Roma - Il 3 dicembre è una data importante per tutte le comunità degli italiani che vivono fuori dai confini nazionali: si vota per il rinnovo dei Comitati degli Italiani all'estero, i Com.It.es. Come possono gli emiliano-romagnoli nel mondo partecipare alla vita politica e sociale della loro Regione e del loro Paese d'origine?
Quali sono gli strumenti di rappresentanza? Sono questi i temi attorno cui è ruotata la conferenza del 16 settembre di “DossiER”, talk online organizzato dalla Consulta degli Emiliano-romagnoli nel mondo intitolato appunto “Rappresentanza e partecipazione”. All’incontro sono intervenute Maria Chiara Prodi, presidente della Commissione “Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove” del CGIE, Silvana Mangione, vice segretario generale del CGIE per i Paesi anglofoni extraeuropei, e Marilina Bertoncini, vice presidente della Consulta degli Emiliano – romagnoli nel Mondo. Quello a cui siamo giunti, è il punto di arrivo di una storia che dura da oltre 140 anni: “la prima idea della necessità di un organismo di rappresentanza degli italiani all’estero risale al 1866, ad opera di un console italiano in Texas – racconta Silvana Mangione -. Allora l’emigrazione era in massima parte ‘di braccia’, analfabeta, e senza alcun tipo di protezione: quel console immaginò che un organismo potesse essere una soluzione. 120 anni dopo nacquero i Com.It.Es, insediatisi nel 1986 e allora erano chiamati Comitati dell’emigrazione (Coemit). Pur non essendo definiti dalla legge come organi di rappresentanza, questi avevano comunque dei compiti specifici”. Nel tempo, la loro disciplina, così come anche il nome stesso, viene modificata, arrivando al 2003 con la legge attualmente vigente, “il cui grande pregio è definire finalmente cosa siano i Com.It.Es”. Da normativa, tale comitato è definito quale “organo di rappresentanza nei rapporti con le rappresentanze diplomatico - consolari: questo significa che deve essere in contatto con la comunità che rappresenta e che lo ha eletto – prosegue Mangione -. La loro prima fondamentale funzione è cooperare con il console nella tutela dei diritti e degli interessi degli italiani che risiedono in una circoscrizione consolare, dove per i primi ci si riferisce anche a quelli nei confronti del Paese nel quale ci si trova”. Un organismo, dunque, quello della rappresentanza all’estero, con un ruolo essenziale, soprattutto considerando le diverse realtà in cui opera: “ognuna di quest’ultime – conclude Mangione - ha norme locali diverse. Il potere fondamentale dei Com.It.Es è ispirare le leggi e gli interventi del Governo, del Parlamento e delle Regioni a favore dei connazionali e corregionali all’estero, a seconda del contesto con cui si dialoga”. Dagli Anni ’80 ad oggi tanto è cambiato, tra cui il modo in cui si emigra: come sottolinea Maria Chiara Prodi, presidente della Commissione “Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove” del CGIE, “se prima si riusciva più facilmente a parlare di comunità, avendo in passato come punto di riferimento le associazioni regionali, i gruppi di connazionali o corregionali, l’emigrazione degli ultimi 20 anni è un progetto quasi sempre individuale, che sia di lavoro, di conoscenza, di sperimentazione o di necessità, che non contempla un concetto di aggregazione di partenza”. “La nostra sfida è coinvolgere le nuove generazioni parlando con un linguaggio che sia più schematico e facile da interpretare e che chiarisca il sistema della rappresentanza: fare parte di un Com.It.Es significa entrare in una rete istituzionale di sostegno ai progetti e alle dinamiche migratorie dei nostri connazionali – prosegue Prodi -. La rappresentanza può essere riassumibile in tre filoni diversi: uno rispetto al luogo di arrivo, di cui fanno parte i Com.It.Es e il CGIE, uno legato al luogo di partenza, riconducibile all’attività che svolge un ente come la Consulta degli Emiliano – romagnoli e, infine, l’ultimo livello è quello degli eletti al Parlamento con la circoscrizione estero”. Ad oggi, secondo gli ultimi dati, sono quasi 6 milioni gli italiani iscritti all’AIRE, la comunità è in continua crescita al punto tale che, durante le prossime elezioni del 3 dicembre, saranno rinnovati “108 Com.It.Es e altri 13 saranno istituiti”, annuncia la presidente della commissione CGIE Prodi, ricordando inoltre le tappe per partecipare alla votazione: quella di dicembre è la data ultima per far pervenire al consolato la busta elettorale con la scheda votata. Il 3 ottobre è il termine per candidarsi o presentare le liste ai consolati, mentre entro il 3 novembre si può segnalare l’intenzione di partecipare alla votazione e iscriversi all’albo degli elettori. (NoveColonneATG)