Nuovo associazionismo, digitalizzazione e risorse – sia umane che finanziarie: queste “le tre leve cruciali per un salto di qualità nel rapporto con le nostre collettività nel mondo” per il sottosegretario agli esteri Benedetto Della Vedova, oggi in audizione alla Commissione Affari Esteri del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni e le esigenze delle comunità degli italiani nel mondo.
Nella lunga relazione, esposta a tempi da record, Della Vedova si è soffermato sulle associazioni e sulle prossime elezioni dei Comites, sullo stato dei servizi consolari e la digitalizzazione, sull’assistenza ai connazionali nel post pandemia – evocando tra l’altro la tanto attesa convenzione Maeci – Patronati – sul turismo delle radici e sull’importanza della mobilitazione parlamentare affinchè, nella prossima legge di bilancio, siano stanziate risorse adeguate per la Farnesina. Al 30 settembre, d’altra parte, gli italiani all’estero erano 6,4 milioni, cioè il 10% della popolazione italiana, per la maggior parte residenti in Europa (3,3 milioni), quindi in Sud America (2,2 milioni), poi nel Nord e Centro America (550mila), infine 175mila quasi equamente distribuiti tra Oceania e Africa. Cifre “sottostimate”, ha ricordato Della Vedova, “perché come sappiamo ancora in molti non si registrano presso i nostri Consolati”. 315.000 i nuovi Aire del 2020 (erano stati 258 mila nel 2019) con un aumento “soprattutto dei giovani tra i 18 e 35 anni, cioè persone che nel pieno della vita lavorativa decidono di investire all’estero il loro patrimonio umano e la formazione acquisita in Italia”. Tra loro, ha ricordato il sottosegretario, anche neo cittadini italiani poi trasferitisi lungo tre direttrici: cittadini originari del continente sub-indiano che dopo anni di residenza in Italia si sono trasferiti in Gran Bretagna; italiani del sud America che hanno scelto la Spagna; maghrebini volati in Francia. In generale la nuova mobilità è “un fenomeno di dimensioni importanti a cui dobbiamo guardare, sia in termini crescenti di servizi di assistenza, ma anche come importante strumento di Soft Power di cui possiamo e dobbiamo avvalerci per promuovere l’italianità e la cultura italiana” nel mondo. La Farnesina “accompagna” questo processo “anche attraverso la promozione di rinnovate forme di associazionismo”, ha aggiunto Della Vedova ricordando che le associazioni di italiani nel mondo sono più di 5000 e che quelle tradizionali negli anni sono state affiancate da quelle dei professionisti o degli ex studenti, che valorizzano il ruolo delle donne o della ricerca. Insomma, una rete sempre più fitta e variegata che durante la pandemia ha dimostrato tutto il suo valore, grazie alla capacità di attivarsi a sostegno dei connazionali in difficoltà. Un mondo “chiamato a vivere una nuova stagione di centralità”, ha confermato Della Vedova, anche alla luce delle prossime elezioni dei Comites di cui il sottosegretario ha ricordato termini e scadenze, citando ovviamente l’inversione dell’opzione – entro il 3 novembre – e la sperimentazione del voto elettronico, e rimarcando la campagna di informazione avviata e sostenuta dal Ministero anche attraverso specifici progetti messi in campo dai Comites uscenti e finanziati dalla Dgit, sempre condivisi con il Consiglio generale degli italiani all’estero che li veicola a sua volta. “Colgo questa occasione per ringraziare gli attuali Comites, il cui mandato volge al termine, per la funzione svolta nella valorizzazione delle nostre comunità”, ha detto Della Vedova, ricordando come, dal 2015 ad oggi, i Comitati abbiano realizzato “più di 250 progetti per un valore complessivo superiore ai 2,5 milioni di euro”. Si è quindi aperto il capitolo “assistenza in pandemia”, con le cifre sulle operazioni di volo (1187) promosse dal Maeci per il rimpatrio di connazionali da 121 Paesi, e sulle risorse stanziate dal “Cura Italia” e dal dl Rilancio che “ci hanno consentito di erogare oltre 6,5 milioni di euro all’intera rete, vincolati all’assistenza dei connazionali indigenti”, fondi che “hanno reso possibile, al 30 settembre scorso, più di 12.000 interventi per un totale di oltre 6 milioni di euro nella forma di sussidi, prestiti e altre forme rilevanti di aiuto” come la “spesa socio-sanitaria”, ma anche “aiuti economici per titolari di piccole e microimprese, bonus e sussidi per i rimpatri definitivi in Italia, convenzioni o contratti con enti, istituti pubblici o privati per la formazione”, e poi “assistenza sanitaria, visite mediche, tamponi, esami sierologici, farmaci e sussidi”, senza dimenticare “buoni pasto e pacchi alimentari” o il supporto all’acquisto di pc o “programmi di riqualificazione professionale per i connazionali che hanno perso il lavoro a causa del covid”. Quasi il 50% dei fondi sono stati destinati alle sedi dell’America centro meridionale “dove l’impatto sul tessuto economico e sociale locale è stato particolarmente grave e duraturo”. “In relazione alle difficoltà sul mercato del lavoro – ha aggiunto – stiamo lavorando ad una bozza di convenzione tra Maeci e patronati d’intesa con il Ministero del Lavoro volto a porre le basi per una più stretta collaborazione non solo nell’ambito del servizio più tradizionale, che è quello dell’assistenza previdenziale, ma anche per l’assistenza ai lavoratori in attività”. Passata la fase acuta, ha proseguito Della Vedova, l’azione della Farnesina si è concentrata sul fronte vaccini: in un primo momento per gli Aire temporaneamente in Italia, poi per il riconoscimento di quelli somministrati