Gruppo di lavoro N.1
Nuova Emigrazione Il gruppo di lavoro n. 1 ha operato con l’obiettivo di fornire un quadro di riferimento logico ed operativo in cui inserire coerentemente le proposte del Cgie per la Conferenza SRPA-Cgie, distinguendo i due ambiti dei Diritti e Opportunità, delle persone, e dei territori (Sistema Paese e aree di origine dei flussi). I diritti sono quelli delle persone in movimento
(a). Le opportunità sono quelle del sistema Italia nel suo complesso, articolato in Stato centrale, Regioni, Aree interne, ecc., nella misura in cui queste istanze sono in grado di ridurre i flussi in uscita e/o di recuperare almeno in parte le competenze uscite o in uscita dal sistema (b).
i) Si è partiti dalla considerazione generale che i movimenti migratori si inseriscono in un contesto di squilibri tra aree territoriali e tra sistemi economico-sociali, salariali, di welfare, di prospettive di futuro, ecc.. E dunque che i flussi migratori procedono dal paese con minor capacità di valorizzazione individuale, verso quello a maggiore capacità di valorizzazione delle potenzialità individuali. L’interlocuzione con il paese di origine (Italia) è fondato sulle prerogative dei diritti di cittadinanza dei migranti e sulla responsabilità oggettiva di un sistema non sufficientemente in grado di valorizzare le capacità disponibili. L’altro terreno di negoziazione e rivendicazione di diritti e opportunità è quello dei paesi di accoglienza e della U.E. (verso cui le istituzioni italiane nel loro complesso sono chiamate ad un costante monitoraggio delle condizioni di insediamento e di integrazione e al contrasto di eventuali discriminazioni). La Conferenza SRPA-Cgie, costituisce, per legge, il contesto (e gli attori) di negoziazione tra emigrazione italiana e istituzioni italiane.
ii) La lunga storia dell’emigrazione è in grado di far emergere anche un ambito di diritti dei territori di partenza su cui fondare prospettive e “opportunità” di tali aree qualora l’emigrazione diventi un interlocutore permanente nell’approntamento di programmi e misure di sviluppo territoriale (regionale/locale) di riequilibrio centri/periferie (Aree interne), ecc., laddove le “risorse umane” e interculturali dell’emigrazione vengano riconosciute ed acquisite come uno dei fattori da riattivare per uno sviluppo locale socialmente e ecologicamente sostenibile.
N.B.:
1) Nelle diverse citazioni che seguono riguardanti le Regioni quali “interlocutori istituzioni” delle diverse misure legislative o di programmazione, si intende contemplare tutti i diversi Assessorati regionali per i quali la nuova emigrazione può costituire un target in termini di soggetto fruitore delle diverse politiche, ovvero di risorsa attivabile per la loro migliore realizzazione, (analogamente a quanto indicato rispetto agli interlocutori istituzionali dello Stato centrale, Ministeri o Agenzie per il lavoro, formazione, sviluppo economico, cultura, turismo, agricoltura, innovazione, politiche giovanili, internazionalizzazione, cooperazione, ecc.). Vi sono ovviamente ulteriori interlocutori ed altri attori istituzionali attivabili sia a livello locale che regionale, anche di natura tecnica e agenziale individuabili nelle specifiche situazioni e sui diversi temi (es. GAL, Piani Aree interne, nati a seguito di leggi quadro nazionali o programmi comunitari), Centri per l’impiego, Centri di ricerca, Università, ecc..
2) Per quanto riguarda il MAECI, si richiama al coinvolgimento permanente sia della DGIT (Direzione Generale Italiani all’Estero) sia della DGSP (Direzione Generale Sistema Paese) in riferimento alle loro specifiche funzioni e ambiti di azione.
(A) - NUOVA EMIGRAZIONE:
La dimensione dei diritti individuali
• Garantire una libertà di movimento cosciente e responsabile adeguando la legislazione nazionale e quelle regionali per l’emigrazione e la mobilità.
