“Governo e Parlamento intervengano per riequilibrare le presenze nel CGIE in base a valutazioni legate non soltanto alla cittadinanza, ma anche alle realtà delle collettività nel loro rapporto con l’Italia, recuperando aree geografiche e Paesi esclusi”

NEW YORK – Signor Presidente, desidero ringraziarLa dal profondo del cuore per aver accettato

di continuare a dedicare la Sua vita all’Italia che mai come in questo momento ha avuto davvero bisogno di Lei, non soltanto come garante della Costituzione, ma come guida etica verso un futuro sempre migliore, nel rispetto delle leggi italiane e internazionali. Di questa Italia fa parte una ventunesima Regione, ancora virtuale per le norme che a essa si indirizzano, ma compiutamente concreta nel numero di 6 milioni e mezzo di cittadini, registrati all’AIRE, cui si aggiungono almeno 150 milioni di italodiscendenti, una vera forza per il sistema Paese nel mondo. Le rivolgo una preghiera di intervento a favore di questa Italia fuori dai confini dello Stivale. Nella piramide delle nostre rappresentanze elettive, trai i Comitati degli Italiani all’estero – Com.It.Es., che operano in stretto contatto con i rispettivi Consolati, e i parlamentari della circoscrizione Estero, come Lei sa, esiste un organismo di raccordo, consultazione e proposta che è il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero – CGIE, il cui rinnovo è previsto entro il 23 aprile di quest’anno. Ai sensi dell’art. 1bis della sua legge istitutiva: “Il CGIE è l’organismo di rappresentanza delle comunità italiane all’estero presso tutti gli organismi che pongono in essere politiche che interessano le comunità all’estero”. A tal fine sono eletti all’estero 43 Consiglieri del CGIE su un totale di 63 componenti. Una norma del 2014 ha stravolto questo concetto di rappresentanza di tutti gli italiani fuori d’Italia legando l’assegnazione dei Consiglieri per Paese al computo dei soli iscritti all’AIRE e lasciando in tal modo completamente prive di una voce nel CGIE le nostre comunità in Africa, Asia e America Centrale e concedendo soltanto 4 Consiglieri in tutto all’America Settentrionale e all’Australia. La prego quindi di voler sensibilizzare il Governo e il Parlamento italiani, affinché intervengano con la massima rapidità per impedire che questo scempio si compia e per riequilibrare le presenze nel CGIE in base a valutazioni legate non soltanto alla cittadinanza, ma anche alle realtà delle collettività nel loro rapporto con l’Italia, recuperando aree geografiche e Paesi esclusi. RingraziandoLa per la Sua attenzione all’esigenza di sanare questo vulnus a una vera rappresentanza democratica di tutti coloro che si sentono legati all’Italia, Le porgo i miei più sinceri saluti e ringraziamenti a nome dei Paesi di cui mi occupo nel CGIE e miei personali (Silvana Mangione*/Inform) *Vice Segretaria Generale del CGIE per i Paesi Anglofoni Extraeuropei