all’estero. Quanto ai servizi consolari “la rete diplomatico-consolare è sempre rimasta operativa” e ovunque ha “da tempo” ripreso a lavorare in presenza “nelle modalità consentite dagli accordi di sede con i sindacati e in base al contesto locale”. Certo, nessuno nega “qualche ritardo” nell’erogazione, ad esempio, di un passaporto ma bisogna considerare che “si è generato un carico straordinario di lavoro”. Anche per questo ci sono “nuovi assunti” ora impegnati in una “fase di training”, che andranno presto a rafforzare le maglie della rete che più ne hanno bisogno. “Nei primi 8 mesi di quest’anno sono stati emessi il 56% di passaporti in più rispetto al 2020, il 38% in più di atti civili”, ha spiegato il sottosegretario. Certo, ha ammesso, “sono numeri ancora un po’ inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019, ma è stato un carico arrivato tutto insieme”. Stabile, invece, il settore anagrafe. Si sta “monitorando la situazione per contenere gli arretrati”, ha aggiunto, prima di ribadire l’importanza della digitalizzazione e le performance di Fast It e Prenot@mi, quest’ultimo evoluzione del “Prenota on line” che rende più difficile l’accaparramento degli appuntamenti da parte delle agenzie che poi li rivendono agli utenti. Da affrontare anche il nodo del turn over del personale – la cui età media supera i 53 anni – e la copertura di posti vacanti perché poco “appetibili”, anche attraverso “un meccanismo di incentivazione”. L’uso dei due portali è “in linea con l’Agenda digitale” del Paese. entrambi sono stati aggiornati con nuove funzionalità e, nel caso di Fast it, sempre più utilizzati. Il portale, ha ricordato Della Vedova, consente anche di iscriversi al registro degli elettori alle prossime elezioni dei Comites. Fast it si è rivelato “preziosissimo” durante la pandemia: “nel 2019 circa il 55% delle pratiche era trasmesso dall’utenza tramite Fast it, oggi siamo al 78%, con oltre 940.000 utenti registrati e 15.000 visualizzazioni al giorno”. Quanto a Prenot@mi, “è già stato sottoposto ad aggiornamenti del software per risolvere alcune anomalie emerse nel momento del lancio”. Si tratta di “uno strumento chiave, in quanto rappresenta il primo livello di interfaccia con l’utente”. Più complicato l’uso dello spid all’estero che, rinviato al dicembre 2022 dall’ultimo Milleproroghe, probabilmente lo sarà ancora: ci sono “questioni tecnologiche” che non si riesce a superare – come l’invio dell’sms di conferma su un numero di cellulare obbligatoriamente italiano. L’auspicio è che “gli identity provider possano mettere in atto sistemi tecnicamente fruibili dall’estero”; in caso contrario “anche queste nuove scadenze paiono, allo stato attuale, troppo ravvicinate, tenuto conto che lo spid è ancora scarsamente diffuso all’estero”. Va meglio con la Carta di identità elettronica ora rilasciata da 53 sedi consolari in 32 Paesi: sul tema, Della Vedova ha precisato che “la Farnesina ha un forte interesse a che la Cie sia erogata anche dai comuni in Italia in favore dei cittadini iscritti all’Aire. Ci stiamo lavorando” ma “c’è un piccolo vuoto di tipo normativo – burocratico da colmare. Continuiamo a incalzare il Ministero dell’Interno, che è il capofila di questa procedura”. Infine, il turismo delle radici, che beneficerà dei fondi del PNRR. Si tratta, ha ricordato il sottosegretario, di un progetto “pensato per valorizzare e coinvolgere la nostra collettività” che “mira predisporre un’offerta turistica ragionata e strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione” rivolte agli italo-discendenti. D’altra parte, ha ricordato, “secondo l’Enit nel 2018 sono stati 10 milioni i turisti stranieri di origine italiana che hanno visitato l’Italia”. Il progetto, dunque, “vuole offrire un riconoscimento all’importanza dei flussi turistici che si origina dalle comunità italiane all’estero, che presentano interessanti potenzialità di sviluppo”. La Farnesina “ha acquisito un indiscusso ruolo di riferimento nazionale per quanti operano a vario titolo nel segmento del turismo di ritorno” anche grazie “all’avvio dei lavori del Tavolo tecnico sul turismo delle radici che oggi riunisce più di 90 soggetti, tra amministrazioni centrali, enti locali, università e centri di ricerca, associazioni di professionisti”. Concludendo, Della Vedova ha sostenuto che “attraverso la rete dei propri uffici all’estero, gli IIC, i Comites e le associazioni italiane nel mondo, la Farnesina gioca un ruolo strategico presso le collettività italiane all’estero. Tanto lavoro è stato fatto, specie nei momenti più bui dalla pandemia, con lo sforzo in tutto il personale; sono consapevole che ci sono spazi per migliorare. Un nuovo associazionismo, la digitalizzazione e le risorse umane e finanziarie sono le 3 leve cruciali per un salto di qualità nel rapporto con le nostre collettività all’estero”, ha sottolineato il sottosegretario che ha auspicato un coinvolgimento dei professionisti all’estero anche per l’uso delle risorse del PNRR, un’occasione che potrebbe portarli a “rientrare definitivamente”. “Noi come Farnesina siamo pronti, vogliamo rinnovarci e migliorarci nella nostra capacità, negli strumenti e nei metodi di lavoro per essere all’altezza di queste nuove sfide. Per migliorare i servizi, però, sarà importante – e lo dico a voi senatori in vista della legge di bilancio – assicurare alla struttura maggiori risorse, per continuare a sostenere adeguatamente quello che è il principale punto di forza, il terminale nel rapporto con italiani all’estero, cioè la nostra rete consolare”.