• SERVIZI DI INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ORIENTAMENTO E ACCOMPAGNAMENTO SIA ALLA PARTENZA CHE ALL’ARRIVO
1) La nuova emigrazione si muove in un contesto caratterizzato da accentuata precarietà e ricorsività, diversamente dal contesto dell’emigrazione del secondo dopoguerra. E’ necessario sviluppare politiche di accompagnamento e assistenza e misure che contemplino un mix di informazione, formazione, orientamento e accompagnamento ai singoli progetti emigratori, sia alla partenza (regioni) sia all’arrivo (paesi di accoglienza) coinvolgendo e mettendo in rete le competenze delle rappresentanze istituzionali, sociali, associative e di servizio presenti.
1.1) E’ necessaria la revisione e l’adeguamento delle leggi regionali sull’emigrazione e della norme nazionali alla luce dei cambiamenti intervenuti negli ultimi 10/15 anni e alla ripartenza dei flussi di emigrazione prevalentemente giovanile; sia verso gli utenti (singoli migranti) con programmi volti a tutela, assistenza, informazione, orientamento, sia per costruire un raccordo che consenta la valorizzazione dei nuovi migranti nella programmazione per lo sviluppo delle aree di esodo.
1.2) E’ necessaria una verifica dell’adeguatezza della legislazione e delle norme comunitarie in ambito di “libera circolazione” ai nuovi contesti di massiccia emigrazione interna dai paesi periferici (costa mediterranea ed est europeo) verso i paesi centrali. E’ necessario un monitoraggio e contrasto delle tendenze alla restrizione dei diritti di libera circolazione e integrazione e il rafforzamento di politiche comunitarie e nazionali di coesione territoriale e sociale tendenti ad un riequilibrio tra territori erogatori e territori fruitori dei flussi di emigrazione interna.
2) MISURE:
-Sviluppare azioni permanenti di orientamento e accompagnamento alla partenza e all’arrivo mettendo in rete le organizzazioni sociali e di servizio (Associazioni e Patronati).
- Riattivare programma di formazione professionale in paesi extra-europei a titolarità Min-Lavoro. - Riformulare l’azione delle Consulte e il raccordo con le Associazioni regionali nel mondo finalizzandola anche alla creazione di una "cassetta degli attrezzi" utile per i giovani emigrati o che intendono migrare (opportunità, valutazione titoli, prima assistenza, facilitazioni burocratiche, etc.).
-Realizzare portale informativo a trazione CGIE.
-Istituire Numero Verde nazionale con team esperto dei temi di emigrazione con competenze di orientamento da collegare all’azione dei centri per l’impiego.
3) Interlocutori:
PARLAMENTO, MAECI, MLPS, Ministero Affari Europei, Ministero per il Sud, Ministero Affari Regionali, Ministero Politiche Giovanili, REGIONI, ANCI, UPI, OO.SS., Associazioni e Patronati, Centri per l’impiego, Unione Europea, Istituzioni dei Paesi di arrivo. Istituzione tavolo di lavoro congiunto.
• Garantire il Diritto al mantenimento dell’identità culturale italiana dei figli a seguito delle famiglie migranti e il loro diritto ad una positiva integrazione nei paesi di arrivo
• SERVIZI DI INFORMAZIONE E DI ORIENTAMENTO PER LE FAMIGLIE. MANTENIMENTO LINGUA MADRE, SOSTEGNO ALL’INTEGRAZIONE DEI FIGLI
1) Nell’intensificarsi dei nuovi flussi emigratori con frequenti spostamenti da città a città e da paese a paese si riproducono nuovi fabbisogni di assistenza e di orientamento delle famiglie con figli al seguito (circa il 20% dell’attuale movimento emigratorio), per evitare situazioni di nuova marginalità riguardanti il loro inserimento e integrazione scolastica e la possibilità di nuova integrazione in caso di rientro in Italia. Tra tali diritti vi sono quelli del riconoscimento dei titoli di studio e del mantenimento della lingua italiana come condizione basilare di integrazione dei figli (fondamentale in caso di rientro in Italia) e in generale quale diritto alla conoscenza della lingua madre.
