Sono nuovamente intervenuta con un atto parlamentare sulla situazione della promozione della lingua e della cultura italiana all’estero perché da qualche tempo in questo campo essenziale per la presenza del nostro Paese nel mondo si manifestano segnali non rassicuranti che è doveroso considerare con la massima attenzione e responsabilità.

Dall’emanazione nel 2017 del Decreto 64 che ha riorganizzato il sistema della formazione in italiano all’estero si è aperta una fase di transizione regolamentare e organizzativa difficile, sia per alcune contraddizioni e ritardi che si sono manifestati nelle procedure di assegnazione del personale scolastico all’estero, poi superati con una modifica normativa da me insistentemente sollecitata, che per i ritardi e le difficoltà che si sono avuti per gli enti gestori dei corsi di lingua e cultura a seguito dell’applicazione della circolare N. 3, per la quale avevo chiesto una moratoria di un anno. A queste remore si è aggiunto il peso della pandemia che ha provocato un freno della partecipazione ai corsi, la necessità di convertire la didattica in presenza in didattica a distanza, seri impedimenti per le attività di supporto che consentivano agli enti di raccogliere risorse proprie e altro ancora. Il lavoro avviato per superare la circolare N. 3 e adottarne un’altra capace di tenere conto della situazione critica che si era determinata, per altro, non ha tranquillizzato gli enti gestori che nelle nuove norme ipotizzate non hanno riscontrato la semplificazione auspicata e la certezza del rispetto dei tempi dei contributi ministeriali. In prospettiva, poi, come ho avuto modo di sottolineare in un ordine del giorno accolto dal Governo in occasione dell’approvazione della legge di bilancio, sul capitolo che finanzia i corsi pesa il rischio di una regressione del budget di 2,2 milioni circa per gli anni 2023 e 2024, nonostante il rifinanziamento del Fondo per il sostegno alla promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Per questo ho presentato un’interrogazione al Governo per chiedere che si faccia al più presto un aggiornamento del monitoraggio delle attività di promozione della lingua e cultura italiana nel mondo, affinché si possa valutare, dati alla mano, quali conseguenze abbiano prodotto negli ultimi anni la transizione normativa e la pandemia sul numero dei discenti e dei corsi. Nello stesso tempo, ho chiesto ai responsabili del MAECI di tenere in maggiore e più diretta considerazione le istanze degli enti gestori, soprattutto per quanto riguarda la semplificazione delle procedure e la tempistica dei finanziamenti. Ho sollecitato il Governo, infine, a provvedere appena possibile alla reintegrazione dei fondi del capitolo riguardante il finanziamento dei corsi per il ’23 e il ’24, in modo da sgombrare l’orizzonte da una seria minaccia di crisi del sistema faticosamente consolidato negli anni passati.