LONDRA - Gli ultimi due anni sono stati particolarmente difficili per la comunità italiana nel Regno Unito alle prese con l’uscita dell’UK dall’Unione Europea e con l’emergenza sanitaria dettata dalla diffusione del coronavirus. Il Comites Londra ha condotto una indagine patrocinata dal Consolato Generale d’Italia a Londra

proprio per capire quali conseguenze hanno generato questi due importanti “fenomeni” sugli italiani in Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Galles dal punto di vista sociale ed economico, e quali scelte sono state intraprese dagli stessi. L’indagine è stata presentata ieri, 15 dicembre. “Il rapporto condotto prosegue ed espande il lavoro di indagine dall’associazione Manifesto di Londra nel corso della prima ondata della pandemia avvenuta nei primi mesi del 2020”, ha spiegato il presidente uscente del Comites Londra, Pietro Molle. “Il comitato degli italiani all’estero ha poi deciso di continuare e allargare questo lavoro dando vita a una seconda raccolta dati in forma di sondaggio condotto tra maggio e giugno 2021 il quale ha interessato un campione di cittadini italiani di circa mille persone che risiedono o hanno vissuto nel Regno Unito nel corso di una successiva fase dell’emergenza sanitaria, quella tra marzo 2020 e giugno 2021”. "La nostra collettività riserva sorprese anche nell’ambito degli effetti prodotti da Brexit e pandemia”, ha osservato il Console Generale a Londra, Marco Villani. “Stupisce la resilienza dei nostri cittadini, che nonostante tutto continuano a credere fortemente nel Regno Unito e nella sua narrativa. Molti nostri cittadini hanno effettivamente deciso di lasciare l’arcipelago britannico in questi anni, tuttavia la stragrande maggioranza ha deciso di restare. Senza dubbio, rimane il fatto che l’Italia e il suo popolo continuano a considerare il Regno Unito un Paese prossimo sotto diversi punti di vista: culturale, sociale, economico". “Mentre la maggior parte delle ricerche sull'impatto della pandemia si concentra sugli effetti su salute ed economia delle popolazioni in diversi Paesi, è stata prestata relativamente poca attenzione all'impatto sulle diverse comunità all'interno di un Paese”, hanno spiegato Elisa De Pasquale e Federico Filauri, che hanno condotto lo studio per conto del Comites di Londra con la supervisione del consigliere Andrea Pisauro. “Ancora meno attenzione è stata data all'impatto sulle comunità migranti, che per loro natura sono più fragili e mobili. Gli italiani nel Regno Unito hanno attraversato mesi particolarmente difficili in quanto sia il loro paese di origine che il loro paese di residenza erano, e sono, in uno stato di emergenza prolungata”. I dati Scendendo nei dettagli dei risultati ottenuti e descritti nello studio, si può riscontrare un consistente flusso di ritorno degli italiani del Regno Unito. Dallo scoppio della pandemia, il 7.4% degli italiani che risiedeva nel Regno Unito si è trasferita in Italia o in un altro paese. In molti avrebbero l’intenzione di rientrare in Italia, ma temono non sussistano le condizioni: scorgono nel mondo professionale il principale ostacolo al loro rientro; la metà lamenta un mercato del lavoro non meritocratico (57.8%), poco dinamico (49.3%) o stimolante (47.2%). La pandemia ha determinato un significativo peggioramento non solo della salute fisica, ma anche di quella mentale. Il 71.3% dei rispondenti ha affermato di essersi trovato in uno stato di irritazione, ansia incontrollata, preoccupazione o difficoltà a rilassarsi spesso o sempre. La fonte principale di preoccupazione riguardava l’impossibilità di stare accanto ai propri affetti (80.7%), cui si unisce una generale incertezza per il futuro (55.6%). Resta invece un forte pessimismo sul futuro del Regno Unito dopo Brexit. Quelli raccolti con questa inchiesta sono i primi dati sull’opinione degli italiani residenti in Regno Unito su Brexit dopo l’uscita dall’Unione Europea il 1° gennaio 2021. L’85.9% degli italiani intervistati ha dichiarato di considerare l’uscita dall’Unione Europea come “molto negativa” o “negativa”, di cui un 35.0% è più negativo oggi rispetto al giorno dell’uscita del risultato del referendum nel 2016, soprattutto a causa della gestione delle negoziazioni da parte del Regno Unito. È infatti particolarmente alta è anche la percentuale di chi, a causa della Brexit, ha un’opinione peggiore del Regno Unito in generale: il 36.5% ha peggiorato il suo giudizio nei confronti del Paese a causa di Brexit, mentre il 34.8% lo ha addirittura peggiorato molto. Lo studio integrale è disponibile e consultabile sul sito del Comites Londra. (aise 16/12/2021)