1.1) Allo stesso tempo è necessario un sostegno all’integrazione scolastica nei sistemi educativi dei paesi di arrivo e il riconoscimento degli anni di scolarizzazione pregressi, contrastando la prassi di declassamento dei giovani quando vengono inseriti nei sistemi scolastici locali.
1.2) Bisogna quindi
a), potenziare e diversificare strumenti e mezzi per garantire tale diritto, implementando i fondi disponibili e allargando il campo di azione di Enti gestori e Scuole italiane all’estero alla nuova tipologia di fabbisogni e di utenza;
b), promuovere accordi con Stati di arrivo miranti a risolvere situazioni di nuove marginalità riguardo all’integrazione dei ragazzi nei locali sistemi scolastici, come sperimentato positivamente fino agli anni ‘90 anche in diversi Paesi europei;
c), promuovere accordi con Paesi di arrivo, con l’obiettivo di inserire nei locali curricula educativi, l’insegnamento dell’Italiano come seconda o terza lingua opzionale, come in corso di sperimentazione in Uruguay (Paesi extraeuropei).
2) MISURE
- Realizzare e diffondere strumenti di orientamento per per le famiglie su integrazione scolastica.
- Rimodulare programmazione e utilizzo dei fondi MAECI, (DIGIT e DGSP). Coinvolgere MUR e MPI, MIBAC e REGIONI su programmazione integrata e convergente su obiettivi indicati.
- Integrare fondi MAECI con programmi comunitari disponibili (Erasmus Scuole, programmi di scambi giovanili, ecc.)
- Ampliare il contingente dei docenti di italiano all’estero (MPI) nelle aree metropolitane a maggior presenza di nuova emigrazione.
- Realizzare progetti regionali in collaborazione tra scuole locali e scuole/Enti gestori all’estero.
- Realizzare scambi giovanili e stage tra scuole, istituzioni, in accordo con Comites, Associazioni, Regioni, ecc.
- Produrre e diffondere strumenti di apprendimento multimediale.
- Sostenere disseminazione culturale con diffusione contenitori artistici e librari.
- Attivazione Borse di Studio.
- Diffondere piattaforme on-line già esistenti di Italiano e/o crearne di nuove per l’insegnamento ai bambini.
3) Interlocutori:
MAECI, MPI e MUR, MIBAC, Ministero Politiche Giovanili, Ministero Affari Europei, Ministero Affari Regionali, REGIONI, ANCI, UPI, Unione Europea, Istituzioni dei Paesi di arrivo. Istituzione tavolo di lavoro congiunto.
• Garantire i Diritti del lavoro, previdenziali e di tutela, sanitari, ecc.
• AMPLIARE I SERVIZI DI ASSISTENZA E TUTELA. OTTIMIZZARE COLLABORAZIONE ORGANICA TRA ISTITUZIONI E PATRONATI
1) La crescita dei nuovi flussi emigratori riproduce ed accresce nuovi e vecchi fabbisogni di assistenza e tutela dei singoli e delle famiglie in campo lavorativo, previdenziale, fiscale e sanitario. L’ intervento pubblico, in rete con le rappresentanze sociali esistenti e con la rete di servizio costituita dai Patronati, rappresenta una opportunità e un dovere, in un contesto sempre più caratterizzato da precarietà e parallelamente da norme restrittive e ostacoli alla mobilità e all’integrazione dei migranti.
2) Si richiede un tavolo tecnico con rappresentanze di tutti gli stakeholders, con il compito di monitorare lo stato delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale in essere e verificare, a fronte dell’aumentata mobilità internazionale di lavoratori e lavoratrici, sia in uscita che in ingresso in Italia, la necessità di stipulare nuovi accordi bilaterali e aggiornare quelli in vigore a garanzia di adeguata ed efficace tutela previdenziale.
