettorale). “A rischio c’è la data della presentazione delle liste, il controllo delle firme: come faranno i funzionari consolari?” si è chiesta Mangione ricordando le varie difficoltà legate, in diversi Paesi, alla situazione sanitaria e “alla mancanza di personale causa covid” nelle Ambasciate e nei Consolati. Senza dimenticare poi, “i problemi di ricezione e di invio del plico”. “Siamo in marcia verso la totale delegittimazione dei Comites – ha detto convinta Mangione -: è un colpo duro al cuore della rappresentanza di base dalle nostre comunità. Si delegittima inoltre così anche il prossimo Consiglio Generale degli Italiani all'Estero” ha aggiunto Mangione. Il vicesegretario ha ricordato l’importanza degli italiani all’estero: “Siamo i responsabili dell’italianizzazione dei gusti, dei consumi, della presenza dei prodotti made in Italy in tutto il mondo. La nostra rappresentanza e rappresentatività – ha aggiunto riferendosi a Comites e Cgie - è un fattore di crescita per l’Italia. Non si può umiliare chi lavora per costruire uno spazio per l’Italia, non si può impedire agli italiani residenti all’estero di eleggere in maniera tranquilla e serena i propri rappresentanti”. “Cominciamo a raccontare bene poi – ha precisato Mangione - cosa significa rappresentanza: ovvero il riconoscimento delle sfaccettate necessità delle nostre comunità. La raccolta di queste esigenze sfaccettate, la loro sintesi: che poi deve essere presentata a Governo e Parlamento”. “Come diceva Andreotti: a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina. Noi iniziamo a pensare male - ha continuato Mangione – mi ribello però alle accuse, mi ribello difronte a chi dice che vogliamo mantenere la poltrona. Non è così. Ci siamo stancati di essere trattati come ‘qualcosa’ che si dà per acquisito e che non viene rispettato - ha concluso il vicesegretario - in un'altra situazione il Cgie avrebbe manifestato davanti a Palazzo Chigi ma la situazione attuale non ce lo permette”. (NoveColonneATG)