Noi, italiani all’estero, che costituiamo di fatto la 21esima Regione italiana, seconda per popolazione soltanto alla Lombardia, riuniti a Roma nel trentennale dell’insediamento del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, il 14 dicembre 2021, sentita la voce delle donne e degli uomini nelle nostre comunità,
delle associazioni e dei Comitati degli Italiani all’estero, dei giovani, della nuova mobilità e degli italodiscendenti, riteniamo che il tema degli italiani all’estero costituisca una questione nazionale e pertanto debba essere competenza dell’intero Governo. Intendiamo quindi impegnare il Governo, il Parlamento, le Regioni e le Provincie autonome, ai sensi delle rispettive legislazioni, a creare e garantire condizioni concrete per una reale uguaglianza dei diritti, nel rispetto del dettato costituzionale e della dignità di tutti i cittadini italiani ovunque si trovino, a nostra protezione e nell’interesse della ripresa, della resilienza e della proiezione positiva e fruttuosa dell’Italia nel mondo, di cui siamo attori e protagonisti al parti dei connazionali che vivono in Italia. Diritti e doveri di cittadinanza devono essere uguali per tutti i cittadini italiani: - il diritto alla formazione linguistica e culturale italiana, nel quadro di una formazione interculturale e plurilinguistica, deve essere sostenuto con tutte le risorse umane e finanziarie necessarie per garantire a tutte le generazioni delle nostre comunità l’accesso allo studio della lingua e della cultura italiane e alla parificazione dei titoli di studio conseguiti, perché lingua è identità; - il diritto alla salute e alla vita come come irrinunciabile priorità, anche alla luce di quanto avvenuto nel corso della pandemia COVID-19; - la piena e paritaria rappresentanza democratica in tutte le sue espressioni, in attivo dialogo con tutte le articolazioni dello Stato italiano, concessa a tutti i cittadini italiani senza alcuna limitazione; - il pieno godimento della cittadinanza e della rappresentanza europea deve essere assicurato anche ai cittadini italiani che vivono fuori dall’Unione Europea, con l’ammissione al voto per eleggere il Parlamento europeo e l’istituzione di un Commissario per i cittadini d’Europa nel mondo; - i diritti al lavoro, alla partecipazione alle organizzazioni sindacali, alla formazione professionale, all’informazione e all’assistenza sociale devono essere salvaguardati anche attraverso specifici accordi tra l’Italia e i Paesi di accoglienza; - il diritto al rientro in Italia deve essere previsto e realizzato mediante opportune misure che riconoscano e valorizzino la formazione, la specializzazione e le competenze acquisite nel corso della presenza all’estero, per consentire l’accesso a posti di lavoro adeguati alle capacità del singolo; - il diritto alla parità e alle pari opportunità fra donne e uomini italiani all’estero deve essere protetto al fine della piena applicazione dell’Art. 3 della Costituzione italiana, anche con l’effettiva adozione di principi di maistreaming ed empowerment pari a quelli sanciti dalla Conferenza di Pechino; - il diritto al riacquisto della cittadinanza italiana deve essere consentito a chi l’ha persa a causa dei dettami della legge 555/1912 per naturalizzazione in un Paese estero o nel caso di matrimonio con un cittadino straniero, e che si consenta la trasmissione della cittadinanza iure sanguinis da parte delle donne anche prima del 1948; - ogni possibile sforzo deve essere posto in essere per colmare il persistente divario nel pieno godimento della cittadinanza italiana all’estero e in Italia. Queste e tutte le altre nostre richieste di parità e uguaglianza possono ottenere risposte positive soltanto attraverso una reale concertazione con il Governo e il Parlamento nel definire e gestire le azioni e le risorse destinate alla piena applicazione dei Principi fondamentali e dei diritti e doveri elencati nella Costituzione italiana per tutti i cittadini e le cittadine ovunque si trovino nel mondo