La promozione della lingua e della cultura italiana all’estero attraversa un momento delicato di cui è necessario parlare con chiarezza e spirito costruttivo per evitare preoccupanti regressioni, in una fase per altro complessa per la ripresa e il rilancio del Paese. A breve ci saranno le positive iniziative promozionali della Settimana della lingua e della cultura italiana e degli Stati generali della lingua italiana all’estero, ma è opportuno non fermarsi ad esse.
È necessario, infatti, essere rassicurati sui processi reali che si svolgono nelle diverse realtà del mondo e che a causa della pandemia hanno subito un appesantimento. Per questo ho interrogato il Governo, assieme alla capogruppo del PD nella commissione Esteri Lia Quartapelle e alla collega Francesca La Marca, per avere alcune risposte su aspetti cruciali del sistema di promozione linguistico-culturale. Il primo di essi riguarda i ritardi che si stanno manifestando nel sostegno degli enti promotori che organizzano i corsi di lingua e cultura, nella maggior parte dei casi nei sistemi scolastici stranieri. I fondi del capitolo 3153 del bilancio del MAECI per il 2021 non sono stati assegnati e, dunque, gli enti si sono trovati ad operare senza alcuna anticipazione, andando incontro a difficoltà verso gli istituti bancari e le autorità scolastiche locali, soprattutto per gli impegni pluriennali. Nell’emisfero australe, per altro, l’anno scolastico è in via di chiusura e le difficoltà per gli enti sono obiettive e serie. Non è un caso, dunque, che alcuni enti abbiano deciso di non proseguire nella loro attività. C’è, inoltre, da ricalibrare la circolare n. 3 che ha regolamentato ex novo l’attività degli enti promotori, determinando disagi che di fatto si sono rivelati nocivi per l’intero sistema. Forse sarebbe stato meglio ascoltarci quando abbiamo chiesto che la circolare fosse sottoposta a un anno di prova prima di entrare in funzione. In più, ad alcuni mesi dall’inizio dell’anno scolastico, le destinazioni del personale docente all’estero non sono state ancora completate, senza che ci sia la possibilità di nominare supplenti locali. Anche in questo caso è facile prevedere le ricadute sull’utenza, sulle scelte di opzione per i corsi d’italiano e sui rapporti con le autorità locali. È necessario, poi, avere un quadro definito della ripartizione delle risorse che il Fondo per la promozione della lingua e della cultura italiana all’estero, rifinanziato quest’anno per un triennio, anche grazie alle nostre costanti sollecitazioni, per avere elementi attendibili sulle risorse disponibili per i prossimi anni. La Camera, infine, sta già esaminando il provvedimento che dovrebbe portare alla creazione di una nuova direzione del MAECI, dedicata alla ‘Diplomazia pubblica e culturale’, nella quale dovrebbero confluire tutti gli attuali settori di intervento. Insomma, dopo quella aperta dal Decreto 64/2017, si delinea una prospettiva di transizione lunga e complessa, che andrebbe accompagnata con attenzione e flessibilità. Su questi punti attendiamo risposte, non solo per noi parlamentari, ma per gli operatori e gli utenti, che sono giustamente allarmati. Disponibili, come sempre, a dare il nostro contributo di conoscenza e di esperienza per fare in modo che questa grande fattore di promozione che l’Italia ha all’estero possa sprigionare tutte le sue potenzialità, soprattutto in questo momento complesso e importante per il futuro comune.