(SA) - Da oltre un anno, l’Unione Siciliana Emigrati e Famiglie (USEF) con la preziosa collaborazione dell’On. Fabio Porta sia impegnando il circolo di Rosario che la sede centrale in Sicilia, si occupa dell’annoso problema della cittadinanza dei discendenti dei cittadini italiani dell’ex impero austroungarico. Alcuni risultati li abbiamo raggiunti,
ma il problema risente ancora di decennali ritardi dovuti magari a intoppi burocratici che frenano la legge 379/2000 continuando a privare parecchie centinaia di persone di un diritto a loro sancito dalle leggi italiane. Al fine di pervenire ad una soluzione, l’USEF insieme alle associazioni Movimiento de Descendientes de Italianos Rosario (M.I.E.R.O.) ed Agrupacion de Descendientes de Italianos ex Impero Austrohungaro (A.D.I.E.I.A.) hanno inviato una lettera aperta alle autorità italiane di competenza, che qui di seguito riportiamo. La lettera è stata consegnata anche ai Consoli di Rosario, Bahia Blanca, Cordova, Buenos Aires, Mar Del Plata e Mentosa.
Roma 26 novembre 2021
Oggetto: legge 379/2000 cittadinanza per i discendenti dei cittadini dell’impero austroungarico.
Al Sig. Presidente della RepubblicaProf. Sergio Mattarella
Al Sig Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi
Al Sig. Ministro degli Affari Esteri On. Luigi Di Maio
Alla Sig.ra Ministro degli Interni Prefetto Luciana Lamorgese
Ai Sigg. Consoli dell’America Latina
LORO SEDI
Esimi Signori, Da tempo ci stiamo occupando insieme a movimenti spontanei nati all’interno della comunità italiana all’estero dell’annoso problema della concessione della cittadinanza italiana ai discendenti dei cittadini dell’ex impero austroungarico. Stiamo parlando di persone già sufficientemente penalizzate dalla storia, che in ragione di trattati internazionali sono finalmente tornati sotto la giurisdizione italiana Cittadini che vicende storiche a tutti note, hanno condannato all’emigrazione forzata che ha dato inizio ad una grave diaspora nel mondo. Finalmente la legge 379 del 2000 si è occupata dei loro discendenti che hanno pieno e legittimo diritto di rivendicare la cittadinanza trasmessa loro dagli avi. Lentezze burocratiche, nonché le difficoltà per reperire la documentazione necessaria, rendono difficile il godimento di un diritto e in alcuni casi di vanificarlo. Intanto, essendo le dette pratiche soggette al nulla osta da parte del Ministero dell’Interno, dove opera una Commissione opportunamente insediata, si sono accumulati in oltre dieci anni ritardi che vanno ben al di là dei tempi massimi previsti dalla legge. Ritardi certamente non imputabili solo al Ministero ed alla commissione, ma anche alla carenza di personale (al Ministero e nei consolati), alla quantità di pratiche da trattare e, recentemente, anche alla pandemia ancora in atto. Tutto ciò comunque non giustifica un ritardo decennale. Ritardi e difficoltà che scoraggiano i richiedenti la cittadinanza, alimentando in loro sentimenti di rancore e di impotenza davanti ad istituzioni che non riescono a rispettare le leggi da esse stesse approvate. Non sono solo queste le conseguenze dei ritardi: a causa di questi nascono e si sviluppano speculazioni e truffe di persone aduse a trarre vantaggi illeciti dai bisogni delle persone. Intanto sono nati gruppi spontanei in tutto il mondo (come ADIEIA – Agrupación de Descendientes de Italianos del Ex Imperio Austrohúngaro – e il MIERO – Movimiento de Italianos Esperando el Reconocimiento Rosario – in Argentina), che crescono continuamente con il solo obiettivo di riuscire a fare rispettare un loro preciso diritto. Questi cittadini, questi discendenti di emigrati italiani, dopo una lunga attesa di dieci anni ed oltre hanno bisogno di una risposta - speriamo positiva per tutti (ma anche malauguratamente negativa) - che metta fine a questo interminabile calvario. Attorno a questo grave problema sollecitiamo l’interessamento e la sensibilità delle istituzioni competenti: Ministeri, Commissione, Consolati ecc., al fine di pervenire ad una rapida soluzione. Per raggiungere tale risultato, questa lettera, oltre alle Istituzioni prima citate, la indirizziamo anche al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, e ai Ministri degli Affari Esteri e dell’Interno, perché aiutino a consentire a questa particolare categoria di persone di potere usufruire del sacrosanto diritto di avere riconosciuta la cittadinanza, così come consentito dalla legge italiana. Non vogliamo fare manifestazioni, non vogliamo rivolgerci a studi legali, vogliamo evitare che queste persone si rivolgano a gruppi truffaldini e chiediamo solo che l’opinione pubblica, la politica e le istituzioni competenti facciano propria questa particolare problematica, favorendone la soluzione e riportando la serenità e la fiducia nelle istituzioni italiane in tantissime famiglie che da troppo tempo sono legate ad un sogno che non può non diventare realtà. Unione Siciliana Emigrati e Famiglie M.I.E.R.O. A.D.I.E.I.A.
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