Di seguito le MISURE richieste sui diversi temi:
- QUESTIONI FISCALI: Revisione delle convenzioni conto le doppie imposizioni fiscali in particolare per la tassazione dei dipendenti pubblici e privati che, per evitare disparità di trattamento, vanno uniformate. (Solo in pochissimi Paesi, i pensionati Ex INPDAP possono godere della defiscalizzazione della pensione, tra questi questi Tunisia, il Senegal, il Cile e l’Australia.) La revisione delle tutele deve partire da un sistema organizzato di orientamento ed informazione al cittadino. Vanno nuovamente riviste le norme fiscali riguardanti la casa per i cittadini emigrati all'estero. In questo senso, non solo va ripristinata la norma che, ai fini fiscali, considera "prima casa" quella posseduta in Italia dai pensionati emigrati all'estero (IMU prima casa), ma va estesa a tutti i lavoratori, anche in virtù della configurazione della nuova emigrazione, che non è più solo "stanziale" ma "circolare", prevedendo spesso periodo di uscita/rientro e ricollocazione nel mercato del lavoro italiano.
- QUESTIONI PREVIDENZIALI: Realizzare le necessarie modifiche e le integrazioni alle Convenzioni bilaterali esistenti, in particolare per l’estensione della totalizzazione multipla (non in tutte contemplata), per garantire il riconoscimento di tutti i periodi di lavoro, di qualsiasi tipologia e durata e dovunque siano stati svolti. - Stipula di nuove convenzioni bilaterali specie in Stati quali Albania, Cile, Ecuador, Filippine, Marocco, Messico, Perù, i cui flussi migratori, sia in entrata che in uscita, giustificano sicuramente la tutela dei diritti che dalla stipula scaturirebbero.
- QUESTIONI SANITARIE: Fare emergere i dati sui costi legati alla mancata iscrizione all’AIRE riguardo alla copertura sanitaria. Garantire la copertura sanitaria per tutti i migranti in caso di permanenza entro i 90 giorni nelle regioni di origine, oltre le cure di urgenza. Verificare la possibilità di una copertura assicurativa privata che permetta agli iscritti AIRE di mantenere un rimborso delle spese con convenzionate con il SSN in virtu’ della cittadinanza. Sensibilizzazione sui benefici della CIE e dello Spid dall’estero.
- OTTIMIZZARE SINERGIE E RETI DI TUTELA: Attuare la collaborazione con soggetti operativi in Italia e all’estero, capillarmente presenti e organizzati attraverso la convenzione tra MAECI e Istituti di Patronato, prevista dall’art. 11 della legge 152 del 2001, considerando in maniera organica tutte le potenzialità e sinergie possibili per rispondere alle necessità e ai bisogni delle nuove emigrazioni e di quelle tradizionali. Tutto questo attraverso un'offerta di servizi concertata con la PA, ampia e strutturata, per lo svolgimento, da parte dei Patronati, dell'attività di supporto alle autorità diplomatiche e consolari come prevista dalla legge - nel pieno rispetto dei ruoli, delle responsabilità, delle norme, assicurando così un migliore livello di tutela per le nostre comunità
- FRONTALIERATO: promuovere il riordino della legislazione riguardante i lavoratori frontalieri e definire i principi generali attraverso cui si realizza la loro tutela. Addivenire, a tal fine, alla istituzione di uno strumento giuridico che raccolga tali principi e definisca le principali azioni da intraprendere per il superamento degli ostacoli alla libera circolazione (Statuto dei Lavoratori Frontalieri), dando seguito alle determinazioni del Tavolo tecnico sull'argomento, istituito presso il MAECI.
3) Interlocutori:
MAECI, MLPS, OO.SS., INPS, Patronati e Associazioni, Unione Europea, Istituzioni dei Paesi di arrivo. Istituzione tavolo di lavoro congiunto.
• Garantire il diritto di reinserimento/integrazione al rientro
• SERVIZI DI INFORMAZIONE, FORMAZIONE, ORIENTAMENTO E MISURE DI INTEGRAZIONE AL RIENTRO
1) La ricorsività dei nuovi movimenti migratori e l’incertezza sociale, economica e politica che si registra in diverse aree e paesi, implicano la necessità di attrezzarsi per garantire il reinserimento sociale, scolastico, lavorativo in caso di rientro in Italia. E’ necessario integrare e potenziare l’attuale legislazione nazionale e le leggi regionali con apposite misure di sostegno al rientro prevedendo l’attivazione di misure coordinate di integrazione sociale, scolastica e lavorativa.
2) MISURE:
- Programmi ad hoc che consentano di istituire reti tra le rappresentanze istituzionali, sociali, imprenditoriali, e associative esistenti a livello regionale e locale.
- Bandi per la formazione professionale che prevedano una corsia preferenziale per i cittadini italiani che rientrano nelle singole Regioni, anche con l’utilizzo dei fondi FAMI e FSE.
- Attivazione di un tavolo paritetico per il riconoscimento dei titoli accademici.
- Coordinamento Regione-Università per l'attivazione di partnerships con il mondo accademico internazionale.
- Stage all'interno di imprese.
- Diffusione di buone prassi di alcune realtà locali o regionali per la valorizzazione di esperienze e competenze acquisite in emigrazione quali elementi di facilitazione del reinserimento nei diversi settori produttivi e di servizi.
- Istituire numero verde e portale di orientamento, informazione su Concorsi e opportunità di lavoro anche coinvolgendo i Centri per l’impiego.
- Verifica della legislazione e norme comunitarie in ambito di “libera circolazione”, mirando al potenziamento di misure volte al sostegno al rientro nelle regioni di esodo in coerenza con le politiche di coesione territoriale e sociale degli stati membri e al riequilibrio tra territori erogatori e fruitori dei flussi di emigrazione interna.
3) Interlocutori:
PARLAMENTO, MAECI, MLPS, Ministero per il Sud, Ministero Affari Regionali, Ministero Politiche Giovanili, Ministero Affari Europei, REGIONI, ANCI, UPI, OO.SS., Associazioni e Patronati, Centri per l’impiego. Istituzione tavoli di lavoro congiunto.
(B) - NUOVA EMIGRAZIONE: La dimensione delle opportunità
N.B.- Questa sezione di proposte si applica in buona misura anche alle ultime generazioni della vecchia emigrazione
• Mantenere relazioni stabili e non episodiche con la nuova emigrazione.
• SVILUPPARE RETI DI INTERAZIONE SOCIALE, CULTURALE, ECONOMICA PER LO SVILUPPO DELLE AREE DI ESODO
1) Mantenere relazioni positive e concrete con la nuova emigrazione costituisce la condizione basilare per recuperare almeno in parte le competenze dei giovani che emigrano, su cui hanno investito ingenti risorse, sia lo Stato che le famiglie italiane.
1.1) E’ necessario adeguare la legislazione nazionale e regionale per l’emigrazione, varando nuove misure che consentano di instaurare e mantenere raccordi e relazioni stabili ed organiche con la nuova emigrazione nei diversi paesi di arrivo, in modo che si costruiscano le condizioni per un eventuale rientro e/o per una retizzazione della risorsa sociale, culturale, economica che essa rappresenta per il Paese. Sostenere la nascita e lo sviluppo di nuova partecipazione e di nuovo associazionismo all’estero è uno dei modi con cui si può raggiungere questo obiettivo. Inserire nelle strategie nazionali e locali per lo sviluppo delle arre interne un raccordo stabile con la nuova emigrazione e le nuove generazioni è una opportunità da perseguire con convinzione.
1.2) La promozione delle identità regionali della nuova emigrazione e la relazione/comunicazione con le aree di origine deve costituire un obiettivo delle nuove politiche regionali. Il rafforzamento delle reti associative all’estero mediante il cofinanziamento di progetti che li vedano protagonisti nell'internazionalizzazione dei diversi brands regionali, è una delle finalità da perseguire. Un particolare sostegno va dato alle Associazioni che intraprendono il ricambio generazionale.
2) MISURE:
- Strutturare reti di interazione permanente tra istituzioni nazionali, regionali, locali e quelle sociali, associative e di servizio dell’emigrazione all’estero.
- Potenziare la funzione associativa e di partecipazione sociale. - Riconoscimento dell’associazionismo degli italiani nel mondo (Legge nazionale Terzo Settore).
- Ripristino contributi MAECI ad associazionismo nazionale finalizzato al coinvolgimento delle nuove generazioni.
- Riconoscimento e riqualificazione dell’Associazionismo in funzione di attuatore di progetti di servizio civile all’estero, di formazione e orientamento, di animatore comunitario.
- Superare eventuali impedimenti normativi alla partecipazione delle associazioni e organizzazioni dell’emigrazione a bandi regionali già esistenti.
- Organizzare campagne di sensibilizzazione in Italia per far conoscere le realtà organizzate all’ estero.
- Sollecitare organizzazioni di categoria a tener conto della presenza all’estero come fonte e occasione di internazionalizzazione dei sistemi regionali e del Sistema Paese.
- Rafforzare funzione del CGIE come dorsale di contatti, opportunità e diffusione delle opportunità.
- Realizzare programmi e occasioni di collaborazione operativa tra giovani della nuova emigrazione e realtà di origine con l’obiettivo di mettere a valore le loro competenze in progetti di contrasto alle dinamiche di declino socio-economico locale.
- Attuare il carattere di “permanenza” della Conferenza-Stato-Regioni-Prov.Autonome e CGIE.
- Organizzare occasioni di partecipazione associativa tra ricercatori, artisti, giovani imprenditori all’estero e connettere tali esperienze con le reti regionali.
- Replicare buone prassi di retizzazione di ricercatori e talenti già sperimentate da alcune regioni (Umbria) e in alcune circoscrizioni consolari (Zurigo-Svizzera, San Francisco-Usa, ecc.).
- Inserire nella progettazione nazionale e regionale per le AREE INTERNE il volano di retizzazione e valorizzazione della nuova emigrazione e delle nuove generazioni all’estero.
3) Interlocutori:
PARLAMENTO, MAECI, MLPS, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero delle Politiche Agricole, Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Economia, Ministero per il Sud, Ministero Affari Regionali, Ministero Politiche Giovanili, MIBC, Ministero dell’Interno, REGIONI, ANCI, UPI, OO.SS., Associazioni. Istituzione tavoli di lavoro congiunto.
• Incentivazione al rientro di emigrati come fattore di contrasto al declino demografico e come sostegno allo sviluppo locale
1) Nello scenario di competizione internazionale realizzata anche attraverso politiche di attrazione di immigrazione selezionata (es. Gran Bretagna, Germania, Australia), il rientro di nostri giovani emigrati costituisce una opzione importante per recuperarne le competenze e per contrastare il declino anche demografico delle aree interne.
2) MISURE:
- Realizzare censimento di competenze espatriate e verificare condizioni di rientro su base regionale.
- Verificare norme attualmente in vigore e buone prassi già attuate in alcuni contesti regionali o territoriali
- Superare sporadicità e limitatezza interventi. Potenziare leggi e misure nazionali che incentivino il rientro in regioni di origine/aree di esodo di giovani che hanno vissuto una esperienza lavorativa all’estero, sostenendo il loro reinserimento nei contesti produttivi e di ricerca.
- Istituire linee guida e programmi di sviluppo locale che prevedano il coinvolgimento dei giovani rientrati o disponibili al rientro nelle regioni di origine o in altre aree (Meridione) con particolare attenzione alle Aree Interne e alle loro specificità ambientali e di sviluppo endogeno.
- Costruire tavoli di interlocuzione permanenti tra Istituzioni, rappresentanze sociali e imprenditoriali, università, centri di ricerca e sviluppo, e rappresentanze istituzionali e associative dell’ emigrazione.
3) Interlocutori:
PARLAMENTO, MAECI, MLPS, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero delle Politiche Agricole, Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Economia, Ministero per il Sud, Ministero Affari Regionali, Ministero Politiche Giovanili, MIBC, Ministero dell’Interno, REGIONI,ANCI, UPI, OO.SS., Associazioni. Istituzione tavoli di lavoro congiunto.
• Nuova emigrazione e nuove generazioni come agenti di internazionalizzazione
1) Coinvolgere nuova emigrazione e nuove generazioni sia quali fruitori che quali agenti di internazionalizzazione nelle misure nazionali e regionali per l’internazionalizzazione delle PMI italiane (produzioni tipiche dell’agricoltura, dell’artigianato, delle nuove tecnologiche, nel turismo e beni ambientali e culturali, ecc,).
2) MISURE:
- Mettere in relazione nuova emigrazione e nuove generazioni con i poli di innovazione e dell’export regionali, per favorire transfer tecnologico, realizzare joint-ventures nei paesi in via di sviluppo e per azioni di promozione delle produzioni vocazionali nei Paesi dove è più cospicua la presenza di italiani.
- Sostegno economico regionale alla rete associativa che sia in grado di sviluppare iniziative promozionali.
- Riattivazione dei programmi di formazione professionale, creazione di impresa, sviluppo locale finanziati dal Ministero del Lavoro nei paesi extraeuropei.
- Riattivazione di analoghi spazi di intervento specifici all’interno della programmazione gestita dagli assessorati locali a formazione, lavoro, creazione di impresa, sviluppo economico.
- Superare la limitatezza dei fondi destinati alle consulte regionali dell’emigrazione attivando, per queste finalità, i capitoli di spesa a titolarità dei diversi assessorati coinvolti nell’internazionalizzazione, nella formazione orientata all’export, al turismo, ecc..
- Coinvolgere in tali azioni le Associazioni, le rappresentanze sociali e sindacali, quelle imprenditoriali, educative, Università e Centri di ricerca presenti nelle diverse regioni. - Definire linee guida nazionali e programmi quadro a cui le Regioni debbono ispirarsi.
3) Interlocutori:
PARLAMENTO, MAECI, MLPS, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero delle Politiche Agricole, Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Economia, Ministero per il Sud, Ministero Affari Regionali, Ministero Politiche Giovanili, MIBC, Ministero dell’Interno, REGIONI, OO.SS., Associazioni.
• Nuova emigrazione e nuove generazioni come agenti di cooperazione internazionale
1) Verifica delle legislazioni nazionale e regionali ai fini di eventuali integrazioni che consentano di costruire partenariati o coinvolgimento in progetti di cooperazione tra ONG Italiane e organizzazioni sociali e associazioni/organizzazioni italiane presenti in paesi obiettivo di misure di cooperazione internazionale italiana. Connettere la nuova emigrazione e le nuove generazioni nei programmi di Cooperazione Internazionale del MAECI e con quelli di Cooperazione decentrata a livello regionale.
2) MISURE:
- Coinvolgimento e costruzione di partenariati con associazioni e organizzazioni italiane presenti nei paesi obiettivo di azioni di cooperazione nei paesi ad alta presenza di comunità italiane (in particolare in America Latina e Africa), valorizzando le loro competenze tecniche e interculturali. - Consentire titolarità di Associazioni italiane nella realizzazione di programmi di Servizio Civile internazionale.
3) Interlocutori:
PARLAMENTO, MAECI, Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero Affari Regionali, Ministero Politiche Giovanili, MIBC, REGIONI, OO.SS., Associazioni